Turismo
Turismo ed enogastronomia: sabato un convegno a Trani
Presentato a Bari il progetto del Consorzio Puglia Turismi. «Fare il punto sulla centralità del turismo per la nostra regione»
Trani - giovedì 18 ottobre 2012
10.49
"Puglia, Turismi & Enogastronomia, dalle singole eccellenze a un sistema di rete convincente" è il tema del convegno che si terrà sabato, 20 ottobre, nel Castello Svevo di Trani, dalle 9.00 alle 17.00. Obiettivi e contenuti dell'iniziativa sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal presidente del Consorzio Puglia Turismi, Giacomo Ruggieri, dal rettore dell'Università Europea per il Turismo, Salvatore Messina e dal presidente di Federcultura Puglia, Francesco Carlucci. Il convegno è una iniziativa di Confcooperative e Federcultura Puglia.
Realizzato dal Consorzio Puglia Turismi, si avvale del supporto scientifico dell'Università Europea per il Turismo e del contributo di Comune di Trani, Provincia Bat, Camera di Commercio di Bari, Banco di Napoli, Oliveti d'Italia, Tormaresca e Merac (Mediterranean Reaserch Advances and Consulting). Numerosi, qualificati e diversificati gli interventi in programma per sabato prossimo. Daranno il proprio contributo docenti universitari, stakeholders del turismo e dell'enogastronomia pugliese, esperti e professionisti italiani ed esteri (il programma lo trovate in allegato).
«L'obiettivo strategico del workshop è quello di fare il punto sulla centralità del turismo e dell'enogastronomia per l'economia pugliese - ha affermato il rettore dell'Università Europea per il Turismo, Messina. Prima di tutto abbiamo il dovere di chiederci se la Puglia, basando su questi due pilastri centrali il proprio sviluppo, riesce a creare Pil e a migliorare la condizione economica e occupazionale della regione. Solo ripartendo dai fondamentali, attraverso un'analisi lucida e realista, possiamo capire quale tipo di approccio attuare per trasformare le potenziali sinergie tra i due settori – turismo nell'accezione di turismo sostenibile ed enogastronomia intesa come qualità di prodotto – in strategia vincente per lo sviluppo del territorio e in veicoli di promozione in Italia e all'estero delle eccellenze pugliesi. In questa ottica, non possiamo immaginare che sia sempre l'operatore turistico a salterellare da un bando all'altro alla ricerca di vettori che gli consentano di fare azienda, così come è stato fatto nell'utilizzo dei fondi europei sui quali nel 2015 si scriverà la parola fine.
Allora occorre capire per tempo quale deve essere la strada da percorrere - ha concluso Messina - il convegno sarà un'opportunità di riflessione e di proposta per consentire agli operatori di lavorare in sinergia, rinunciando alle cattive prassi di lottare in solitario ognuno nel proprio microcosmo e cogliendo le opportunità che provengono dalle risorse disponibili, che siano regionali, nazionali od europee, attraverso azioni coordinate e strategicamente operative. Protocolli di qualità e di produzione, insieme a disciplinari per il turismo possono rappresentare strumenti utilissimi. Ultimo, ma non meno importante, è l'aspetto che riguarda la condizione drammatica di alcuni Enti, a cominciare dalla Regione e poi a scendere, che dovrebbero aiutare gli imprenditori, ma a fare cosa non si capisce».
Il presidente del Consorzio Puglia Turismi, Ruggieri parte da un dato preminente: «il Pil del turismo partecipa al Pil regionale nella misura che va dal 7 all'8%. Meno della media nazionale (12%), meno della media dell'incidenza che il Pil ha su alcune regioni, penso al Trentino Alto Adige (20%). Si tratta dunque di scegliere opzioni strategiche per sviluppare davvero il turismo pugliese, perché dobbiamo recuperare uno svantaggio che è strutturale, non è legato solo al numero di presenze o arrivi del mese di luglio o agosto. Siamo in una condizione di grande svantaggio rispetto ad altre realtà. Il primo problema è certamente rappresentato dalla scarsissima apertura ai flussi turistici stranieri. Quest'anno siamo di fronte ad una perdita di turisti esteri pari all'8,8%. Mentre altre regioni, persino meridionali, penso a Sicilia (11.9) e Campania (11.1), registrano un incremento di tutto rispetto. Gli stranieri vengono nel Mezzogiorno, dunque, ma non vengono a soggiornare in Puglia. Dobbiamo chiederci il perché in maniera assolutamente laica. Non si tratta di dare colpe a qualcuno. Il problema è il sistema Puglia. Dobbiamo creare le condizioni perché sia il sistema Puglia ad essere venduto al meglio. Occorre individuare i problemi da rimuovere. L'Italia perde appeal, ma la Puglia non solo non ne acquista, ma perde più che proporzionalmente rispetto al resto del Paese».
Ruggieri ha sottolineato anche come «aver sviluppato una sorta di concorrenza tra i sistemi interprovinciali sia stato un errore strategico. Non si può, infatti, pensare ad un'offerta turistica parcellizzata. Riaccentrare la promozione turistica del prodotto Italia a livello statale sarebbe cosa buona e giusta. La promozione va fatta dagli operatori, non dagli enti pubblici, le risorse saranno sempre più scarse, gli operatori vanno coinvolti responsabilizzandoli. Dobbiamo comprendere, tutti, che il turismo non è un settore marginale dell'economia e non può essere luogo di scontro sul piano politico. O vinciamo tutti insieme come italiani la sfida del turismo del 21^ secolo, oppure non ce la faremo. Per farlo occorre superare gli sterili campanilismi. Dobbiamo fare una riflessione seria su come valorizziamo i nostri prodotti tipici e sul fatto che siamo la regione che ha forse più Dop e Igt d'Italia».
Il presidente di Federcultura, Carlucci ha posto l'accento sull'importanza strategica del fattore culturale nella promozione turistica e sulla necessità di valorizzare l'offerta pugliese attraverso una rete integrata di comunicazione che sappia coniugare le peculiarità territoriali al brand Italia e costruire un prodotto di sistema.
Realizzato dal Consorzio Puglia Turismi, si avvale del supporto scientifico dell'Università Europea per il Turismo e del contributo di Comune di Trani, Provincia Bat, Camera di Commercio di Bari, Banco di Napoli, Oliveti d'Italia, Tormaresca e Merac (Mediterranean Reaserch Advances and Consulting). Numerosi, qualificati e diversificati gli interventi in programma per sabato prossimo. Daranno il proprio contributo docenti universitari, stakeholders del turismo e dell'enogastronomia pugliese, esperti e professionisti italiani ed esteri (il programma lo trovate in allegato).
«L'obiettivo strategico del workshop è quello di fare il punto sulla centralità del turismo e dell'enogastronomia per l'economia pugliese - ha affermato il rettore dell'Università Europea per il Turismo, Messina. Prima di tutto abbiamo il dovere di chiederci se la Puglia, basando su questi due pilastri centrali il proprio sviluppo, riesce a creare Pil e a migliorare la condizione economica e occupazionale della regione. Solo ripartendo dai fondamentali, attraverso un'analisi lucida e realista, possiamo capire quale tipo di approccio attuare per trasformare le potenziali sinergie tra i due settori – turismo nell'accezione di turismo sostenibile ed enogastronomia intesa come qualità di prodotto – in strategia vincente per lo sviluppo del territorio e in veicoli di promozione in Italia e all'estero delle eccellenze pugliesi. In questa ottica, non possiamo immaginare che sia sempre l'operatore turistico a salterellare da un bando all'altro alla ricerca di vettori che gli consentano di fare azienda, così come è stato fatto nell'utilizzo dei fondi europei sui quali nel 2015 si scriverà la parola fine.
Allora occorre capire per tempo quale deve essere la strada da percorrere - ha concluso Messina - il convegno sarà un'opportunità di riflessione e di proposta per consentire agli operatori di lavorare in sinergia, rinunciando alle cattive prassi di lottare in solitario ognuno nel proprio microcosmo e cogliendo le opportunità che provengono dalle risorse disponibili, che siano regionali, nazionali od europee, attraverso azioni coordinate e strategicamente operative. Protocolli di qualità e di produzione, insieme a disciplinari per il turismo possono rappresentare strumenti utilissimi. Ultimo, ma non meno importante, è l'aspetto che riguarda la condizione drammatica di alcuni Enti, a cominciare dalla Regione e poi a scendere, che dovrebbero aiutare gli imprenditori, ma a fare cosa non si capisce».
Il presidente del Consorzio Puglia Turismi, Ruggieri parte da un dato preminente: «il Pil del turismo partecipa al Pil regionale nella misura che va dal 7 all'8%. Meno della media nazionale (12%), meno della media dell'incidenza che il Pil ha su alcune regioni, penso al Trentino Alto Adige (20%). Si tratta dunque di scegliere opzioni strategiche per sviluppare davvero il turismo pugliese, perché dobbiamo recuperare uno svantaggio che è strutturale, non è legato solo al numero di presenze o arrivi del mese di luglio o agosto. Siamo in una condizione di grande svantaggio rispetto ad altre realtà. Il primo problema è certamente rappresentato dalla scarsissima apertura ai flussi turistici stranieri. Quest'anno siamo di fronte ad una perdita di turisti esteri pari all'8,8%. Mentre altre regioni, persino meridionali, penso a Sicilia (11.9) e Campania (11.1), registrano un incremento di tutto rispetto. Gli stranieri vengono nel Mezzogiorno, dunque, ma non vengono a soggiornare in Puglia. Dobbiamo chiederci il perché in maniera assolutamente laica. Non si tratta di dare colpe a qualcuno. Il problema è il sistema Puglia. Dobbiamo creare le condizioni perché sia il sistema Puglia ad essere venduto al meglio. Occorre individuare i problemi da rimuovere. L'Italia perde appeal, ma la Puglia non solo non ne acquista, ma perde più che proporzionalmente rispetto al resto del Paese».
Ruggieri ha sottolineato anche come «aver sviluppato una sorta di concorrenza tra i sistemi interprovinciali sia stato un errore strategico. Non si può, infatti, pensare ad un'offerta turistica parcellizzata. Riaccentrare la promozione turistica del prodotto Italia a livello statale sarebbe cosa buona e giusta. La promozione va fatta dagli operatori, non dagli enti pubblici, le risorse saranno sempre più scarse, gli operatori vanno coinvolti responsabilizzandoli. Dobbiamo comprendere, tutti, che il turismo non è un settore marginale dell'economia e non può essere luogo di scontro sul piano politico. O vinciamo tutti insieme come italiani la sfida del turismo del 21^ secolo, oppure non ce la faremo. Per farlo occorre superare gli sterili campanilismi. Dobbiamo fare una riflessione seria su come valorizziamo i nostri prodotti tipici e sul fatto che siamo la regione che ha forse più Dop e Igt d'Italia».
Il presidente di Federcultura, Carlucci ha posto l'accento sull'importanza strategica del fattore culturale nella promozione turistica e sulla necessità di valorizzare l'offerta pugliese attraverso una rete integrata di comunicazione che sappia coniugare le peculiarità territoriali al brand Italia e costruire un prodotto di sistema.