Ambiente
Zona Colonna a Trani, Oikos: "Da città giardino a città cemento"
"Oggi spuntano ville, villoni, veri e propri stabili condominiali, laddove prima c’erano gli spazi verdi privati"
Trani - sabato 24 agosto 2024
9.44
"Il quartiere di Colonna, la cosiddetta "città giardino" fu ideato dall'Ing. Arch. Enrico Bovio (Bari 1868 – Terlizzi 1943).
Enrico Emmanuele Bovio, figlio di Giacinto Luigi cugino di primo grado del filosofo Giovanni Bovio, nipote di Gennaro Bovio, apparteneva ad una famiglia di magistrati, proveniente da Altamura che si trasferì a Trani. È, dunque, tranese di adozione e a Trani visse a lungo e a Trani è sepolto.
Dopo la laurea in architettura conseguita a Napoli, entrò nel Regio Corpo del Genio Civile, dove fece carriera e divenne Ingegnere capo. Molte e prestigiose furono le sue opere, realizzate sia in Italia che nelle altre nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. In qualità di Ingegnere Architetto del Genio Civile si occupò principalmente di ospedali, edifici scolastici, ambasciate italiane all'estero, mentre nell'attività di libero professionista, di edifici scolastici, di edifici per civili abitazioni, di teatri e chiese. È stato coprogettista del policlinico Umberto I a Roma, progettista della clinica chirurgica della Regia Università di Parma, progettista di ambasciate, consolati e scuole italiane a Sofia, Porto Said, Costantinopoli, Atene, Sfax in Tunisia, Ankara, Alessandria d'Egitto, Salonicco, Scutari.
In Italia ha redatto, su incarico del Ministro Rava della Pubblica Istruzione, i progetti tipo di edifici per scuole elementari, distribuiti in tutti i comuni d'Italia. Ha partecipato ad alcuni importanti concorsi nazionali, tra cui quelli del palazzo littorio a Roma, della Biblioteca Nazionale di Firenze e della Stazione centrale di Firenze. A Roma progettò le case dei dipendenti dello stato. A Trani ricordiamo tra le sue opere più conosciute, il supercinema, la scuola elementare De Amicis, Il liceo classico, la chiesa Sacro Cuore e l'annessa casa per l'infanzia abbandonata.
Tra gli edifici privati ricordiamo il villino De Toma, ex sede dello Sporting Club e diversi villini nel quartiere di Colonna. In campo urbanistico fu promotore del modello di città giardino inglese che propose nel 1927 per la Grande Bari e subito dopo a Trani.
Spiace dover constatare che questo nostro illustre concittadino, citato in numerosi testi e riviste specializzate, sia stato dimenticato dai tranesi e finanche dalla commissione toponomastica, che nel 2009 bocciò la richiesta di toponimo. Spiace, soprattutto, assistere impotenti allo stravolgimento della città Giardino sorta a partire dal 1930 lungo la litoranea di Colonna su progetto dell'Ing. Enrico Bovio, con le sue graziose villette circondate da giardini.
Oggi spuntano ville, villoni, veri e propri stabili condominiali, laddove prima c'erano gli spazi verdi privati. Tra discutibili cessioni volumetriche a favore di alcuni lotti della zona e provenienti da suoli distanti e con diversa destinazione urbanistica e SCIA alternative al permesso di costruire, non sappiamo se pubblicate o meno sull'albo pretorio, nonché volumi che sembrano elevarsi oltre le altezze massime consentite, lentamente e inesorabilmente l'aggraziato ed elitario quartiere residenziale si sta trasformando in un quartiere anonimo e con poco verde, grazie agli abbattimenti degli alberi nelle aree pubbliche e private e le costruzioni moderne una attaccata all'altra. Qualcuno fermi questo scempio".
Enrico Emmanuele Bovio, figlio di Giacinto Luigi cugino di primo grado del filosofo Giovanni Bovio, nipote di Gennaro Bovio, apparteneva ad una famiglia di magistrati, proveniente da Altamura che si trasferì a Trani. È, dunque, tranese di adozione e a Trani visse a lungo e a Trani è sepolto.
Dopo la laurea in architettura conseguita a Napoli, entrò nel Regio Corpo del Genio Civile, dove fece carriera e divenne Ingegnere capo. Molte e prestigiose furono le sue opere, realizzate sia in Italia che nelle altre nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. In qualità di Ingegnere Architetto del Genio Civile si occupò principalmente di ospedali, edifici scolastici, ambasciate italiane all'estero, mentre nell'attività di libero professionista, di edifici scolastici, di edifici per civili abitazioni, di teatri e chiese. È stato coprogettista del policlinico Umberto I a Roma, progettista della clinica chirurgica della Regia Università di Parma, progettista di ambasciate, consolati e scuole italiane a Sofia, Porto Said, Costantinopoli, Atene, Sfax in Tunisia, Ankara, Alessandria d'Egitto, Salonicco, Scutari.
In Italia ha redatto, su incarico del Ministro Rava della Pubblica Istruzione, i progetti tipo di edifici per scuole elementari, distribuiti in tutti i comuni d'Italia. Ha partecipato ad alcuni importanti concorsi nazionali, tra cui quelli del palazzo littorio a Roma, della Biblioteca Nazionale di Firenze e della Stazione centrale di Firenze. A Roma progettò le case dei dipendenti dello stato. A Trani ricordiamo tra le sue opere più conosciute, il supercinema, la scuola elementare De Amicis, Il liceo classico, la chiesa Sacro Cuore e l'annessa casa per l'infanzia abbandonata.
Tra gli edifici privati ricordiamo il villino De Toma, ex sede dello Sporting Club e diversi villini nel quartiere di Colonna. In campo urbanistico fu promotore del modello di città giardino inglese che propose nel 1927 per la Grande Bari e subito dopo a Trani.
Spiace dover constatare che questo nostro illustre concittadino, citato in numerosi testi e riviste specializzate, sia stato dimenticato dai tranesi e finanche dalla commissione toponomastica, che nel 2009 bocciò la richiesta di toponimo. Spiace, soprattutto, assistere impotenti allo stravolgimento della città Giardino sorta a partire dal 1930 lungo la litoranea di Colonna su progetto dell'Ing. Enrico Bovio, con le sue graziose villette circondate da giardini.
Oggi spuntano ville, villoni, veri e propri stabili condominiali, laddove prima c'erano gli spazi verdi privati. Tra discutibili cessioni volumetriche a favore di alcuni lotti della zona e provenienti da suoli distanti e con diversa destinazione urbanistica e SCIA alternative al permesso di costruire, non sappiamo se pubblicate o meno sull'albo pretorio, nonché volumi che sembrano elevarsi oltre le altezze massime consentite, lentamente e inesorabilmente l'aggraziato ed elitario quartiere residenziale si sta trasformando in un quartiere anonimo e con poco verde, grazie agli abbattimenti degli alberi nelle aree pubbliche e private e le costruzioni moderne una attaccata all'altra. Qualcuno fermi questo scempio".