Territorio
Trani, è mal di mare
Accessi sul litorale verso Bisceglie, groviglio di competenze e di problemi. Un fotoreportage che parte dalla segnalazione di una lettrice
Trani - venerdì 3 giugno 2011
15.09
«Vi scrivo per segnalarvi che il corridoio di accesso al mare in località le conche è bloccato da un cancello chiuso. Così in passato ci siamo aperti un passaggio pedonale in un terreno ma da quest'anno una rete con un cartello "terreno seminato vietato passare" ci impedisce di accedere alla costa. L'accesso al mare deve per legge essere concesso a tutti».
Siamo partiti dalla segnalazione di una nostra lettrice per documentare fotograficamente la situazione della costa a sud delle Matinelle, un tratto di costa poco frequentato proprio a causa delle difficoltà di accesso. Le segnalazioni arrivano ogni anno, prima i cittadini poi i politici, chiedono l'apertura di varchi per poter frequentare quel tratto di mare.
E le foto lasciano poco spazio ai dubbi: arrivare li è difficile e pericoloso, i varchi ci sono ma non è chiaro se sono percorribili. Chi dovrebbe accertare la legittimità dei tanti cancelli che si affacciano sulla scogliera? La situazione è complessa, e i soggetti coinvolti sono diversi. Si inizia dalla fascia demaniale, larga pochi metri e in alcuni casi coincidente con la linea di costa. La larghezza di quest'area varia da punto a punto e per conoscerne l'esatta distanza del confine è necessario consultare la documentazione cartografica. Per costruire in questa prima fascia è necessaria una concessione demaniale. La Guardia Costiera è l'organo di controllo del demanio marittimo e può eseguire accertamenti sul territorio, deferendo all'autorità giudiziaria i responsabili degli illeciti.
In una seconda fascia, larga 30 metri a partire dalla quella demaniale, è possibile costruire con un'autorizzazione rilasciata dal compartimento marittimo di Molfetta: l'articolo 55 del Codice della Navigazione "Nuove opere in prossimità del demanio marittimo" obbliga infatti i soggetti che intendono realizzare nuove opere entro una zona di 30 metri dal demanio marittimo o dal ciglio dei terreni elevati sul mare a premunirsi di un'autorizzazione rilasciata dal capo del compartimento territoriale.
I controlli della Guardia Costiera mirano ad accertare che chi ha costruito nell'area demaniale e nella seconda fascia di 30 metri (inclusi muri, varchi, cancelli) sia in possesso rispettivamente di concessione demaniale o autorizzazione. I militari non dispongono però di una banca dati o di un archivio delle concessioni rilasciate: gli accertamenti vanno eseguiti sul posto per ogni singola violazione che si intende accertare chiedendo ai proprietari del suolo di esibire la documentazione.
Poi ci sono i terreni confinanti con l'area demaniale: possono essere pubblici o privati, in questo caso tocca al comune accertare abusi o utilizzi impropri di suolo pubblico. In questo groviglio di concessioni e autorizzazioni è possibile che strade e varchi realizzati su suolo pubblico poi non abbiano sbocco sul mare perché in quel tratto di costa si è costruito un cancello o una recinzione con l'autorizzazione del compartimento marittimo.
I bagnanti che frequentano il tratto di costa tra le Matinelle e l'ex struttura dello psicopedagogico, conosciuta come "le conche" (un tratto che potrebbe essere valorizzato), accedono al mare invadendo la proprietà privata (con tanto di segnalazioni di terreni coltivati) e sfidando la scogliera a picco che in alcuni punti è franata quasi completamente. I varchi che collegano la costa alla statale 16 ci sono: alcuni sono chiusi, altri sono accessibili, almeno per il momento. Ne abbiamo attraversato uno, probabilmente violando la proprietà privata, visto che dall'altro capo, su un cancello elettrico a ridosso della statale 16, vi era un cartello (artigianale) che vietava il transito per "proprietà privata".
Percorrendo a piedi prima il sentiero e poi una parte della strada statale 16 ci si rende conto che è impossibile accedere in altro modo alla costa e che comunque, anche in qualora dovessero esserci accessi pedonali percorribili, sarebbe comunque impossibile frequentare la spiaggia per la totale assenza di parcheggi.
Siamo partiti dalla segnalazione di una nostra lettrice per documentare fotograficamente la situazione della costa a sud delle Matinelle, un tratto di costa poco frequentato proprio a causa delle difficoltà di accesso. Le segnalazioni arrivano ogni anno, prima i cittadini poi i politici, chiedono l'apertura di varchi per poter frequentare quel tratto di mare.
E le foto lasciano poco spazio ai dubbi: arrivare li è difficile e pericoloso, i varchi ci sono ma non è chiaro se sono percorribili. Chi dovrebbe accertare la legittimità dei tanti cancelli che si affacciano sulla scogliera? La situazione è complessa, e i soggetti coinvolti sono diversi. Si inizia dalla fascia demaniale, larga pochi metri e in alcuni casi coincidente con la linea di costa. La larghezza di quest'area varia da punto a punto e per conoscerne l'esatta distanza del confine è necessario consultare la documentazione cartografica. Per costruire in questa prima fascia è necessaria una concessione demaniale. La Guardia Costiera è l'organo di controllo del demanio marittimo e può eseguire accertamenti sul territorio, deferendo all'autorità giudiziaria i responsabili degli illeciti.
In una seconda fascia, larga 30 metri a partire dalla quella demaniale, è possibile costruire con un'autorizzazione rilasciata dal compartimento marittimo di Molfetta: l'articolo 55 del Codice della Navigazione "Nuove opere in prossimità del demanio marittimo" obbliga infatti i soggetti che intendono realizzare nuove opere entro una zona di 30 metri dal demanio marittimo o dal ciglio dei terreni elevati sul mare a premunirsi di un'autorizzazione rilasciata dal capo del compartimento territoriale.
I controlli della Guardia Costiera mirano ad accertare che chi ha costruito nell'area demaniale e nella seconda fascia di 30 metri (inclusi muri, varchi, cancelli) sia in possesso rispettivamente di concessione demaniale o autorizzazione. I militari non dispongono però di una banca dati o di un archivio delle concessioni rilasciate: gli accertamenti vanno eseguiti sul posto per ogni singola violazione che si intende accertare chiedendo ai proprietari del suolo di esibire la documentazione.
Poi ci sono i terreni confinanti con l'area demaniale: possono essere pubblici o privati, in questo caso tocca al comune accertare abusi o utilizzi impropri di suolo pubblico. In questo groviglio di concessioni e autorizzazioni è possibile che strade e varchi realizzati su suolo pubblico poi non abbiano sbocco sul mare perché in quel tratto di costa si è costruito un cancello o una recinzione con l'autorizzazione del compartimento marittimo.
I bagnanti che frequentano il tratto di costa tra le Matinelle e l'ex struttura dello psicopedagogico, conosciuta come "le conche" (un tratto che potrebbe essere valorizzato), accedono al mare invadendo la proprietà privata (con tanto di segnalazioni di terreni coltivati) e sfidando la scogliera a picco che in alcuni punti è franata quasi completamente. I varchi che collegano la costa alla statale 16 ci sono: alcuni sono chiusi, altri sono accessibili, almeno per il momento. Ne abbiamo attraversato uno, probabilmente violando la proprietà privata, visto che dall'altro capo, su un cancello elettrico a ridosso della statale 16, vi era un cartello (artigianale) che vietava il transito per "proprietà privata".
Percorrendo a piedi prima il sentiero e poi una parte della strada statale 16 ci si rende conto che è impossibile accedere in altro modo alla costa e che comunque, anche in qualora dovessero esserci accessi pedonali percorribili, sarebbe comunque impossibile frequentare la spiaggia per la totale assenza di parcheggi.