Enti locali
Trani, commissioni bluff. La politica corre ai ripari
Una proposta di modifica del regolamento comunale da parte dell'Udc
Trani - giovedì 23 ottobre 2008
Il caso delle commissioni consiliari convocate (spesso) in maniera speculativa dai consiglieri per incassare il gettone di presenza non è passato sotto silenzio. La denuncia di Barisera ("Commissioni bluff, scopo gettone") ha suscitato un vespaio di polemiche. Nell'articolo si evidenziava più d'una anomalia nelle riunioni degli organi consiliari, da quelle riunite solo per approvare verbali di sedute precedenti, a quelle riunite per discutere di provvedimenti già adottati, nonostante il regolamento preveda che le commissioni debbano esprimersi per fornire pareri preventivi sugli atti di consiglio comunale e di giunta. Insomma, tanti indizi che alimentavano il sospetto di una speculazione da parte dei consiglieri per incassare il gettone di presenza e nulla più, alla luce del fatto che, dopo l'ultima finanziaria di Prodi, i consiglieri comunali non godono più di un'indennità fissa ma di semplici indennizzi legati alla presenza nelle riunioni delle commissioni consiliari e di consiglio comunale. Un sospetto reso ancor più forte dalla quantità di convocazioni, specie agli inizi (Barisera parlava di commissioni che si erano riunite anche 18 volte in un mese), quando non tutti i consiglieri sapevano che ci fosse comunque un tetto di 1200 euro. Per evitare che le occasioni rendano l'uomo ladro e per porre un freno alle riunioni inutili, il gruppo consiliare dell'Udc ha scritto al presidente del Consiglio comunale ed ai capigruppo consiliari chiedendo l'abrogazione di quella parte del regolamento di consiglio comunale che prevede l'obbligo di approvare il verbale di una commissione nella seduta successiva. Il capogruppo dell'Udc, Pasquale De Toma, ed il consigliere, Gigi Riserbato, hanno chiesto di cancellare un capoverso, presente al comma 2 dell'articolo 17, in cui si dice che i verbali di commissione vanno approvati nell'adunanza successiva a quella a cui si riferiscono, con gli emendamenti eventualmente richiesti dai membri interessati. Il gruppo dell'Udc motiva la proposta come un buon modo per «moralizzare ed economicizzare l'attività dei consiglieri comunali all'interno delle commissioni», sicuramente un buon deterrente alla riduzione dei costi, visto che le commissioni, costano da un minimo di 306 euro ad un massimo di 510.