Vita di città
Trani / Traniweb / Forum: A ciascuno il suo
Giovanni Ronco: «La querela mi vede perfettamente daccordo col primo cittadino»
Trani - giovedì 20 marzo 2008
La querela del Sindaco ai danni di un anonimo blogger di Traniweb, poi rivelatosi per scusarsi, mi vede perfettamente daccordo col primo cittadino. Non certo per il singolo cittadino coinvolto, ci mancherebbe, ma per la convulsa situazione dei forum di discussione dei siti web, che ormai da molto tempo stanno conoscendo una deriva all'insegna dell'insulto gratuito, dell'inciviltà, dell'intolleranza. Se non la pensi come me, mi sento in dovere, con l'aggravante dell'anonimato, il più delle volte, (modo odioso di lanciare la pietra e nascondere la mano... e la propria persona) di ricoprirti d'insulti, d'ironizzare, di prenderti acidamente o allegramente per i fondell, a seconda di come gira l'umore del blogger quel giorno.
Ma che è? Ma che succede? Questa storia del blogger come emblema della scrittura democratica (il potere della parola diffuso a chiunque) sta portando ad una distorsione. Il problema più grande è l'anonimato, lo ripeto, modo vigliacco di ricoprire di fango qualcuno, pensando di rimanere impuniti. Ecco perchè sono perfettamente daccordo col sindaco tarantini e avrei fatto lo stesso. Altro che stracciarsi le vesti e ululare alla luna contro la mancanza di democrazia. A dire il vero lo stesso cittadino coinvolto aveva firmato degli interventi molto duri contro le amministrazioni Tarantini su "Il Giornale di Trani", per cui il mio discorso lo riguarda solo limitatamente all'episodio in questione, per il quale egli stesso ha riconosciuto di aver esagerato.
Il sottoscritto stesso, in occasione di uno degli ultimi interventi pubblicati da Traniweb, nel quale cercava di esporre, per amore di oggettività, ciò che di positivo aveva fatto la presente ammnistrazione e attaccando il pregiudizio che porta a "sbranare" chi governa comunque e in ogni modo, a prescindere, si è visto apostrofato dai nobili blogger, come "pazzo/ uno che non si sente bene/voltagabbana (voltagabbana di che? E a chi? se non ho fatto mai parte di alcun partito?); ma la frase più offensiva è stata: "che si deve fare per campare", quando il sottoscritto ha sempre lavorato senza avere una raccomandazione politica, senza una tessera di partito e senza un incarico pubblico, faticando come docente, come addetto stampa, come esperto di comunicazione, come formatore.
Ecco perchè dico: "Per recuperare un minimo di dignità, tolleranza, coraggio (no all'anonimato) e soprattutto educazione civica nei forum, ben vengano dieci, cento mille querele. La parola è sacra e pericolosa al tempo stesso; chi accede ad uno spazio pubblico, che sia un blog, un sito, un giornale, un manifesto, deve ricordarsi di questo. Invece questi blogger anonimi mi fanno venire in mente qualcuno che, invitato ad una festa, invece di presentarsi in giacca e cravatta, o comunque dignitosamente vestito, entra in scena con un passamontagna, una calza velata sul viso, una maschera ridicola e penosa e (e qui mi riferisco alle disastrose sgrammaticature) con abiti lerci e puzzolenti.
Mi sento libero come cittadino, come docente, come educatore, di parlare bene o male di chi governa (bene quando fa qualcosa di utile, male quando compie mancanze) e lo farò sempre col vestito buono della lingua italiana rispettata e col coraggio di firmare sempre i miei interventi, senza farmi condizionare da alcuno, blogger, politico, galoppino, scribacchino o bandito (a proposito) della parola, col passamontagna dell'anonimato.
Giovanni Ronco
Docente di Etica presso l'Istituto Antoniano
Ma che è? Ma che succede? Questa storia del blogger come emblema della scrittura democratica (il potere della parola diffuso a chiunque) sta portando ad una distorsione. Il problema più grande è l'anonimato, lo ripeto, modo vigliacco di ricoprire di fango qualcuno, pensando di rimanere impuniti. Ecco perchè sono perfettamente daccordo col sindaco tarantini e avrei fatto lo stesso. Altro che stracciarsi le vesti e ululare alla luna contro la mancanza di democrazia. A dire il vero lo stesso cittadino coinvolto aveva firmato degli interventi molto duri contro le amministrazioni Tarantini su "Il Giornale di Trani", per cui il mio discorso lo riguarda solo limitatamente all'episodio in questione, per il quale egli stesso ha riconosciuto di aver esagerato.
Il sottoscritto stesso, in occasione di uno degli ultimi interventi pubblicati da Traniweb, nel quale cercava di esporre, per amore di oggettività, ciò che di positivo aveva fatto la presente ammnistrazione e attaccando il pregiudizio che porta a "sbranare" chi governa comunque e in ogni modo, a prescindere, si è visto apostrofato dai nobili blogger, come "pazzo/ uno che non si sente bene/voltagabbana (voltagabbana di che? E a chi? se non ho fatto mai parte di alcun partito?); ma la frase più offensiva è stata: "che si deve fare per campare", quando il sottoscritto ha sempre lavorato senza avere una raccomandazione politica, senza una tessera di partito e senza un incarico pubblico, faticando come docente, come addetto stampa, come esperto di comunicazione, come formatore.
Ecco perchè dico: "Per recuperare un minimo di dignità, tolleranza, coraggio (no all'anonimato) e soprattutto educazione civica nei forum, ben vengano dieci, cento mille querele. La parola è sacra e pericolosa al tempo stesso; chi accede ad uno spazio pubblico, che sia un blog, un sito, un giornale, un manifesto, deve ricordarsi di questo. Invece questi blogger anonimi mi fanno venire in mente qualcuno che, invitato ad una festa, invece di presentarsi in giacca e cravatta, o comunque dignitosamente vestito, entra in scena con un passamontagna, una calza velata sul viso, una maschera ridicola e penosa e (e qui mi riferisco alle disastrose sgrammaticature) con abiti lerci e puzzolenti.
Mi sento libero come cittadino, come docente, come educatore, di parlare bene o male di chi governa (bene quando fa qualcosa di utile, male quando compie mancanze) e lo farò sempre col vestito buono della lingua italiana rispettata e col coraggio di firmare sempre i miei interventi, senza farmi condizionare da alcuno, blogger, politico, galoppino, scribacchino o bandito (a proposito) della parola, col passamontagna dell'anonimato.
Giovanni Ronco
Docente di Etica presso l'Istituto Antoniano