Enti locali
Trani rischia di perdere anche il reparto di ematologia
Laurora "tuona" contro il Governo regionale.
Trani - venerdì 23 dicembre 2005
Nuove nubi si addensano sull'ospedale di Trani. Lo stabilimento rischia di perdere anche il reparto di ematologia e di veder rimodulati gli altri reparti sotto forma di articolazioni. Lo annuncia, furente, il consigliere regionale Carlo Laurora, componente della commissione sanità in Regione e presidente del consiglio comunale di Trani. A tal proposito, l'amministrazione tranese ha convocato per domani un consiglio comunale monotematico, in via d'urgenza, per discutere della rimodulazione del piano di riordino ospedaliero nella Asl Bat/1.
"Vendola e le sinistre - dice Laurora - si accingono a colpire mortalmente al cuore il nostro ospedale. L'attuale presidente della Regione non solo non ha ancora ripristinato ginecologia ed ostetricia come premesso, ma adesso sta per toglierci uno dei reparti di punta del nostro stabilimento, fra i più apprezzati, anche storicamente. Non solo: facendo distretto con Bisceglie, i reparti dell'ospedale di Trani diventerebbero semplici articolazioni dei reparti biscegliesi".
Laurora va giù duro: "Vendola e le sinistre hanno impostato una campagna elettorale dileggiando Raffaele Fitto e il suo piano di riordino ospedaliero. Hanno vinto le elezioni cavalcando le emozioni della gente, sono stati salutati come i salvatori della patria. Hanno promesso ai pugliesi ed ai tranesi mari e monti: dall'abolizione del ticket ad una differente rimodulazione del piano di riordino. Promesse, sciolte come neve al sole sotto i colpi di una politica sanitaria assolutamente deprecabile e clientelare. Senza ascoltare il parere della gente e senza alcuna concertazione con le segreterie politiche locali che lo sostengono, il governo regionale sta preparando per Trani un agguato in piena regola, dandoci un parziale contentino (l'articolazione di ostetricia) ed infliggendoci il classico colpo del ko. Non ci stiamo e preannuncio che ci opporremo con tutte le nostre forze a questa scellerata decisione. Mi auguro che le forze politiche e sociali che hanno aspramente contestato Fitto e il suo piano di riordino tre anni fa, per altro già scaduto e mai modificato, adesso facciano levare con la stessa intensità una vibrata protesta derivata soprattutto dalla mortificazione di vedersi imporre dai propri presunti, fidati, amici e difensori una decisione che nessuno avrebbe voluto".
"Vendola e le sinistre - dice Laurora - si accingono a colpire mortalmente al cuore il nostro ospedale. L'attuale presidente della Regione non solo non ha ancora ripristinato ginecologia ed ostetricia come premesso, ma adesso sta per toglierci uno dei reparti di punta del nostro stabilimento, fra i più apprezzati, anche storicamente. Non solo: facendo distretto con Bisceglie, i reparti dell'ospedale di Trani diventerebbero semplici articolazioni dei reparti biscegliesi".
Laurora va giù duro: "Vendola e le sinistre hanno impostato una campagna elettorale dileggiando Raffaele Fitto e il suo piano di riordino ospedaliero. Hanno vinto le elezioni cavalcando le emozioni della gente, sono stati salutati come i salvatori della patria. Hanno promesso ai pugliesi ed ai tranesi mari e monti: dall'abolizione del ticket ad una differente rimodulazione del piano di riordino. Promesse, sciolte come neve al sole sotto i colpi di una politica sanitaria assolutamente deprecabile e clientelare. Senza ascoltare il parere della gente e senza alcuna concertazione con le segreterie politiche locali che lo sostengono, il governo regionale sta preparando per Trani un agguato in piena regola, dandoci un parziale contentino (l'articolazione di ostetricia) ed infliggendoci il classico colpo del ko. Non ci stiamo e preannuncio che ci opporremo con tutte le nostre forze a questa scellerata decisione. Mi auguro che le forze politiche e sociali che hanno aspramente contestato Fitto e il suo piano di riordino tre anni fa, per altro già scaduto e mai modificato, adesso facciano levare con la stessa intensità una vibrata protesta derivata soprattutto dalla mortificazione di vedersi imporre dai propri presunti, fidati, amici e difensori una decisione che nessuno avrebbe voluto".