Agorà
Investire sulle aziende di solidarietà
Una serie di proposte per la famiglia
domenica 27 maggio 2012
Augurando buon lavoro a tutti coloro che siederanno insieme (maggioranza ed opposizione) in Consiglio comunale, riprendo la rubrica settimanale opportunamente sospesa nel periodo della competizione elettorale. In questa nuova serie inoltrerò alcune proposte che potranno essere accolte oppure rigettate. Spero che siano comunque prese in considerazione e non ignorate in quanto mirate alla costruzione migliore del nostro pezzetto di mondo: la famiglia tranese.
Si dice che il grado di civiltà di una società si misura da quanto essa è capace di prendersi cura dei più deboli. E' senz'altro così, ma si può aggiungere che la misura dovrebbe comprendere l'efficacia e l'efficienza con cui avviene il prendersi cura perchè è soprattutto da questo, specie in epoca di scarse risorse, che dipende la possibilità di continuare ad assistere chi ha più bisogno.
L'Ant, che dal 1985 offre assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai sofferenti di tumore in fase avanzata e avanzatissima, rappresenta un bell'esempio di quel «bene che va fatto bene» di cui sempre più spesso si parla in riferimento al terzo settore. Si può declinare iniziando ad indicare le organizzazioni non profit come vere e proprie aziende di solidarietà perchè è senza dubbio il livello imprenditoriale e altamente professionale il modo in cui oggi non poche di esse sono gestite. Il loro bilancio sociale presenta molti numeri interessanti: l'aumento crescente del numero degli assistiti (grazie alla presenza sempre più capillare sul territorio), i professionisti impegnati (fra medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, farmacisti, fisioterapisti, collaboratori vari, volontari). In crescita sono i contribuenti che hanno destinato il loro 5 per mille. Il bilancio molto spesso presenta un avanzo di gestione che viene completamente reinvestito nel miglioramento dei servizi, che comprendono ad esempio l'assistenza psicologica anche ai familiari dei sofferenti (spesso addirittura più delicata ed importante di quella prestata direttamente ai malati) e un programma di sostegno economico alle famiglie in difficoltà.
C'è un dato significativo che può far riflettere: il costo complessivo di una giornata di assistenza per Ant è un decimo rispetto al posto letto (giornata) di un ospedale pubblico. Un rapporto da uno a dieci, insomma, sul quale vale la pena riflettere se si ritiene che la sanità sia un bene comune, da salvaguardare a ogni costo anche quando le risorse scarseggiano. Specialmente quando riguarda i più sofferenti.
Sarebbe bello se il primo atto fosse indirizzato verso questo tipo di aziende, agevolando il loro conbrituto sociale, la loro presenza al fianco dei più deboli. Svilupperemmo così, da subito, il profitto sociale e accresceremmo immediatamente il bene comune cittadino.
Si dice che il grado di civiltà di una società si misura da quanto essa è capace di prendersi cura dei più deboli. E' senz'altro così, ma si può aggiungere che la misura dovrebbe comprendere l'efficacia e l'efficienza con cui avviene il prendersi cura perchè è soprattutto da questo, specie in epoca di scarse risorse, che dipende la possibilità di continuare ad assistere chi ha più bisogno.
L'Ant, che dal 1985 offre assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai sofferenti di tumore in fase avanzata e avanzatissima, rappresenta un bell'esempio di quel «bene che va fatto bene» di cui sempre più spesso si parla in riferimento al terzo settore. Si può declinare iniziando ad indicare le organizzazioni non profit come vere e proprie aziende di solidarietà perchè è senza dubbio il livello imprenditoriale e altamente professionale il modo in cui oggi non poche di esse sono gestite. Il loro bilancio sociale presenta molti numeri interessanti: l'aumento crescente del numero degli assistiti (grazie alla presenza sempre più capillare sul territorio), i professionisti impegnati (fra medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, farmacisti, fisioterapisti, collaboratori vari, volontari). In crescita sono i contribuenti che hanno destinato il loro 5 per mille. Il bilancio molto spesso presenta un avanzo di gestione che viene completamente reinvestito nel miglioramento dei servizi, che comprendono ad esempio l'assistenza psicologica anche ai familiari dei sofferenti (spesso addirittura più delicata ed importante di quella prestata direttamente ai malati) e un programma di sostegno economico alle famiglie in difficoltà.
C'è un dato significativo che può far riflettere: il costo complessivo di una giornata di assistenza per Ant è un decimo rispetto al posto letto (giornata) di un ospedale pubblico. Un rapporto da uno a dieci, insomma, sul quale vale la pena riflettere se si ritiene che la sanità sia un bene comune, da salvaguardare a ogni costo anche quando le risorse scarseggiano. Specialmente quando riguarda i più sofferenti.
Sarebbe bello se il primo atto fosse indirizzato verso questo tipo di aziende, agevolando il loro conbrituto sociale, la loro presenza al fianco dei più deboli. Svilupperemmo così, da subito, il profitto sociale e accresceremmo immediatamente il bene comune cittadino.