Eventi e cultura
Valdemaro Vecchi, pioniere dell'arte tipografica in Puglia
Renato Russo presenta il suo ultimo lavoro editoriale sul grande tipografo editore
Trani - giovedì 15 febbraio 2007
Nell'ambito delle celebrazioni per la ricorrenza del 170° anniversario della nascita del grande filosofo e deputato tranese Giovanni Bovio, le Associazioni Culturali Traninostra e TraniTradizioni, con il patrocinio del Comune di Trani, hanno organizzato per Sabato 17 febbraio alle ore 18.30 nel salone dell'Auditorium San Luigi in Piazza Mazzini la presentazione del libro "Valdemaro Vecchi – ricordo del grande autore editore" scritto per l'editrice Rotas dal noto scrittore barlettano Renato Russo a cento anni dalla morte del Vecchi che avvenne proprio a Trani l'8 febbraio 1906. Infatti, a Trani, fu dedicato anni orsono, su tenace iniziativa del prof. Di Palo, il locale Liceo Scientifico nel cui ingresso sono ancora oggi conservati alcuni strumenti tipografici salvati dall'incuria e dall'abbandono.
Strano destino quello del Vecchi che fu per quel periodo un "emigrante" al rovescio, nel senso che mentre tutti allora e soprattutto negli anni successivi andavano da Sud al Nord, egli fece il viaggio inverso, lasciando la sua amata Fidenza per venire a Barletta prima, il 28 dicembre 1868, e undici anni dopo a Trani, allora sede di Corte di Appello delle Puglie, ove rimase sino alla morte, lasciando indelebile la sua impronta culturale che rese famosa la sua casa editrice facendola divenire luogo prediletto non solo per il grande filosofo napoletano Benedetto Croce, ma per i migliori talenti che in quegli anni resero celebri le sue pubblicazioni in tutta la Puglia ed il Meridione: Arcangelo Prologo, Giovanni Beltrani, Francesco Carabellese, Giovanni Bovio, Giuseppe Petraglione, Giacinto Francia, Cesare Ricco, e tanti altri.
Come scrive nella prefazione del libro il giornalista Michele Cristallo, un aspetto pregevole di questo lavoro di Renato Russo è la contestualizzazione dell'opera del Vecchi nella cronologia dei maggiori avvenimenti di quegli anni sul piano politico-culturale: l'elezione al Parlamento di autorevoli esponenti della vita politica e culturale di Puglia (Giovanni Bovio, Orazio Spagnoletti, Francesco De Sanctis, Matteo Renato Imbriani); la fondazione del "Corriere delle Puglie" che sarebbe poi diventato "La Gazzetta del Mezzogiorno"; la nascita della gloriosa casa editrice Laterza che stampava dal Vecchi, e soprattutto la nascita di tante testate che hanno fatto la storia del giornalismo pugliese e che all'epoca furono un validissimo strumento di crescita socio-economica e culturale della gente di Puglia. E così conclude: "Con questo lavoro Renato Russo rende giustizia alla memoria di un uomo ingiustamente dimenticato, dimostrandosi ancora una volta interprete intelligente di quel passato e di quella società". Con Valdemaro Vecchi la città di Trani visse una irrepetibile stagione della grande editoria, perché il Vecchi preferì trasferirsi qui da Barletta intuendo sin da allora come nella città della Corte di Appello delle Puglie avrebbe potuto trovare, come trovò, ampio e fertile terreno per le sue mille iniziative culturali ed editoriali. A Trani Valdemaro Vecchi raggiunse la sua perfezione, dapprima come tipografo stampando veri capolavori ( non per nulla lo stesso Croce lo definì tipografo-artista), e poi come editore che si trasformerà in promotore della cultura in Puglia soprattutto a partire dalla stampa della Rassegna Pugliese, attorno alla quale seppe mobilitare le energie intellettuali più vice del tempo, un nucleo di studiosi, scrittori, storici e letterati, alcuni dei quali assursero a fama nazionale ed europea. Fermenti culturali nati dapprima a Barletta e poi manifestatisi compiutamente nei cinque lustri di permanenza a Trani, tanto da far scrivere al compianto prof. Michele Dell'Aquila dell'Università di Bari che quegli anni segnarono " Tra Barletta e Trani l'inizio del risveglio culturale post-risorgimentale pugliese". Grazie a Valdemaro Vecchi Trani accrebbe in quegli anni il suo prestigioso ruolo di centro di studi giuridici e culturali dell'intera regione Puglia.
Strano destino quello del Vecchi che fu per quel periodo un "emigrante" al rovescio, nel senso che mentre tutti allora e soprattutto negli anni successivi andavano da Sud al Nord, egli fece il viaggio inverso, lasciando la sua amata Fidenza per venire a Barletta prima, il 28 dicembre 1868, e undici anni dopo a Trani, allora sede di Corte di Appello delle Puglie, ove rimase sino alla morte, lasciando indelebile la sua impronta culturale che rese famosa la sua casa editrice facendola divenire luogo prediletto non solo per il grande filosofo napoletano Benedetto Croce, ma per i migliori talenti che in quegli anni resero celebri le sue pubblicazioni in tutta la Puglia ed il Meridione: Arcangelo Prologo, Giovanni Beltrani, Francesco Carabellese, Giovanni Bovio, Giuseppe Petraglione, Giacinto Francia, Cesare Ricco, e tanti altri.
Come scrive nella prefazione del libro il giornalista Michele Cristallo, un aspetto pregevole di questo lavoro di Renato Russo è la contestualizzazione dell'opera del Vecchi nella cronologia dei maggiori avvenimenti di quegli anni sul piano politico-culturale: l'elezione al Parlamento di autorevoli esponenti della vita politica e culturale di Puglia (Giovanni Bovio, Orazio Spagnoletti, Francesco De Sanctis, Matteo Renato Imbriani); la fondazione del "Corriere delle Puglie" che sarebbe poi diventato "La Gazzetta del Mezzogiorno"; la nascita della gloriosa casa editrice Laterza che stampava dal Vecchi, e soprattutto la nascita di tante testate che hanno fatto la storia del giornalismo pugliese e che all'epoca furono un validissimo strumento di crescita socio-economica e culturale della gente di Puglia. E così conclude: "Con questo lavoro Renato Russo rende giustizia alla memoria di un uomo ingiustamente dimenticato, dimostrandosi ancora una volta interprete intelligente di quel passato e di quella società". Con Valdemaro Vecchi la città di Trani visse una irrepetibile stagione della grande editoria, perché il Vecchi preferì trasferirsi qui da Barletta intuendo sin da allora come nella città della Corte di Appello delle Puglie avrebbe potuto trovare, come trovò, ampio e fertile terreno per le sue mille iniziative culturali ed editoriali. A Trani Valdemaro Vecchi raggiunse la sua perfezione, dapprima come tipografo stampando veri capolavori ( non per nulla lo stesso Croce lo definì tipografo-artista), e poi come editore che si trasformerà in promotore della cultura in Puglia soprattutto a partire dalla stampa della Rassegna Pugliese, attorno alla quale seppe mobilitare le energie intellettuali più vice del tempo, un nucleo di studiosi, scrittori, storici e letterati, alcuni dei quali assursero a fama nazionale ed europea. Fermenti culturali nati dapprima a Barletta e poi manifestatisi compiutamente nei cinque lustri di permanenza a Trani, tanto da far scrivere al compianto prof. Michele Dell'Aquila dell'Università di Bari che quegli anni segnarono " Tra Barletta e Trani l'inizio del risveglio culturale post-risorgimentale pugliese". Grazie a Valdemaro Vecchi Trani accrebbe in quegli anni il suo prestigioso ruolo di centro di studi giuridici e culturali dell'intera regione Puglia.