Eventi e cultura
Tutto l'amore di Italo Calvino per il Cinema: presentato l'ultimo libro di Vito Santoro
Domenica scorsa a Luna di Sabbia un viaggio appassionante tra letteratura e la settima arte
Trani - martedì 5 marzo 2024
9.38
Domenica scorsa, in una atmosfera densa di luoghi letterari, cinematografici, di nomi e di capolavori artistici che hanno reso prezioso il nostro Novecento, la libreria Luna di Sabbia ha ospitato la presentazione del nuovo libro di Vito Santoro, studioso di letteratura italiana contemporanea e critico letterario di Repubblica Bari: "Gli amori difficili di uno spettatore. Italo Calvino e il cinema ", edito dalla casa editrice Les Flaureus. Sollecitato dalle domande di Sergio D'Angelo, sociologo e cinefilo, Santoro ha illustrato i vari aspetti su cui si è soffermato nel libro, a partire dal rapporto quasi carnale con i film, un rapporto nato, per così dire in famiglia, grazie alla madre che era solita proiettare in casa documentari e film comici.
In tutti i suoi scritti dedicati al cinema Italo Calvino ha sempre diffuso un'immagine di sé come spettatore «medio», appassionato, con un passato di cineclub, ma mai interessato alla storia e alla teorica del film.
Infatti l'autore delle Cosmicomiche è stato uno dei letterati che meno ha contribuito "creativamente" al cinema italiano: sono pochi gli adattamenti ricavati dai suoi lavori, per lo più tratti dai racconti degli anni Cinquanta, quelli dalla cifra più realistica; altrettanto esigui i soggetti e i trattamenti che portano la sua firma, spesso appena abbozzati, quasi tutti rimasti irrealizzati. Per questi ultimi basta ricordare la sceneggiatura del Marco Polo, destinata a tramutarsi nel romanzo "Le città invisibili", o al progetto, a lungo accarezzato con Federico Fellini, di portare sul grande schermo Le fiabe italiane: progetto di cui peraltro non esiste alcuna traccia scritta, ma solo testimonianze di privatissime colazioni di lavoro nel pied à terre del Maestro a Cinecittà.
È indubbio però che il cinema abbia esercitato una grande influenza sulla biografia culturale e artistica di Calvino. Non può essere diversamente per uno scrittore i cui primi lavori sono rappresentati da recensioni cinematografiche e che ha più volte affermato di «pensare per immagini», di ideare un racconto o un romanzo a partire da una immagine che per questa o quella ragione gli si presenta carica di significato. Santoro si è occupato diffusamente nel libro delle relazioni di Calvino con i massimi registi della storia del cinema, da Antonioni a Fellini, da Monicelli a Visconti; e il racconto di questi rapporti ha appassionato quanti hanno affollato la piccola llibreria, che si conferma sempre più un vivacee stimolante luogo di respiro culturale nella Città.
In tutti i suoi scritti dedicati al cinema Italo Calvino ha sempre diffuso un'immagine di sé come spettatore «medio», appassionato, con un passato di cineclub, ma mai interessato alla storia e alla teorica del film.
Infatti l'autore delle Cosmicomiche è stato uno dei letterati che meno ha contribuito "creativamente" al cinema italiano: sono pochi gli adattamenti ricavati dai suoi lavori, per lo più tratti dai racconti degli anni Cinquanta, quelli dalla cifra più realistica; altrettanto esigui i soggetti e i trattamenti che portano la sua firma, spesso appena abbozzati, quasi tutti rimasti irrealizzati. Per questi ultimi basta ricordare la sceneggiatura del Marco Polo, destinata a tramutarsi nel romanzo "Le città invisibili", o al progetto, a lungo accarezzato con Federico Fellini, di portare sul grande schermo Le fiabe italiane: progetto di cui peraltro non esiste alcuna traccia scritta, ma solo testimonianze di privatissime colazioni di lavoro nel pied à terre del Maestro a Cinecittà.
È indubbio però che il cinema abbia esercitato una grande influenza sulla biografia culturale e artistica di Calvino. Non può essere diversamente per uno scrittore i cui primi lavori sono rappresentati da recensioni cinematografiche e che ha più volte affermato di «pensare per immagini», di ideare un racconto o un romanzo a partire da una immagine che per questa o quella ragione gli si presenta carica di significato. Santoro si è occupato diffusamente nel libro delle relazioni di Calvino con i massimi registi della storia del cinema, da Antonioni a Fellini, da Monicelli a Visconti; e il racconto di questi rapporti ha appassionato quanti hanno affollato la piccola llibreria, che si conferma sempre più un vivacee stimolante luogo di respiro culturale nella Città.