Politica
Urbanistica e energia due facce della stessa medaglia
Rifondazione Comunista: "Se l’Amet invece di sprecare soldi per finanziare feste..."
Trani - lunedì 30 gennaio 2006
«Alla luce degli ultimi eventi nazionali e locali vogliamo aggiungere un altro elemento di discussione che dimostra l'incapacità amministrativa e la scelta di difendere gli interessi di pochi a discapito di quelli collettivi, portata avanti da questa destra al potere locale e nazionale. In questi giorni di grande freddo è tornato alla ribalta il problema del fabbisogno energetico del nostro paese e della sudditanza italiana da petrolio e gas esteri.
Il governo Berlusconi a questo problema ha dato delle risposte pericolose, inutili e senza prospettive. Da una parte ha fatto una legge ridicola in cui si chiede ai cittadini di riscaldare meno le loro case e dall'altra ne approfitta per rilanciare l'aberrante via nucleare. Come il governo nazionale da risposte che non risolvono i problemi, nello stesso identico modo a Trani si litiga sul modo per far arricchire qualche proprietario terriero e qualche palazzinaro senza pensare che proprio nella programmazione urbanistica c'è la principale soluzione al problema dei consumi energetici.
Mentre loro litigano, noi proviamo a dire qualcosa che forse puo' servire a tutti. Attualmente l'unica regola seguita da chi costruisce palazzi è quella del profitto, risparmio sui materiali e cementificazione del massimo volume possibile, con il risultato di avere case che hanno bisogno di enormi quantità di energia per essere vivibili, fino a 300 kwh/anno per metro quadro, mentre in regioni come il Trentino l'applicazione di semplici norme sulle modalità di costruzione hanno ridotto questo valore fino a 30 kwh/anno per metro quadro.
Oggi circa il 78% dei consumi energetici domestici serve per il riscaldamento a cui va aggiunto un altro 25% per gli impianti di condizionamento. una casa costruita con i criteri della bioedilizia e ai nostri climi spesso puo' avere una temperatura ottimale tutto l'anno senza avere un impianto di riscaldamento. Con un semplice calcolo facendo scendere i consumi da 200 Kwh/anno a 50 Kwh/anno e considerando il numero degli appartamenti cittadini e una dimensione media di 90 m2 Trani risparmierebbe 75 MegaWatt all'anno, ricordiamo che l'inceneritore ne avrebbe prodotti 10!!
Se a questo l'AMET invece sprecare soldi per finanziare feste e promuovere navi senza passeggeri, investisse in un serio progetto per dotare tutti i tetti cittadini di pannelli fotovoltaici, Trani potrebbe veramente diventare una città del futuro. Queste sono le centrali elettriche che vogliamo, ci fanno risparmiare soldi, ci rendono indipendenti dal prezzo del petrolio e non inquinano la nostra terra.
Si potrebbe avere tutti questi vantaggi senza spendere un soldo ma semplicemente inserendo all'interno del regolamento edilizio allegato al PUG una norma che imponga il limite di 50 kwh/anno di dispersione su le nuove costruzioni e sulle ristrutturazioni. L'applicazione di queste regole comporta un incremento di circa il 15% sui costi di costruzione, che attualmente si ripercuoterebbe solo sui profitti di chi costruisce visto l'enorme disparità tra costi di realizzazione e prezzo di vendita, e comunque basterebbe aggiungere poche altre agevolazioni a quelle esistenti per coprire completamente questo aumento di costi oltre ad un successivo eterno risparmio in bolletta e salute. Questi sono gli argomenti che dovrebbero appassionare la discussione sull'urbanistica nella nostra città invece sentiamo solo parlare di indici e m3 di cemento. Noi pensiamo che se chi governa sa solo litigare su come cementificare selvaggiamente è meglio che vada a casa.»Partito della Rifondazione Comunista - Trani
Il governo Berlusconi a questo problema ha dato delle risposte pericolose, inutili e senza prospettive. Da una parte ha fatto una legge ridicola in cui si chiede ai cittadini di riscaldare meno le loro case e dall'altra ne approfitta per rilanciare l'aberrante via nucleare. Come il governo nazionale da risposte che non risolvono i problemi, nello stesso identico modo a Trani si litiga sul modo per far arricchire qualche proprietario terriero e qualche palazzinaro senza pensare che proprio nella programmazione urbanistica c'è la principale soluzione al problema dei consumi energetici.
Mentre loro litigano, noi proviamo a dire qualcosa che forse puo' servire a tutti. Attualmente l'unica regola seguita da chi costruisce palazzi è quella del profitto, risparmio sui materiali e cementificazione del massimo volume possibile, con il risultato di avere case che hanno bisogno di enormi quantità di energia per essere vivibili, fino a 300 kwh/anno per metro quadro, mentre in regioni come il Trentino l'applicazione di semplici norme sulle modalità di costruzione hanno ridotto questo valore fino a 30 kwh/anno per metro quadro.
Oggi circa il 78% dei consumi energetici domestici serve per il riscaldamento a cui va aggiunto un altro 25% per gli impianti di condizionamento. una casa costruita con i criteri della bioedilizia e ai nostri climi spesso puo' avere una temperatura ottimale tutto l'anno senza avere un impianto di riscaldamento. Con un semplice calcolo facendo scendere i consumi da 200 Kwh/anno a 50 Kwh/anno e considerando il numero degli appartamenti cittadini e una dimensione media di 90 m2 Trani risparmierebbe 75 MegaWatt all'anno, ricordiamo che l'inceneritore ne avrebbe prodotti 10!!
Se a questo l'AMET invece sprecare soldi per finanziare feste e promuovere navi senza passeggeri, investisse in un serio progetto per dotare tutti i tetti cittadini di pannelli fotovoltaici, Trani potrebbe veramente diventare una città del futuro. Queste sono le centrali elettriche che vogliamo, ci fanno risparmiare soldi, ci rendono indipendenti dal prezzo del petrolio e non inquinano la nostra terra.
Si potrebbe avere tutti questi vantaggi senza spendere un soldo ma semplicemente inserendo all'interno del regolamento edilizio allegato al PUG una norma che imponga il limite di 50 kwh/anno di dispersione su le nuove costruzioni e sulle ristrutturazioni. L'applicazione di queste regole comporta un incremento di circa il 15% sui costi di costruzione, che attualmente si ripercuoterebbe solo sui profitti di chi costruisce visto l'enorme disparità tra costi di realizzazione e prezzo di vendita, e comunque basterebbe aggiungere poche altre agevolazioni a quelle esistenti per coprire completamente questo aumento di costi oltre ad un successivo eterno risparmio in bolletta e salute. Questi sono gli argomenti che dovrebbero appassionare la discussione sull'urbanistica nella nostra città invece sentiamo solo parlare di indici e m3 di cemento. Noi pensiamo che se chi governa sa solo litigare su come cementificare selvaggiamente è meglio che vada a casa.»Partito della Rifondazione Comunista - Trani