Agorà
A Trani serve una ventata d'aria fresca
Si scaldano i motori per le prossime elezioni
domenica 11 settembre 2011
Si stanno scaldano in motori in citta per le prossime votazioni amministrative. Come orientarsi? Noi cattolici siamo innamorati della politica come cittadinanza attiva, come bene comune, come alta espressione di una società tesa amettere al centro le persone con la loro dignità ed i loro bisogni. Per ciascuno dei candidati possiamo permetterci di dire una cosa, in modo forte e chiaro: ricordatevi che amministrare la casa di tutti vuol dire vivere una dimensione di autentico servizio quotidiano a favore della collettività e dei singoli. Siamo stanchi di una politica fatta di arroganza, di carrierismi. Vogliamo una politica incarnata da persone che sappiano amare gli altri, fare scelte per il bene di tutti.
Chi conosce tra i candidati persone cosi ha un'unica opzione: le sostenga, e poco importa a quale coalizione appartengano. Conta solo che con queste persone la politica potrà ripartire e tornare ad essere vicina alla vita concreta della gente. Uomini così ce ne sono, per fortuna. A noi il gusto di scovarli e di valorizzarli. Ne vale la pena. I valori si testimoniamo e non si spiegano. Queste due affermazioni portano ad una riflessione inevitabile.
In una città al sindaco viene chiesto di orientare e garantire una forte attenzione al bene comune, cive echiamato a rendere un servizio difficile ma indispensabile, con tanti grattacapi e responsabilità. Nelle sue mani e nel suo cuore noi cittadini consegniamo a tutto tondo la nostra speranza. Soltanto lui può tradurre i bei e grandi discorsi in esperienza concreta vissuta e testimoniata ogni giorno. Se sarà capace di fare incontare la città e di regalare emozioni, motivazioni e competenze, sarà un buon sindaco di tutti. Ci sara lui e ci saremo noi cittadini. Ma quali caratteristiche dovrà avere? Vorrei richiamare tre urgenze.
La prima è di avere uno sguardo capace du spingersi lontano, dando slancio all'azione politica pagando un prezzo anche a livello personale per il conseguimento di un fine che ne valga la pena. La seconda è di non limitarsi a giudizi meramente pragmatici nelle scelte da fare, ma di sforzarsi di confrontarsi con l'assolutezza dei giudizi etici. Non si vive di solo pane. Il pane è importante, la libertà è più importante, ma la cosa più importante di tutte è la fedeltà mai tradita. Per cui abbiamo bisogno di qualcuno pronto a non cedere al compromesso morale, deciso nel rifiutare la menzogna ed il vantaggio egoistico, testimone di valori vissuti in prima persona, almeno sul piano della tensione e dello sforzo onesto. La terza è che non potrà non proporsi come scopo prioritario del suo agire il servizio al bene comune, servendo i meno fortunati. Perchè è vero che il meglio è nemico del bene, ma è persino più vero che il male non può e non deve essere spacciato per bene.
Io continuo a credere che bisogna puntare ad osteggiare con forza e continuità la malpolitica e la cattiva amministrazione pubblica e tornare a saper condividere scelte per il futuro e per l'equilibrio sociale. Credo, perciò, che serve un bel salto di qualità in una politica da troppo tempo consegnata alle logiche della quantità (che aiuta a stare al potere, ma non a governare ed amministrare davvero). Occorrono motivazioni alte ed idee chiare, per salire a compromessi.
Buongiorno, primavera tranese. Tentare non significa riuscire, è un sogno aperto sulla possibilità futura, è un mettersi in gioco per provare se stessi. E' un'avventura che provoca, che stimola, che indirizza. Il rischio è il fallimento. Ma sarebbe un fallimento sicuro non tentare e far vincere il disimpegno costretti a mettere il talento ricevuto sotto terra.
Non mi appassiona, il dibattito primarie sì, primarie no. Mi appassiona, invece, un bell'inizio grazie alla presenza di persone capaci di legare, di legarci, di farci crescere. Il grande fallimento per tutti sarebbe incattivire ulteriormente il rapporto con i cittadini, portare a guardare che tutti i politici sono uguali e valgono la stessa cosa, e non come a considerare alcuni come preziosi alleati nella comune costruzione della città. La storia personale di ciascuno è già un buon inizio.
Ora c'è bisogno di fraternità e non di indifferenza, c'è bisogno di dire ad alta voce che una buona politica è fatta con competenza, approfondimento e tensione a far sempre meglio. E' fatta di rispetto e di attenzione per le persone.
Oggi serve coesione, invece c'è solo confusione. Non penso di essere un visionario se continuo a credere che è possibile cambiare registro e passo. Ora. La buona politica è quella che bada non ai successi elettorali, ma al bene della comunità. Bisogna ritrovarsi come comunità e trovare spazi a concrete forme di solidarietà per arginare il disinteresse. Serve una benefica ventata d'aria fresca e pulita. Se non ora, quando?
Chi conosce tra i candidati persone cosi ha un'unica opzione: le sostenga, e poco importa a quale coalizione appartengano. Conta solo che con queste persone la politica potrà ripartire e tornare ad essere vicina alla vita concreta della gente. Uomini così ce ne sono, per fortuna. A noi il gusto di scovarli e di valorizzarli. Ne vale la pena. I valori si testimoniamo e non si spiegano. Queste due affermazioni portano ad una riflessione inevitabile.
In una città al sindaco viene chiesto di orientare e garantire una forte attenzione al bene comune, cive echiamato a rendere un servizio difficile ma indispensabile, con tanti grattacapi e responsabilità. Nelle sue mani e nel suo cuore noi cittadini consegniamo a tutto tondo la nostra speranza. Soltanto lui può tradurre i bei e grandi discorsi in esperienza concreta vissuta e testimoniata ogni giorno. Se sarà capace di fare incontare la città e di regalare emozioni, motivazioni e competenze, sarà un buon sindaco di tutti. Ci sara lui e ci saremo noi cittadini. Ma quali caratteristiche dovrà avere? Vorrei richiamare tre urgenze.
La prima è di avere uno sguardo capace du spingersi lontano, dando slancio all'azione politica pagando un prezzo anche a livello personale per il conseguimento di un fine che ne valga la pena. La seconda è di non limitarsi a giudizi meramente pragmatici nelle scelte da fare, ma di sforzarsi di confrontarsi con l'assolutezza dei giudizi etici. Non si vive di solo pane. Il pane è importante, la libertà è più importante, ma la cosa più importante di tutte è la fedeltà mai tradita. Per cui abbiamo bisogno di qualcuno pronto a non cedere al compromesso morale, deciso nel rifiutare la menzogna ed il vantaggio egoistico, testimone di valori vissuti in prima persona, almeno sul piano della tensione e dello sforzo onesto. La terza è che non potrà non proporsi come scopo prioritario del suo agire il servizio al bene comune, servendo i meno fortunati. Perchè è vero che il meglio è nemico del bene, ma è persino più vero che il male non può e non deve essere spacciato per bene.
Io continuo a credere che bisogna puntare ad osteggiare con forza e continuità la malpolitica e la cattiva amministrazione pubblica e tornare a saper condividere scelte per il futuro e per l'equilibrio sociale. Credo, perciò, che serve un bel salto di qualità in una politica da troppo tempo consegnata alle logiche della quantità (che aiuta a stare al potere, ma non a governare ed amministrare davvero). Occorrono motivazioni alte ed idee chiare, per salire a compromessi.
Buongiorno, primavera tranese. Tentare non significa riuscire, è un sogno aperto sulla possibilità futura, è un mettersi in gioco per provare se stessi. E' un'avventura che provoca, che stimola, che indirizza. Il rischio è il fallimento. Ma sarebbe un fallimento sicuro non tentare e far vincere il disimpegno costretti a mettere il talento ricevuto sotto terra.
Non mi appassiona, il dibattito primarie sì, primarie no. Mi appassiona, invece, un bell'inizio grazie alla presenza di persone capaci di legare, di legarci, di farci crescere. Il grande fallimento per tutti sarebbe incattivire ulteriormente il rapporto con i cittadini, portare a guardare che tutti i politici sono uguali e valgono la stessa cosa, e non come a considerare alcuni come preziosi alleati nella comune costruzione della città. La storia personale di ciascuno è già un buon inizio.
Ora c'è bisogno di fraternità e non di indifferenza, c'è bisogno di dire ad alta voce che una buona politica è fatta con competenza, approfondimento e tensione a far sempre meglio. E' fatta di rispetto e di attenzione per le persone.
Oggi serve coesione, invece c'è solo confusione. Non penso di essere un visionario se continuo a credere che è possibile cambiare registro e passo. Ora. La buona politica è quella che bada non ai successi elettorali, ma al bene della comunità. Bisogna ritrovarsi come comunità e trovare spazi a concrete forme di solidarietà per arginare il disinteresse. Serve una benefica ventata d'aria fresca e pulita. Se non ora, quando?