Scuola e Lavoro

Trani, un referendum sul pane

Unimpresa Bat sulle aperture domenicali

«Trani: splendido centro abitato affacciato sul mare Adriatico in provincia di Bari, Trani contagia il visitatore attraverso la bellezza del suo porto e del suo immenso patrimonio storico architettonico». Con questa premessa avremmo voluto una discussione che si sviluppasse attorno a temi quali: "come prepariamo la città all'accoglienza turistica della stagione 2009" piuttosto che "quale piano formativo predisporre per sviluppare lo scambio interculturale e comunicativo rispetto alle decine di migliaia di turisti (questo è stato affermato, ancora una volta, alla Bit 2009 di Milano) che visiteranno la nuova sesta provincia Bat, portando nel nostro territorio milioni di euro di risorse da reinvestire in infrastrutture e strutture ricettive e bla, bla ,bla". Invece NO! Si discute della "guerra del pane" ma di cosa stiamo parlando?

Premesso che abbiamo avuto un colloquio cordiale e amichevole con il tranese Sig. Mauro dell'Olio, che certo non è un "tipo da scrivania in giacca e cravatta" ma un "serio e professionista lavoratore", nella sua qualità di Presidente della neo costituita Associazione Provinciale Panificatori della Bat (Aih quanto danno fastidio le nuove Associazioni, specie se Autonome ed indipendenti da Partiti Politici e da Personaggi "obsoleti"); che del sig. Dell'Olio abbiamo avuto modo di conoscerne qualità e serietà allorquando, insieme, abbiamo organizzato la Sagra della Cartellata a Trani e alcuni componenti del Direttivo di quella Associazione sono vicini alla nostra, anche negli altri Comuni della Bat, vogliamo solamente far notare che stiamo parlando di 29 Panificatori tranesi, i quali esercitano, congiuntamente all'attività artigianale, anche quella di esercizio di vicinato per la vendita di prodotti alimentari (pertanto "non sono artigiani esclusivi" che producono e vendono nel loro esercizio), dei quali pare che solo una infima minoranza voglia "sperimentare" la possibilità di restare aperti la domenica e nei giorni festivi, "per la vendita esclusiva di pane" (pensate quanti Vigili Urbani dovrebbero essere messi a disposizione dal comune per verificare che in tali giornate venga "sospesa" la vendita dei prodotti alimentari in tali esercizi (barzellette!)

Senza continuare a soffermarci sulla noiosa e burocratica parte "normativa e regolamentare", vogliamo invece riaffermare il principio di riconoscimento delle minime e basilari norme di democrazia partecipata. Quindi siano gli stessi panificatori, sulla cui qualità della vita un eventuale provvedimento inciderà in maniera "radicale", a decidere. Sarebbe altresì opportuno, in questo caso, un intervento "deciso e pubblico" di Mons. Pichierri, al quale abbiamo già scritto recentemente, nel merito, anche per ricordare che quando il Signore spezzò il Pane "nell'Ultima Cena" ciò non avvenne di domenica.

Rispetto alle "varie posizioni" in campo, intendiamo solo ricordare a qualcuno di corta memoria che tutta questa "coerenza" rispetto a presunte interpretazioni normative, non è stata manifestata in altri comuni della provincia. Infatti a Barletta, laddove taluni personaggi hanno il privilegio di sedere "quasi in esclusiva" ai tavoli di concertazione (concertazione di cosa? Immaginatelo!) addirittura è stato previsto che, oltre all'osservanza della chiusura domenicale e festiva, alla pari degli altri esercizi di vicinato, nelle giornate prestabilite, venga altresì rispettato il riposo infrasettimanale, facoltativo del giovedì pomeriggio. Eppure anche Barletta, ancor prima di Trani, è stata riconosciuta Città d'Arte con le stesse prerogative. Nello stesso comune di Andria, è stato previsto, correttamente e come prevede la legge, che i "panifici" seguano la normativa regionale in materia di chiusure domenicali e festive (provate a fare proposte del genere nella città di Federico!).

O in questi comuni ci sono stati rappresentanti Sindacali e di Categoria (molti dei quali sono gli stessi che siedono al "tavolo" nel comune di Trani) ciechi, accondiscendenti e ignoranti, insieme ad altrettanto ignoranti Dirigenti e Assessori comunali, oltre agli stessi Sindaci che hanno firmato le ordinanze, oppure qualcuno "gioca sporco" e lo fa proprio nel comune di Trani. Concludiamo affermando che allorquando anche noi ci siamo espressi sul riconoscimento di Trani città d'Arte e ad Economia Prevalentemente Turistica, con la determinazione delle tantissime giornate di deroga alle chiusure, rispettando una sciagurata nuova legge regionale, scritta e voluta dagli ipermercati (non senza complicità e alleanze), per soddisfare la propria bramosia di "raccolta fondi domenicali e festivi", da trasferire alle loro Banche Centrali del Nord, abbiamo chiaramente affermato che ciò non doveva assolutamente rappresentare una Deregulation, che continueremo a non condividere (per questo saremo esclusi, in futuro, dai tavoli di Concertazione?). Si dia corso, quindi, ad un Referendum tra tutti gli Operatori del Settore, per verificare le reali volontà della Categoria e si decida solo dopo di ciò. Intanto esiste un'ordinanza vigente che non ha nessun motivo di essere stravolta, oggi. In quanto ai cosiddetti "tavoli di concertazione" invitiamo il comune di Trani ad "allargare" la base di consultazione anche ai "Lavoratori Autonomi", in modo da ascoltare la voce dei Lavoratori veri e non solo di tutte sti signure 'ncruvattate.»

Savino Montaruli
Unimpresa BAT
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