Musical Santa Geffa
Musical Santa Geffa
Eventi e cultura

Una lezione di futuro da una compagnia di giovani

Un musical dedicato ai sogni ieri sera in replica nel parco di Santa Geffa

Già, una vera lezione. In un momento in cui l'economia crolla e il mondo è preda di una pandemia, in un'Italia in cui dilaga la violenza tra giovani e adulti declinata in tanti modi e quella violenza viene usata anche per reciproche accuse ideologiche di partito, trenta adolescenti - qualcuno poco più avendo appena superato i vent'anni - ha dimostrato in due ore di spettacolo e quasi un anno di preparazione quanto sane e dense possano essere le nuove generazioni. Specie se vanno avanti oltre gli ostacoli, fatti troppo spesso di burocrazia, mancanza di risorse economiche e strutture dove possano incontrarsi in sicurezza.

"A Million Dreams" è una compagnia teatrale battezzata poco più di un anno fa, un forziere in cui ognuno ha riversato le proprie doti o passioni o capacità, sfidando spesso se stessi, le proprie timidezze e insicurezze, rassicurati da una condivisione in cui semplicemente ognuno dà il meglio di sé. Sceneggiatura, coreografia e danza, regia, canto, recitazione, ma anche disegno dei costumi e delle scenografie, tutto preparato nel garage della famiglia della giovanissima presidente del gruppo.

Nel musical c'è cultura vera, vasta, bellissima. Vengono mischiati i sogni di ragazzi di oggi con quelli di protagonisti fiabeschi e letterari. Questi ragazzi conoscono Walt Disney ma hanno visto - è evidente- i musical americani, hanno letto Oscar Wilde e Shakespeare, si nutrono di lettura e poesia e hanno conoscenze musicali anche tecniche, tali da adattare gli accordi alle tonalità vocali dei cantanti. Non sappiamo quanti di loro abbiano il teatro, la musica, il cinema o le arti nei propri sogni, fil rouge del testo teatrale. Di certo in una coralità di strepitosa bravura che ha sorpreso per due sere di seguito il pubblico - sold out nella magica cornice del Parco di Santa Geffa che ha dato ai ragazzi la possibilità di andare in scena mettendo a disposizione tutta la dotazione tecnica e logistica- spiccavano talenti naturali che sarebbe un peccato si disperdessero. Ma quel che è evidente è sentirli avere il bisogno di creare, di condividersi nella impresa di costruire bellezza, di regalarla agli altri, di vedersi crescere più ricchi nell'anima.

"Che sapore ha il primo passo, quando lo osservi dall'ultimo!", recitano i protagonisti. A dirselo sono loro, da sé, quando tutto intorno indurrebbe a scoraggiarsi. Tucidide scriveva che il male è anche di chi, potendolo impedire, non agisce. L'azione di questi ragazzi sa di buono, vuole creare contagio, impedire la noia e la banalità che degenerano nella povertà d'animo e quindi in una cultura dei pregiudizi, delle prevaricazioni, della mancanza di dialogo, e sì, anche della violenza. Questi sono i talent show che ci piacciono e andrebbero incoraggiati - almeno agevolati- dal sistema. Siete voi, fruitori e costruttori di arte e meraviglia, la Bellezza che può salvare il mondo...
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