Turismo

Trani e il vino, quando il futuro sa di antico

Il mito delle antiche osterie milanesi: «Esaltazione del lavoro creativo»

Il Club della Libertà di Trani ha celebrato in un convegno il mito della Trani da bere, rispolverando in una chiave prettamente giovanile, una pagina di storia locale degli anni '50 e '60, testimonianza di un doloroso dopoguerra e di una forte emigrazione del popolo del sud verso il nord. Anni di grande sofferenza, in cui occorreva stringere la cinghia e rimboccarsi le maniche, cercando nei grossi centri industriali del nord Italia quel lavoro che al sud restava poco più che un semplice miraggio.

In questo clima, reso tremendo dalle difficoltà di integrazione, interi nuclei di meridionali seppero far quadrato per andare avanti, importando, specialmente a Milano, un marchio preciso, quello dei Trani appunto, le osterie dove si serviva il nostro vino e si poteva respirare l'aria di casa. Il mito dei Trani, raccontato anche da celebri cantautori italiani, è stato rispolverato dal Club della Libertà in un incontro dibattito associato alla degustazione di moscato e prodotti tipici locali.



«Il nostro intento – spiega Andrea Catino, presidente del gruppo giovanile del Club della Libertà – era quello di valorizzare la peculiarità dei vini locali, non tralasciando l'importanza e il peso occupazionale che ha rivestito l'azienda vinicola nel ‘900 tranese. Il nostro passato rappresenta il miglior investimento per il futuro». Gli fa eco Andrea Ferri, consigliere comunale, presidente del Club della Libertà di Trani e neo eletto consigliere nazionale. «Non bisogna mai perdere il senso della memoria. Il passato ci indica la via su cui costruire un progetto di rilancio turistico a medio e lungo termine. I prodotti tipici locali, il vino e soprattutto il nostro moscato, se ben veicolati e promossi nei giusti circuiti, possono rappresentare dei valori aggiunti per Trani e per l'intero territorio, come dimostrano i dati sui flussi turistici degli ultimi anni».



La teoria della promozione del territorio attraverso le sue tipicità è stata applicata dall'assessore al turismo ed attività produttive, Luca Memola: «L'aver ottenuto per i nostri prodotti uno spazio consistente nel mercato floricolo di Milano – spiega Memola – è soltanto il più eclatante dei tanti passi compiuti dall'amministrazione per incentivare la diffusione delle nostre tradizioni, siano esse di natura storica che culturale o culinaria. D'altronde il vino è sempre stato qualcosa in più di una semplice bevanda. Lo dice la storia, la cultura dei popoli, lo dice il convegno odierno al quale abbiamo aderito con estremo entusiasmo». Memola ha poi rivolto un invito al consorzio del vino moscato: «Siamo a conoscenza dei problemi, in primis quello della sede. Va detto dell'altro però: fatta eccezione per qualche iniziativa di natura individuale a mio avviso occorre che il consorzio decida quale strada intraprendere, se riconquistare o meno unitarietà di intenti e competitività per ripetere le performance di successo degli inizi. Senza un progetto strategico unitario che parta dai produttori e dal consorzio, l'amministrazione non potrà mai dare efficacia alla sua azione. Non è solo il riconoscimento di una sede a poter fare la differenza».



Andrea Lovato, assessore alla cultura, ha esaltato il mito dei Trani, ritenuto «quanto mai attuale». «Quegli anni sono aderenti al nostro presente ed al nostro futuro. Quei nuclei di meridionali e di tranesi che si spostarono al nord seppero esaltare la fantasia del lavoro, seppero organizzarsi di fronte alle difficoltà e creare dei percorsi di vita nuova. Pertanto, non possono che rappresentare un punto di riferimento per i giovani di oggi alle prese con le difficoltà d'inserimento nel mondo del lavoro».



Più romantico il pensiero del sindaco, Giuseppe Tarantini: «Il convegno, plastico esempio di un concreto impegno civile nel voler riportare a galla una pagina importante del passato, racconta una storia nobile e bella, figlia di un'emigrazione sofferta e particolare, che ha reso indissolubile il legame tra Trani e Milano. Quel legame è ancora oggi forte e denso di significati ed a noi piace consolidarlo ad ogni occasione utile. Trani ha saputo creare prima degli altri una delle più grandi operazioni di marketing della storia, trasformando il suo nome in quello di un'attività di natura commerciale. Ora quel nome deve diventare un marchio e va difeso da chi lo utilizza impropriamente».
© 2001-2024 TraniViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica telematica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
TraniViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.