Religioni
Trani, festa del Carmine impreziosita da Monsignor Leuzzi
Il vescovo ausiliare di Roma: «Qui per gratitudine alla Madonna». «Non mi sono mai sentito separato da Trani»
Trani - lunedì 16 luglio 2012
13.22
Confratello dal 1964, Monsignor Lorenzo Leuzzi, nominato a fine gennaio da papa Benedetto XVI vescovo ausiliare della città di Roma, non ha voluto saltare l'appuntamento con la festa della Madonna del Carmine di Trani. Questa mattina ha celebrato una messa e la supplica ed in serata prenderà parte alla processione (ore 19.30).
Il legame tra Leuzzi e la Madonna del Carmine è speciale, intimo, non solo perché sua madre è nata nel giorno della festa (16 luglio). Nel suo stemma araldico, con la torre di Trani e la barca che ricorda il patrono San Nicola Pellegrino, Leuzzi ha voluto inserire la corona della Madonna. «Ho partecipato spesso alle iniziative religiose organizzate dalla Confraternita – spiega – ma è la prima volta che le vivo da vescovo ausiliare di Roma. La mia presenza è anche un segno di ringraziamento e devozione alla Madonna». I suoi concittadini gli riservano affetto, sincero e sentito. «Non mi sono mai sentito separato da Trani. Quando posso torno sempre volentieri. Non ho creato delle cesure drastiche, il che mi aiuta a non sentire in modo esasperato nostalgia di casa. Certo, mi mancano le passeggiate sul lungomare o le ore passate a godere della facciata della Cattedrale».
La sua esperienza romana da vescovo nell'Arcibasilica Laterana (meglio nota come San Giovanni in Laterano) è solo agli inizi. Nella Cattedrale della diocesi di Roma, sita sul colle del Celio (sede ecclesiastica ufficiale del Papa), Monsignor Leuzzi passa le sue giornate servendo la chiesa con l'abnegazione di sempre: «Roma è una grande città, ha una dimensione universale ed è ricca di presenze ecclesiali. I ritmi sono serratissimi ma questa esperienza mi ripaga di ogni sacrificio».
E a chi gli predice una carriera da Cardinale, replica immediatamente: «Non lo so, non lo so, per me è già tanto ciò che ho avuto». La nomina di vescovo ausiliare lo avvicina ancor più al Papa. «Benedetto XVI opera in continuità rispetto a Giovanni Paolo II. D'altronde Papa Ratzinger garantiva la parte dottrinale del pontificato di Wojtyla. La linea è la stessa ma è il momento storico ad essere diverso. Al Cristianesimo si chiede maggiore profondità teologica. Con Wojtyla il mondo ha capito che la chiesa c'è, oggi vuol sapere cosa propone. Papa Benedetto XVI credo stia lavorando bene nel realizzare questa aspettativa».
Il legame tra Leuzzi e la Madonna del Carmine è speciale, intimo, non solo perché sua madre è nata nel giorno della festa (16 luglio). Nel suo stemma araldico, con la torre di Trani e la barca che ricorda il patrono San Nicola Pellegrino, Leuzzi ha voluto inserire la corona della Madonna. «Ho partecipato spesso alle iniziative religiose organizzate dalla Confraternita – spiega – ma è la prima volta che le vivo da vescovo ausiliare di Roma. La mia presenza è anche un segno di ringraziamento e devozione alla Madonna». I suoi concittadini gli riservano affetto, sincero e sentito. «Non mi sono mai sentito separato da Trani. Quando posso torno sempre volentieri. Non ho creato delle cesure drastiche, il che mi aiuta a non sentire in modo esasperato nostalgia di casa. Certo, mi mancano le passeggiate sul lungomare o le ore passate a godere della facciata della Cattedrale».
La sua esperienza romana da vescovo nell'Arcibasilica Laterana (meglio nota come San Giovanni in Laterano) è solo agli inizi. Nella Cattedrale della diocesi di Roma, sita sul colle del Celio (sede ecclesiastica ufficiale del Papa), Monsignor Leuzzi passa le sue giornate servendo la chiesa con l'abnegazione di sempre: «Roma è una grande città, ha una dimensione universale ed è ricca di presenze ecclesiali. I ritmi sono serratissimi ma questa esperienza mi ripaga di ogni sacrificio».
E a chi gli predice una carriera da Cardinale, replica immediatamente: «Non lo so, non lo so, per me è già tanto ciò che ho avuto». La nomina di vescovo ausiliare lo avvicina ancor più al Papa. «Benedetto XVI opera in continuità rispetto a Giovanni Paolo II. D'altronde Papa Ratzinger garantiva la parte dottrinale del pontificato di Wojtyla. La linea è la stessa ma è il momento storico ad essere diverso. Al Cristianesimo si chiede maggiore profondità teologica. Con Wojtyla il mondo ha capito che la chiesa c'è, oggi vuol sapere cosa propone. Papa Benedetto XVI credo stia lavorando bene nel realizzare questa aspettativa».