Eventi e cultura
"Waiting to die alone", tra Beckett e sperimentazione
Debutta al Teatro Abeliano la nuova produzione di I'M Teatro IndipendenteMente
Trani - domenica 4 gennaio 2015
7.20
In scena il 16 gennaio 2015, alle ore 21, presso il nuovo teatro Abeliano di Bari, all'interno della rassegna On a Human Scale, "Waiting to die Alone- deposizione scomposta per assaggi limitati", la nuova produzione in prima nazionale di I'M Teatro IndipendenteMente, con il sostegno de Il Cielo di Carta - scuola di Teatro. Approda a Bari all'interno di un contenitore attualmente unico come il teatro Abeliano, diretto da Vito Signorile, per il panorama del teatro contemporaneo al sud, lo spettacolo che vede il ritorno in scena del rifacimento della prima opera della compagnia completamente trasformata, con una Annamaria Di Pinto in prima linea insieme all'altra metà della compagnia I'M Teatro Attanasio Finiguerra, come autori e registi.
Lo spettacolo, di e con Annamaria Di Pinto,vede la partecipazione di Antonia Parente, Stefania Armentano, Lucia Amoruso, Lucia Porro e Ginevra. Le musiche, selezionate tra le discografie di Aphex Twin, Cocorosie e Jóhann Jóhannsson, sono curate da Atta Dauniadub. Testi e regia sono, invece, di Annamaria Di Pinto e Attanasio Finiguerra, liberamente ispirati anche a "Psicosi delle 4 e 48" di Sarah Kane, "Waiting for Godot" e "Novelle e testi per nulla" di Samuel Beckett.
A descrivere l'essenza dello spettacolo, la regista Annamaria Di Pinto: «Lo spettacolo tratta tematiche relative al Corpo della donna e alla sua frustrazione rispetto al preteso perfezionismo sociale, che genera complesse malattie mentali come anoressia e bulimia. Una solitudine che ha origine nei rapporti materni e sfocia nella riscoperta di una identità e unicità perdute. Il tutto attraverso un linguaggio del corpo, e del testo, onirico, surreale e poetico ma incredibilmente concreto, commovente, scomposto. In un mondo che la uccide quotidianamente, la Donna trova la sua grandezza attraverso le sue origini divenendo un essere potente ed indistruttibile. Questo solo dopo essere rimasta finalmente e fieramente da sola. Forse uno spettacolo filosofico e carnale».
Sul momento storico del teatro, Annamaria Di Pinto e Attanasio Finiguerra, membri della compagnia I'M Teatro così si pronunciano: «I tempi cambiano alla svelta e bisogna mettersi in discussione, in profondità, sempre un po' avanti nelle forme, nei linguaggi, nei modi di essere. I tempi sono duri e basta poco per essere schiacciati. Ci muoviamo istintivi e calcolatori, trainati da una fame disperata, immergendoci in mondi sempre diversi, con alcuni fedeli compagni di viaggio, per mantenere alta la qualità della nostra fame, soprattutto Beckett e il cinema».
Lo spettacolo, di e con Annamaria Di Pinto,vede la partecipazione di Antonia Parente, Stefania Armentano, Lucia Amoruso, Lucia Porro e Ginevra. Le musiche, selezionate tra le discografie di Aphex Twin, Cocorosie e Jóhann Jóhannsson, sono curate da Atta Dauniadub. Testi e regia sono, invece, di Annamaria Di Pinto e Attanasio Finiguerra, liberamente ispirati anche a "Psicosi delle 4 e 48" di Sarah Kane, "Waiting for Godot" e "Novelle e testi per nulla" di Samuel Beckett.
A descrivere l'essenza dello spettacolo, la regista Annamaria Di Pinto: «Lo spettacolo tratta tematiche relative al Corpo della donna e alla sua frustrazione rispetto al preteso perfezionismo sociale, che genera complesse malattie mentali come anoressia e bulimia. Una solitudine che ha origine nei rapporti materni e sfocia nella riscoperta di una identità e unicità perdute. Il tutto attraverso un linguaggio del corpo, e del testo, onirico, surreale e poetico ma incredibilmente concreto, commovente, scomposto. In un mondo che la uccide quotidianamente, la Donna trova la sua grandezza attraverso le sue origini divenendo un essere potente ed indistruttibile. Questo solo dopo essere rimasta finalmente e fieramente da sola. Forse uno spettacolo filosofico e carnale».
Sul momento storico del teatro, Annamaria Di Pinto e Attanasio Finiguerra, membri della compagnia I'M Teatro così si pronunciano: «I tempi cambiano alla svelta e bisogna mettersi in discussione, in profondità, sempre un po' avanti nelle forme, nei linguaggi, nei modi di essere. I tempi sono duri e basta poco per essere schiacciati. Ci muoviamo istintivi e calcolatori, trainati da una fame disperata, immergendoci in mondi sempre diversi, con alcuni fedeli compagni di viaggio, per mantenere alta la qualità della nostra fame, soprattutto Beckett e il cinema».