Eventi e cultura

World Aids Day 2009. 4000 nuove infezioni HIV in Italia

La Lila lancia la campagna Yes we condom

Per il World Aids Day sono stati diffusi i nuovi dati della pandemia, ma in Italia il sistema di sorveglianza non è completo, le nuove infezioni sono in aumento, la prevenzione istituzionale è insufficiente e non in linea con quella internazionale. La Lila lancia due messaggi forti di prevenzione: l'opuscolo hiv/aids: + risposte – dubbi e la campagna Yes we condom - scatta e partecipa.

La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV presentata ieri dal Ministero della Salute - attivata peraltro in sole 11 regioni italiane - dice di 4.000 nuove diagnosi l'anno. Un dato che mette l'Italia fra i Paesi dell'Europa occidentale con un'incidenza medio-alta, come ha detto anche il viceministro Ferruccio Fazio. Il Rapporto Euro Hiv Index 2009 mostra l'Italia negli ultimi posti della classifica europea in tema di prevenzione: siamo al 27esimo posto, su 29 Paesi. La prevenzione in Italia sembra essere una cosa difficilissima da realizzarsi, contro le indicazioni di tutti gli organismi internazionali (non ultima la Comunità Europea) e da tempo sono totalmente assenti campagne rivolte ai gruppi più vulnerabili.

Le informazioni fornite sul contagio da siti istituzionali sono spesso errate, confuse, fuorvianti e ansiogene e ciò è molto grave: viene ancora dato come sicuro un "periodo finestra" (il tempo che intercorre da un possibile comportamento a rischio alla certezza dell'esito, positivo o negativo, del test Hiv) di sei mesi, mentre l'indicazione internazionale è di tre mesi. O si forniscono "suggerimenti" sulla sicurezza di certi comportamenti sessuali, che non trovano conferma in alcuna letteratura. E' questa la situazione che emerge anche nel report annuale compilato dalle Help Line della Lila, presenti su tutto il territorio nazionale. Si registra infatti una stragrande maggioranza di telefonate fatte sull'onda di timori immotivati, che derivano da una scarsa o errata conoscenza e percezione dei rischi. Significa da un lato percepire come rischioso un comportamento che non lo è, ma anche che un rischio reale può non essere percepito come tale.

Nel 2008 il 5% delle donne che si sono rivolte all'Help Line Lila, lo hanno fatto perché non convinte che il profilattico fosse sufficiente a proteggerle dai rischi, tale percentuale quest'anno è raddoppiata. Vi sono anche dati positivi, per esempio quelli che ritengono a rischio il bacio, sul totale dei chiamanti, sono passati dal 22 al 14,6% le donne e dal 9 al 5,4% gli uomini. Ma resta preoccupante che il 15% degli uomini e il 22% delle donne consideri comportamento a rischio la masturbazione reciproca. «Sono tutti dati da tenere in forte considerazione - ha dichiarato la presidente della Lila Alessandra Cerioli - perché mostrano la scarsa consapevolezza delle persone in materia di sesso protetto, che deriva anche dalle carenze della comunicazione istituzionale».
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