Eventi e cultura
Villa comunale, a Palazzo Beltrani una tavola rotonda in occasione del bicentenario dalla sua nascita
Grande partecipazione per l'evento organizzato dalla soprintendenza delle province di Foggia e Barletta – Andria – Trani
Trani - domenica 10 novembre 2024
10.45
Per la prima volta a Trani si è parlato delle ville comunali, dentro e fuori dalla Puglia. Lo si è fatto in occasione del bicentenario della sua nascita; la villa, infatti, fu progettata dall'architetto e ingegnere Francesco Salimeci e realizzata tra il 1823 e il 1824, grazie all'apporto di diversi privati provenienti da altre città limitrofe, come il Marchese Bonelli, che diede il suo contributo dal punto di vista botanico grazie al suo sapiente giardiniere, facendo arrivare diverse specie di piante dal Gargano.
Il focus dell'evento ha riguardato soprattutto la funzione che la villa ha avuto nello sviluppo della città, come hanno illustrato alcune docenti del politecnico di Bari, tra cui Francesca Onesti e Anita Guarnieri, quest'ultima anche soprintendente SABAT Foggia, del diverso valore e significato che il giardino storico ha avuto nel tempo, grazie alla relazione del prof. Cazzato, docente di architettura dell'Università del Salento.
La villa comunale di Trani nasce come un luogo di passeggio; affacciata sul mare, rappresenta un unicum in Puglia e in Italia. Per questo motivo la stessa fu dotata fin dall'inizio di mura fortificate, e anzi fungeva proprio da ulteriore fortificazione, affacciandosi sul mare. Proprio le mura di cinta, oggi meglio conosciute come muraglione, sono oggetto di attenzione sia da parte dei cittadini che delle istituzioni; le condizioni dello stesso, un tempo protetto anche dai lidi che sorgevano ai suoi piedi, sono ora assolutamente indecorose, e per questo motivo il sindaco, insieme alla soprintendente hanno assicurato che i lavori per la completa ristrutturazione della villa e del suo muraglione stanno procedendo, pur con le tante difficoltà che comporta un progetto di tale complessità.
Il giardino storico tranese ha rivestito un ruolo di primordine nello sviluppo dell'intera città di Trani: infatti, la sua struttura ben definita e lineare è stata da esempio per la formazione dell'intero quartiere murattiano. La struttura a cardo e decumano che si ritrova nella villa, infatti, la si può ritrovare anche nella pianta urbana di Trani, e ne sono un esempio corso Cavour che incontra corso Vittorio Emanuele e collega simbolicamente e direttamente la villa alla stazione.
La villa, oggi gestita esclusivamente dal Comune, meriterebbe una gestione condivisa da più enti, fa notare la soprintendente Guarnieri: un monumento di tale complessità, infatti, necessita di un'attenzione particolare. Sono innumerevoli gli elementi di pregio a cui forse non si fa più caso: lo chalet, in origine adibito a caffè, il viale alberato e le aiuole, un tempo ricche di piante di diverse specie, scelte sapientemente da chi progettò la villa; i numerosi "giardini nei giardini", come ha illustrato il prof. Cazzato nella sua disquisizione, ovvero giardini preesistenti alla costruzione della villa e appartenenti ai privati (nel caso della vita tranese il giardini già esistente era quello del convento di San Domenico); e ancora cassa armonica, elemento architettonico tra i più particolari della villa, cui facevano da pendant i lampioni originali, purtroppo oggi sostituiti quasi del tutto.
L'incontro con delle figure esperte e la mostra relativa ha permesso di posare lo sguardo su una villa di Trani inedita, dal valore storico inestimabile, un monumento di primaria importanza nella vita cittadina, capace di segnarne l'intero sviluppo. Per il futuro, la villa che ci si immagina e ci si augura di realizzare è un giardino ricco di storia, assistito dalla giusta manutenzione, grazie ad una gestione che vada di pari passo rispetto agli interventi di restauro e di ristrutturazione, che non devono essere separati ed autonomi, ma organici. Questo è ciò che hanno auspicato i relatori.
Il focus dell'evento ha riguardato soprattutto la funzione che la villa ha avuto nello sviluppo della città, come hanno illustrato alcune docenti del politecnico di Bari, tra cui Francesca Onesti e Anita Guarnieri, quest'ultima anche soprintendente SABAT Foggia, del diverso valore e significato che il giardino storico ha avuto nel tempo, grazie alla relazione del prof. Cazzato, docente di architettura dell'Università del Salento.
La villa comunale di Trani nasce come un luogo di passeggio; affacciata sul mare, rappresenta un unicum in Puglia e in Italia. Per questo motivo la stessa fu dotata fin dall'inizio di mura fortificate, e anzi fungeva proprio da ulteriore fortificazione, affacciandosi sul mare. Proprio le mura di cinta, oggi meglio conosciute come muraglione, sono oggetto di attenzione sia da parte dei cittadini che delle istituzioni; le condizioni dello stesso, un tempo protetto anche dai lidi che sorgevano ai suoi piedi, sono ora assolutamente indecorose, e per questo motivo il sindaco, insieme alla soprintendente hanno assicurato che i lavori per la completa ristrutturazione della villa e del suo muraglione stanno procedendo, pur con le tante difficoltà che comporta un progetto di tale complessità.
Il giardino storico tranese ha rivestito un ruolo di primordine nello sviluppo dell'intera città di Trani: infatti, la sua struttura ben definita e lineare è stata da esempio per la formazione dell'intero quartiere murattiano. La struttura a cardo e decumano che si ritrova nella villa, infatti, la si può ritrovare anche nella pianta urbana di Trani, e ne sono un esempio corso Cavour che incontra corso Vittorio Emanuele e collega simbolicamente e direttamente la villa alla stazione.
La villa, oggi gestita esclusivamente dal Comune, meriterebbe una gestione condivisa da più enti, fa notare la soprintendente Guarnieri: un monumento di tale complessità, infatti, necessita di un'attenzione particolare. Sono innumerevoli gli elementi di pregio a cui forse non si fa più caso: lo chalet, in origine adibito a caffè, il viale alberato e le aiuole, un tempo ricche di piante di diverse specie, scelte sapientemente da chi progettò la villa; i numerosi "giardini nei giardini", come ha illustrato il prof. Cazzato nella sua disquisizione, ovvero giardini preesistenti alla costruzione della villa e appartenenti ai privati (nel caso della vita tranese il giardini già esistente era quello del convento di San Domenico); e ancora cassa armonica, elemento architettonico tra i più particolari della villa, cui facevano da pendant i lampioni originali, purtroppo oggi sostituiti quasi del tutto.
L'incontro con delle figure esperte e la mostra relativa ha permesso di posare lo sguardo su una villa di Trani inedita, dal valore storico inestimabile, un monumento di primaria importanza nella vita cittadina, capace di segnarne l'intero sviluppo. Per il futuro, la villa che ci si immagina e ci si augura di realizzare è un giardino ricco di storia, assistito dalla giusta manutenzione, grazie ad una gestione che vada di pari passo rispetto agli interventi di restauro e di ristrutturazione, che non devono essere separati ed autonomi, ma organici. Questo è ciò che hanno auspicato i relatori.