Politica
Visibelli: «Pochi soldi? E allora perché non vendere l’Amet?»
Intervista a tutto tondo con l’assessore di Forza Trani
Trani - mercoledì 14 novembre 2007
Roberto Visibelli torna a parlare. Lo fa con Traniweb, raccontando questi difficili mesi di attività politica che lo hanno visto impegnato sia come riferimento politico del suo movimento (Forza Trani) che come assessore della giunta Tarantini. L'elezione del presidente del Consiglio è argomento ancora di portante attualità su cui il Senatore vuol spendere due parole: «Le modalità che hanno portato all'elezione del dr. Di Marzio - dice Visibelli - credo siano sintomatiche di un permanente disagio politico che si avverte a tutte le latitudini. Mi sorprende e sconcerta, ad esempio, il comportamento della sinistra tranese che annuncia ex post di aver votato l'attuale presidente adducendo motivazioni che francamente non comprendo. Quasi nessuno però ha messo in risalto le anomalie di un voto che lascia molte ombre». Una delle scommesse del Tarantini bis è stata quella di puntare su una squadra di assessori giovane, con molti alla prima esperienza. A far da chioccia al gruppo, nell'esecutivo, c'è anche Visibelli che risponde così a chi gli fa notare come, all'esterno, sembra avvertirsi una situazione di difficoltà governativa: «Il periodo di rodaggio di una macchina complessa come il Comune di Trani è il dazio inevitabile che deve pagare chi è alla prima esperienza in campo politico. Di certo non ci aiuta il problema della nomina o della conferma dei dirigenti. E se poi guardiamo all'eredità che ci ha lasciato Trovato, con un bilancio molto castrato, potete capire bene come, anche l'assessore più intraprendente, per il momento, deve accontentarsi di far le nozze con i fichi secchi. Gli scenari futuri non sono neanche così rosei: non è un caso che Dominici, sindaco di sinistra, stia montando una rivolta nei confronti del governo Prodi, per la decisione di ridurre ulteriormente gli stanziamenti agli Enti locali. Il problema delle risorse non affligge solo Trani ma la quasi totalità dei Comuni italiani con grosse ripercussioni soprattutto per i servizi sociali, intesi in senso lato, sui quali inevitabilmente si va a tagliare per riempire altri capitoli di spesa. È chiaro che noi però dobbiamo guardare ai guai di casa nostra e trovare il modo per operare senza incidere sulle tasche dei cittadini». E sul modo di far cassa Visibelli dice: «Siamo costretti, come molti altri Comuni, a mettere all'asta un bel pò di proprietà comunali. Decisione inappuntabile, ma perché non pensare alla vendita di Amet? Proprio in questi giorni ho posto in un'istanza alcuni interrogativi legati all'azienda. Amet, oggi, riesce ad assolvere quelle funzioni per la quale era stata fondata? Direi proprio di no. E allora perché non pensare di venderla?». E con questa "calcassa" finale il Senatore si (e ci) congeda.