Cronaca
Trani, sequestrata una discarica abusiva
All'interno di una cava dismessa rinvenuti rifiuti speciali
Trani - sabato 31 gennaio 2009
Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Corato, diretti dal Comandante Giuliano Palomba, hanno sequestrato, in agro di Trani in località "Massa Quercia", una cava dimessa utilizzata come discarica abusiva, dando esecuzione al "Decreto di sequestro preventivo" emesso dal GIP del Tribunale di Trani Francesco Zecchillo. Due proprietari del terreno, residenti a Trani, sono stati denunciati per "reati riguardanti l'ambiente inerenti la gestione non autorizzata di rifiuti tramite attività di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti".
Le indagini dei Forestali, dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Trani Carmela Bruna Manganelli, hanno permesso di accertare che l'abbandono in modo ripetitivo, all'interno della cava di rifiuti speciali non pericolosi, quali rifiuti derivanti dalla lavorazione della pietra, terra e roccia da scavo, rifiuti ferrosi, in plastica e alcuni pneumatici esausti, non era riconducibile ad un progressivo riempimento di cave abbandonate mediante un "regolare" piano di bonifica dei siti, ma ad uno smaltimento illecito mediante interramento degli stessi.
Infatti, i lavori intrapresi hanno avuto quale unica finalità quello di smaltire rifiuti di diversa tipologia al fine di effettuare un progressivo riempimento delle cava preesistente, oramai abbandonata, mascherando tali attività per un piano di bonifica che avrebbe dovuto invero essere autorizzato dal Settore Minerario della Regione Puglia e dal Comune di competenza, nel caso in specie dall'amministrazione comunale della città di Trani, mediante norme tecniche di recupero ambientale consistenti nella restituzione di aree degradate ad usi produttivi o sociali attraverso rimodellamenti morfologici.
Le indagini dei Forestali, dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Trani Carmela Bruna Manganelli, hanno permesso di accertare che l'abbandono in modo ripetitivo, all'interno della cava di rifiuti speciali non pericolosi, quali rifiuti derivanti dalla lavorazione della pietra, terra e roccia da scavo, rifiuti ferrosi, in plastica e alcuni pneumatici esausti, non era riconducibile ad un progressivo riempimento di cave abbandonate mediante un "regolare" piano di bonifica dei siti, ma ad uno smaltimento illecito mediante interramento degli stessi.
Infatti, i lavori intrapresi hanno avuto quale unica finalità quello di smaltire rifiuti di diversa tipologia al fine di effettuare un progressivo riempimento delle cava preesistente, oramai abbandonata, mascherando tali attività per un piano di bonifica che avrebbe dovuto invero essere autorizzato dal Settore Minerario della Regione Puglia e dal Comune di competenza, nel caso in specie dall'amministrazione comunale della città di Trani, mediante norme tecniche di recupero ambientale consistenti nella restituzione di aree degradate ad usi produttivi o sociali attraverso rimodellamenti morfologici.