Territorio
Tribunale di Trani, dialogo interreligioso per Natale
In aula i rappresentanti delle comunità ebraiche, islamiche e ortodosse
Trani - lunedì 21 dicembre 2015
11.10
La messa per il Santo Natale, nell'aula Gip del Tribunale di Trani, si trasforma in occasione di incontro interreligioso. L'idea è stata del presidente del Tribunale, Filippo Bortone, che questa mattina ha chiamato a raccolta il portavoce della comunità ebraica, Francesco Lotoro, i rappresentanti della comunità islamica e il responsabile di quella ortodossa. I rappresentanti delle varie confessioni religiose hanno portato il loro personale messaggio di pace e speranza in un futuro senza più conflitti, pur non partecipando al rito cattolico della messa poi celebrata nell'aula "Antonio Lovecchio". Un messaggio fortemente simbolico in una città in cui coesistono quattro religioni, grazie anche all'amministrazione comunale che ha dato in comodato d'uso la sinagoga alla comunità ebraica e la chiesa di San Martino ai cristiani ortodossi.
«Conoscendoci forse riusciamo a vivere tutti insieme», ha detto il presidente Bortone. «Anche la lettura del Corano ha rivelato che in fondo abbiamo una radice comune». «Se i simboli non sono sostanza, sono vani», ha detto Francesco Lotoro, portavoce culturale della comunità ebraica nonché pianista e compositore che ha dedicato ampia parte della sua vita al recupero della musica composta nei campi di concentramento. «Diverso - ha precisato - è se potremo fare qualcosa di quello che ha detto oggi il presidente del Tribunale, se potremo farne tesoro e se ebrei, musulmani, cristiani potranno riconoscersi in questa città di queste cinquantamila anime che è Trani».
La portavoce della comunità islamica, che in aula ha letto un passo del Corano, ha chiuso dicendo che «l'Islam non è una religione di terrorismo, ma di pace e amore».
«Conoscendoci forse riusciamo a vivere tutti insieme», ha detto il presidente Bortone. «Anche la lettura del Corano ha rivelato che in fondo abbiamo una radice comune». «Se i simboli non sono sostanza, sono vani», ha detto Francesco Lotoro, portavoce culturale della comunità ebraica nonché pianista e compositore che ha dedicato ampia parte della sua vita al recupero della musica composta nei campi di concentramento. «Diverso - ha precisato - è se potremo fare qualcosa di quello che ha detto oggi il presidente del Tribunale, se potremo farne tesoro e se ebrei, musulmani, cristiani potranno riconoscersi in questa città di queste cinquantamila anime che è Trani».
La portavoce della comunità islamica, che in aula ha letto un passo del Corano, ha chiuso dicendo che «l'Islam non è una religione di terrorismo, ma di pace e amore».