Politica

"Uccidiamo Berlusconi", iscritto anche l’ex segretario di Rifondazione di Trani

Ferreri: «Una goliardata. Pensassero alle cose serie»

Sarà chiuso il gruppo «Uccidiamo Berlusconi» presente su Facebook. Lo assicura il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: «Abbiamo dato disposizioni perché il sito contenente minacce al premier venga subito chiuso e perché vengano denunciati alla magistratura quelli che sono intervenuti». Il ministro ha anche sottolineato che da parte delle forze dell'ordine c'è la massima attenzione per questi fatti. «Non credo che in nessun paese del mondo qualcuno possa scrivere su un sito di voler uccidere il premier», ha detto Maroni. Per il ministro, quanto accaduto «è apologia di reato, se non peggio».

Intanto il gruppo aumenta di iscritti. Mercoledì sera erano 12.567, oggi ne conta 19.656. Fra questi, anche tanti tranesi fra cui l'ex segretario di Rifondazione comunista, Vincenzo Ferreri. Ascoltato al telefono, Ferreri spiega: «E' un gruppo goliardico, non credo che nessuno voglia realmente attentare alla vita di Berlusconi. Ho ricevuto tempo fa l'invito ad iscrivermi al gruppo, l'ho fatto così come accade per tanti altri, mi ero persino dimenticato di essere fra quei 20mila iscritti. Sono basito dal clamore mediatico sollevato dal caso. I nostri politici nazionali dovrebbero pensare a cose più serie, invece si continua a spostare l'attenzione mediatica su argomenti come questi».



Ferreri confessa che si riiscriverebbe al gruppo: «Penso di si, non ci trovo nulla di male così come non credo sia un gruppo politicizzato e pericoloso. Probabilmente si saranno iscritte tante persone a cui Berlusconi non piace a prescindere dall'appartenenza politica, magari molti interisti. Se scorrete le pagine di Facebook troverete tantissimi gruppi simili. Se la legge è uguale per tutti, dovrebbero sparire centinaia e centinaia di gruppi, altrettanto goliardici, che chiedono la morte virtuale di cantanti, attori, conduttori televisivi, allenatori, calciatori e politici. Francamente mi sembra una caccia alle streghe che sintetizza il livello mediocre della politica nazionale, diventata il regno dell'esasperazione e degli scandaletti».
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