Politica
Via Zanardelli: interviene Ines Fabbretti per i DS
«Prima si sono date le licenze di occupazione suolo senza porre vincoli...»
Trani - giovedì 30 novembre 2006
«Ci risiamo, a Trani sicuramente avremo un altro caso simile a quello che ha interessato lo spostamento delle giostrine. Mi riferisco alle ingiuste scelte che si stanno compiendo a discapito dei locali di ristorazione posti in via Zanardelli. Premesso che non ho nessuna intenzione di tifare per chicchessia, credo sia opportuno fare chiarezza ed omogeneizzare alcune decisioni prese dalla giunta di destra per tutta la zona storica, e giammai per una sola ed esclusiva strada.
Detto ciò, dobbiamo ricordare che prima si sono date le licenze di occupazione suolo senza porre vincoli, poi, quando ognuno ha acquistato le attrezzature e ci si è reso conto che Trani era diventata una città vestita come arlecchino, si è imposto ai negozianti di buttare tutto ed acquistare ombrelloni di colore bianco. Non finisce qui, perché l'anno successivo si è chiesto di buttare anche gli ombrelloni bianchi e di impiantare quelli che oggi chiamano "baracche". Abbiamo l'impressione che si stia giocando con i soldi di questa gente come si è giocato con il lavoro dei giostrai.
Oggi, dopo un ricorso al TAR fatto dai commercianti, giustamente aggiungo io, visto che l'amministrazione comunale di destra aveva deciso (cambiando nuovamente idea) lo smantellamento delle costosissime strutture, ci si trova di fronte alla scelta di ricorrere o no al Consiglio di Stato. Ma qualcuno crede veramente che costoro possano essere repressi in questa maniera e subire passivamente lo sfratto, anche se hanno pagato la tassa comunale fino a fine anno? O che impassibili possano assistere ad una così forte discriminazione, in un intero centro storico invaso dalle cosiddette "baracche"?
La scrivente, insieme ai DS di Trani, crede che sia possibile frenare questo ambiguo percorso, che nel periodo natalizio danneggerebbe tutti, perciò abbiamo chiesto al Commissario Prefettizio un incontro da farsi con gli interessati per esplorare soluzioni, anche se transitorie, che evitino inutili contenziosi.»Ines Fabbretti
Democratici di sinistra
Detto ciò, dobbiamo ricordare che prima si sono date le licenze di occupazione suolo senza porre vincoli, poi, quando ognuno ha acquistato le attrezzature e ci si è reso conto che Trani era diventata una città vestita come arlecchino, si è imposto ai negozianti di buttare tutto ed acquistare ombrelloni di colore bianco. Non finisce qui, perché l'anno successivo si è chiesto di buttare anche gli ombrelloni bianchi e di impiantare quelli che oggi chiamano "baracche". Abbiamo l'impressione che si stia giocando con i soldi di questa gente come si è giocato con il lavoro dei giostrai.
Oggi, dopo un ricorso al TAR fatto dai commercianti, giustamente aggiungo io, visto che l'amministrazione comunale di destra aveva deciso (cambiando nuovamente idea) lo smantellamento delle costosissime strutture, ci si trova di fronte alla scelta di ricorrere o no al Consiglio di Stato. Ma qualcuno crede veramente che costoro possano essere repressi in questa maniera e subire passivamente lo sfratto, anche se hanno pagato la tassa comunale fino a fine anno? O che impassibili possano assistere ad una così forte discriminazione, in un intero centro storico invaso dalle cosiddette "baracche"?
La scrivente, insieme ai DS di Trani, crede che sia possibile frenare questo ambiguo percorso, che nel periodo natalizio danneggerebbe tutti, perciò abbiamo chiesto al Commissario Prefettizio un incontro da farsi con gli interessati per esplorare soluzioni, anche se transitorie, che evitino inutili contenziosi.»Ines Fabbretti
Democratici di sinistra