Vita di città
«Uffici giudiziari, l’emergenza si può affrontare con gli spazi esistenti»
Intervento dell’architetto Sergio D’Addato
Trani - sabato 5 giugno 2010
«La natura e lo scopo di questo intervento è descrivere lo stato attuale di conservazione, di uso e recupero delle strutture e degli edifici destinati ad uffici giudiziari, un modesto contributo per valutazioni e scelte consapevoli. E' oramai consolidato il ruolo svolto e che continua svolgere Trani, con importanti sacrifici, su scala sovracomunale e quindi territoriale e non solo per le attività giudiziarie. Le sedi degli uffici giudiziari della città sono anche da considerare inquadrati all'interno di un sistema di relazioni con altre istituzioni: l'agenzia del territorio (il catasto), la conservatoria, l'archivio di Stato. Il centro storico è connotato da un'elevata presenza di edifici pubblici d'interesse territoriale e sovracomunale. La presenza di tali edifici ha giocato un ruolo decisivo per la qualità dell'architettura del nostro centro storico; se è vero che emerge, rispetto ad altre città, per i suoi valori architettonici, urbanistici, artistici ed ambientali è altrettanto vero che questa unicità è il risultato della manifesta espressione e traduzione di interessi collettivi, pubblici che strutturano la città antica sia urbanisticamente che socialmente. L'elevato valore istituzionale e quindi funzionale qualifica culturalmente e socialmente la collettività. Non è per caso che abbiamo ereditato uno tra i più interessanti centri storici di Puglia.
Tutto ciò per esprimere un concetto: qualsiasi cambiamento o nuovo progetto, che sia, deve porsi con doveroso rispetto verso la storia oltre che verso il futuro e sempre con la più ampia partecipazione. Al fine di soddisfare e colmare gli attuali disagi o difficoltà è chiaro che il recupero integrale del palazzo Carcano, con i suoi circa 4.000 metri quadrati, gioca un ruolo strategico nell'equilibrio tra esigenze e dotazione di spazi. Ad oggi invece vi è l'esigenza di migliorare ed ottimizzare le attuali sedi. A quanto pare, da una prima indagine, la semplice ottimizzazione di spazi e funzioni con delle pratiche di ordinaria manutenzione, è da ritenere una efficace risposta alla dibattuta efficienza delle attuali strutture.
Il Ministero della Giustizia e l'amministrazione della città hanno svolto corpose attività tese al recupero ed adeguamento normativo e funzionale degli edifici già in uso. Questo impegno sia operativo che economico, è chiaro, che vedrà appagati gli sforzi compiuti, solo con la conclusione dei lavori di recupero del palazzo Carcano e con l'attivazione delle funzioni che vi saranno ospitate. E' oltremodo doveroso che la cittadella giudiziaria sia dotata di quei servizi indispensabili per migliorare la qualità della vita del centro storico e mi riferisco alla mobilità e ai parcheggi. Servizi che sicuramente non rispondono ad un'esigenza esclusiva delle sedi giudiziarie ma sono una necessità oramai indifferibile per il centro storico è una necessaria dotazione di standard di un'area sensibile e delicata. Trani ha avuto tanto dalla presenza degli uffici giudiziari, così come ha anche dato tanto. Ha sempre dignitosamente sostenuto il suo ruolo di riferimento, per le attività giudiziarie, su scala sovracomunale e quindi territoriale: allora perché non costruire percorsi pubblicamente partecipati e condivisi con il Ministero della Giustizia e le altre istituzioni interessate affinché si dia alla città di Trani, all'interno di un progetto di recupero e rigenerazione urbana, la possibilità di valorizzare il centro storico unitamente alla risoluzione definitiva del problema delle sedi degli uffici giudiziari?
Le scelte amministrative della giunta Tarantini sono altrettanto chiare, rispetto alla volontà di mantenere una stretta relazione tra centro storico e palazzo di Giustizia. E' quanto emerge dalla recente manovra urbanistica. Il piano urbanistico generale individua e localizza nell'area a nord ovest del Castello Svevo (area ex Angelini, di circa 20.000 mq) la destinazione di zona ad edilizia giudiziaria.
Vorrei condividere con i lettori alcuni suggerimenti. Con l'adozione del piano urbano del traffico occorre prevedere l'organizzazione nel centro storico di un adeguato piano della mobilità e della sosta (oltre alla previsione di isole pedonali), in modo da poter dare adeguate risposte ai disagi ed alle necessità sulla fruizione delle sedi giudiziarie e governare l'attuale disordine, con pretese palesemente esagerate come la necessità di trovare parcheggio davanti al portone degli uffici. Sul miglioramento degli spazi e della funzionalità delle attuali sedi degli edifici giudiziari è necessario un piano, una progettazione che vada ad ottimizzare la distribuzione di spazi e funzioni oltre che a migliorare l'operatività nelle pratiche della manutenzione ordinaria, il tutto, anche nelle more del recupero di palazzo Carcano. Sul piano programmatico. Occorre una approfondita e scrupolosa analisi dei bisogni, delle necessità, delle carenze e delle potenzialità per un piano di riqualificazione e valorizzazione del centro storico dove, nell'ipotesi della nuova cittadella giudiziaria, le attuali sedi possano diventare polarità di un concreto progetto di rigenerazione urbana. Il pue dell'area della ex Angelini, previsto dal pug per la realizzazione della nuova cittadella giudiziaria, può essere attuato con le regole di un'urbanistica partecipata. La progettualità, contemperando l'assetto normativo del pug e soprattutto perché rivolta ad un tema complesso ed importante, può essere oggetto di un concorso internazionale, coinvolgendo, nella sua organizzazione e valutazione, professionalità autorevoli».
Sergio D'AddatoArchitetto
Tutto ciò per esprimere un concetto: qualsiasi cambiamento o nuovo progetto, che sia, deve porsi con doveroso rispetto verso la storia oltre che verso il futuro e sempre con la più ampia partecipazione. Al fine di soddisfare e colmare gli attuali disagi o difficoltà è chiaro che il recupero integrale del palazzo Carcano, con i suoi circa 4.000 metri quadrati, gioca un ruolo strategico nell'equilibrio tra esigenze e dotazione di spazi. Ad oggi invece vi è l'esigenza di migliorare ed ottimizzare le attuali sedi. A quanto pare, da una prima indagine, la semplice ottimizzazione di spazi e funzioni con delle pratiche di ordinaria manutenzione, è da ritenere una efficace risposta alla dibattuta efficienza delle attuali strutture.
Il Ministero della Giustizia e l'amministrazione della città hanno svolto corpose attività tese al recupero ed adeguamento normativo e funzionale degli edifici già in uso. Questo impegno sia operativo che economico, è chiaro, che vedrà appagati gli sforzi compiuti, solo con la conclusione dei lavori di recupero del palazzo Carcano e con l'attivazione delle funzioni che vi saranno ospitate. E' oltremodo doveroso che la cittadella giudiziaria sia dotata di quei servizi indispensabili per migliorare la qualità della vita del centro storico e mi riferisco alla mobilità e ai parcheggi. Servizi che sicuramente non rispondono ad un'esigenza esclusiva delle sedi giudiziarie ma sono una necessità oramai indifferibile per il centro storico è una necessaria dotazione di standard di un'area sensibile e delicata. Trani ha avuto tanto dalla presenza degli uffici giudiziari, così come ha anche dato tanto. Ha sempre dignitosamente sostenuto il suo ruolo di riferimento, per le attività giudiziarie, su scala sovracomunale e quindi territoriale: allora perché non costruire percorsi pubblicamente partecipati e condivisi con il Ministero della Giustizia e le altre istituzioni interessate affinché si dia alla città di Trani, all'interno di un progetto di recupero e rigenerazione urbana, la possibilità di valorizzare il centro storico unitamente alla risoluzione definitiva del problema delle sedi degli uffici giudiziari?
Le scelte amministrative della giunta Tarantini sono altrettanto chiare, rispetto alla volontà di mantenere una stretta relazione tra centro storico e palazzo di Giustizia. E' quanto emerge dalla recente manovra urbanistica. Il piano urbanistico generale individua e localizza nell'area a nord ovest del Castello Svevo (area ex Angelini, di circa 20.000 mq) la destinazione di zona ad edilizia giudiziaria.
Vorrei condividere con i lettori alcuni suggerimenti. Con l'adozione del piano urbano del traffico occorre prevedere l'organizzazione nel centro storico di un adeguato piano della mobilità e della sosta (oltre alla previsione di isole pedonali), in modo da poter dare adeguate risposte ai disagi ed alle necessità sulla fruizione delle sedi giudiziarie e governare l'attuale disordine, con pretese palesemente esagerate come la necessità di trovare parcheggio davanti al portone degli uffici. Sul miglioramento degli spazi e della funzionalità delle attuali sedi degli edifici giudiziari è necessario un piano, una progettazione che vada ad ottimizzare la distribuzione di spazi e funzioni oltre che a migliorare l'operatività nelle pratiche della manutenzione ordinaria, il tutto, anche nelle more del recupero di palazzo Carcano. Sul piano programmatico. Occorre una approfondita e scrupolosa analisi dei bisogni, delle necessità, delle carenze e delle potenzialità per un piano di riqualificazione e valorizzazione del centro storico dove, nell'ipotesi della nuova cittadella giudiziaria, le attuali sedi possano diventare polarità di un concreto progetto di rigenerazione urbana. Il pue dell'area della ex Angelini, previsto dal pug per la realizzazione della nuova cittadella giudiziaria, può essere attuato con le regole di un'urbanistica partecipata. La progettualità, contemperando l'assetto normativo del pug e soprattutto perché rivolta ad un tema complesso ed importante, può essere oggetto di un concorso internazionale, coinvolgendo, nella sua organizzazione e valutazione, professionalità autorevoli».
Sergio D'AddatoArchitetto