Vita di città
Versione su Berlusconi, scrive l'associazione "La Maria del porto"
«A rischio la libertà di insegnamento»
Trani - sabato 6 febbraio 2010
«La grottesca vicenda che ha visto coinvolta – suo malgrado, come ha più volte ripetuto - la prof. Angela Di Nanni del Liceo Scientifico Vecchi di Trani esige una presa di posizione anche nell'opinione pubblica sulla base di alcune imprescindibili considerazioni sulla situazione in cui versa l'insegnamento in questo periodo nel nostro paese.
Mentre le difficoltà che tutti i giorni vivono docenti e discenti nelle scuole non vengono assolutamente prese in considerazione dal Ministero, né tanto meno diventano oggetto di ispezioni – che sarebbero auspicabili e benvenute –, una docente, che fa il suo dovere con la piena approvazione dei colleghi, del dirigente e degli studenti, solo per aver usato un articolo di attualità come versione di latino – in cui si leggono senza commenti di sorta le frasi che ogni telegiornale ripete a proposito delle vicende del Presidente del Consiglio – viene letteralmente trasformata in un ‘caso' pericoloso da far esaminare dal Coordinatore nazionale degli ispettori del Ministero dell'Istruzione. Nell'operato della prof. Di Nanni, già indagato a tutto tondo dall'ispettore scolastico, non vi sono né intenzioni né frasi offensive o faziose, solo la scelta libera di un testo il cui contenuto potesse essere già noto agli studenti.
Quello che appare in pericolo è proprio questa libertà di scelta, che certo non può essere assoluta, ma nella quale il Ministero vorrebbe pesantemente intervenire o almeno creare un precedente per tappare preventivamente la bocca agli spiriti liberi e creare un clima intimidatorio.
Come libere cittadine e alcune di noi come docenti riteniamo di dover far sentire con forza la nostra voce a difesa della libertà di insegnamento sancita già dall'art. 33 1° comma della nostra Costituzione e implicitamente ricompresa entro la più ampia libertà di manifestazione del pensiero garantita all'art. 21, oltre che dalla "Raccomandazione riguardante lo status dell'insegnante" deliberata a Parigi il 5 ottobre 1966 dalla speciale Conferenza intergovernativa convocata dall'UNESCO (VIII - Diritti e doveri degli insegnanti – Libertà professionali art. 61), ribadendo, dunque, la necessità di operare per stimolare lo spirito critico, la discussione e il confronto delle idee. Non abbiamo paura delle ispezioni, anzi le vorremmo per vedere in quali aule, con quali pochi mezzi, con quanta pazienza e creatività dirigenti e docenti cercano di garantire – nonostante tutto – un percorso formativo per i nostri studenti. Recuperare un po' di buon senso e un po' di operatività (tempestiva, come in questo caso balordo) là dove l'intervento è atteso invano da anni ( e non ci dilunghiamo qui sulle mancanze delle nostre scuole) è quello di cui avremmo tanto bisogno».
Il Direttivo dell'Associazione culturale "La Maria del porto"
Mentre le difficoltà che tutti i giorni vivono docenti e discenti nelle scuole non vengono assolutamente prese in considerazione dal Ministero, né tanto meno diventano oggetto di ispezioni – che sarebbero auspicabili e benvenute –, una docente, che fa il suo dovere con la piena approvazione dei colleghi, del dirigente e degli studenti, solo per aver usato un articolo di attualità come versione di latino – in cui si leggono senza commenti di sorta le frasi che ogni telegiornale ripete a proposito delle vicende del Presidente del Consiglio – viene letteralmente trasformata in un ‘caso' pericoloso da far esaminare dal Coordinatore nazionale degli ispettori del Ministero dell'Istruzione. Nell'operato della prof. Di Nanni, già indagato a tutto tondo dall'ispettore scolastico, non vi sono né intenzioni né frasi offensive o faziose, solo la scelta libera di un testo il cui contenuto potesse essere già noto agli studenti.
Quello che appare in pericolo è proprio questa libertà di scelta, che certo non può essere assoluta, ma nella quale il Ministero vorrebbe pesantemente intervenire o almeno creare un precedente per tappare preventivamente la bocca agli spiriti liberi e creare un clima intimidatorio.
Come libere cittadine e alcune di noi come docenti riteniamo di dover far sentire con forza la nostra voce a difesa della libertà di insegnamento sancita già dall'art. 33 1° comma della nostra Costituzione e implicitamente ricompresa entro la più ampia libertà di manifestazione del pensiero garantita all'art. 21, oltre che dalla "Raccomandazione riguardante lo status dell'insegnante" deliberata a Parigi il 5 ottobre 1966 dalla speciale Conferenza intergovernativa convocata dall'UNESCO (VIII - Diritti e doveri degli insegnanti – Libertà professionali art. 61), ribadendo, dunque, la necessità di operare per stimolare lo spirito critico, la discussione e il confronto delle idee. Non abbiamo paura delle ispezioni, anzi le vorremmo per vedere in quali aule, con quali pochi mezzi, con quanta pazienza e creatività dirigenti e docenti cercano di garantire – nonostante tutto – un percorso formativo per i nostri studenti. Recuperare un po' di buon senso e un po' di operatività (tempestiva, come in questo caso balordo) là dove l'intervento è atteso invano da anni ( e non ci dilunghiamo qui sulle mancanze delle nostre scuole) è quello di cui avremmo tanto bisogno».
Il Direttivo dell'Associazione culturale "La Maria del porto"