Agorà
La pietra di Trani vittima della Cina?
Intervento di Vittorio Lentini
sabato 23 luglio 2011
Trani, sembrerà un paradosso, ma non è mai stata la Città della pietra, per il semplice motivo che tra imprenditori e amministratori comunali non si è mai stabilito un rapporto di vera collaborazione per la difesa degli interessi del settore, che ha dovuto sbrigarsi da solo i propri problemi. Basta consultare i verbali di Consiglio Comunale degli ultimi sessant'anni per averne la conferma. Agli imprenditori stava bene questo rapporto di non comunicazione, in quanto erano liberi di costruire i propri opifici senza troppi controlli e scaricare a mare il materiale di risulta e i fanghi; inoltre era comodo operare l'attività di escavazione "a rapina" senza costi aggiuntivi. Il settore della pietro poi non è mai entrato nella cultura cittadina, perché figlio di una serie di "circostanze storiche e politiche irripetibili come: l'esigenza della ricostruzione post-bellica in Europa,la nascita della Cassa del Mezzogiorno e l'avvio dei grandi programmi di edilizia popolare avviati dal Ministro Anfani,alla metà degli anni cinquanta, che richiamarono nel settore operatori senza voglia di cimentarsi con i problemi della crescita sproporzionata del settore.Erano convinti,forse, che le circostanze alla base della esplosione del settore avrebbero avuto sempre lo stesso trend di crescita sia in Italia che all'estero.
La nuova generazione degli imprenditori,l'Associazione degli Industriali e gli Amministratori tranesi non possono più affrontare i problemi del settore con la stessa antica progettualità e cultura. I giovani, se vogliono sopravvivere devono allargare la visualità dei loro orizzonti e prendere esempi da regioni più evolute, come la Toscana. Devono affrontare il problema della permanenza del settore su tre livelli: istituzionale, il mercato, la formazione della manodopera.
Livello istituzionale: E' necessario approciarsi a questa problematica ipotizzando nuovi ambiti di coinvolgimenti e diversi rapporti con gli Enti Locali andando oltre gli obblighi previsti dall'attuale legislazione regionale. (I vantaggi derivanti dall'escavazione non possono continuare ad andare solo verso l'impresa scaricando poi gli oneri dei servizi e della loro manutenzione sugli Enti). E' necessario creare nuovi equilibri se si vogliono superare le attuali rigidità.
Rapporto col mercato: Non è più sufficiente avere l'orizzonte puntato solo sulla produzione a sostegno dell'edilizia abitativa. E' necessario guardare ,con coraggio,ad altre aree del mercato come: l'area dell'arredo urbano e quello del recupero artistico-monumentale e dell'oggettistica artigianale. Le statuette souvvenir di polvere di marmo si possono fare anche con polvere di pietra. Basta avere attrezzi e manodopera specializzata! Quindi è necessario stabilire dei rapporti di collaborazione durature con la Facoltà di Architettura, con l'Ordine Professionale, LE Sovrintendenze, e il Governo regionale. e Comune.Trani, potrebbe diventare una vetrina a cielo aperto dell'uso della pietra nell'arredo urbano,anche per attrarre turisti.
Formazione professionale: Per far fare il salto di qualità alla produzione è necessario formare una nuova generazione di "scalpellini" che soltanto una scuola d'arte può dare,sulla scorta di quanto già fatto per i comparti della ceramica e delorificeria. Il settore della pietra,non lo si dimentichi,è nato e si è sviluppato a Trani perché esisteva una generazione di "maestri scalpellini" che avevano imparato il mestiere dai "comacini" venuti a Trani ad edificare e ornare la cattedrale. Il Comune e la Provincia devono provvedere alla costituzione almeno di una sottosezione di scuola d'arte capace di formare ogni anno dei giovani. Senza manodopera capace di riprodurre un antico rosone di chiesa si è fuori dal giro dell'attività di recupero monumentale. L'Amministrazione in questa direzione può fare molto se però abbandona la posizione di disinteresse fin ora dimostrato nei confronti dei problemi del settore, ma pure gli imprenditori la devono smettere di fare le vittime.
La nuova generazione degli imprenditori,l'Associazione degli Industriali e gli Amministratori tranesi non possono più affrontare i problemi del settore con la stessa antica progettualità e cultura. I giovani, se vogliono sopravvivere devono allargare la visualità dei loro orizzonti e prendere esempi da regioni più evolute, come la Toscana. Devono affrontare il problema della permanenza del settore su tre livelli: istituzionale, il mercato, la formazione della manodopera.
Livello istituzionale: E' necessario approciarsi a questa problematica ipotizzando nuovi ambiti di coinvolgimenti e diversi rapporti con gli Enti Locali andando oltre gli obblighi previsti dall'attuale legislazione regionale. (I vantaggi derivanti dall'escavazione non possono continuare ad andare solo verso l'impresa scaricando poi gli oneri dei servizi e della loro manutenzione sugli Enti). E' necessario creare nuovi equilibri se si vogliono superare le attuali rigidità.
Rapporto col mercato: Non è più sufficiente avere l'orizzonte puntato solo sulla produzione a sostegno dell'edilizia abitativa. E' necessario guardare ,con coraggio,ad altre aree del mercato come: l'area dell'arredo urbano e quello del recupero artistico-monumentale e dell'oggettistica artigianale. Le statuette souvvenir di polvere di marmo si possono fare anche con polvere di pietra. Basta avere attrezzi e manodopera specializzata! Quindi è necessario stabilire dei rapporti di collaborazione durature con la Facoltà di Architettura, con l'Ordine Professionale, LE Sovrintendenze, e il Governo regionale. e Comune.Trani, potrebbe diventare una vetrina a cielo aperto dell'uso della pietra nell'arredo urbano,anche per attrarre turisti.
Formazione professionale: Per far fare il salto di qualità alla produzione è necessario formare una nuova generazione di "scalpellini" che soltanto una scuola d'arte può dare,sulla scorta di quanto già fatto per i comparti della ceramica e delorificeria. Il settore della pietra,non lo si dimentichi,è nato e si è sviluppato a Trani perché esisteva una generazione di "maestri scalpellini" che avevano imparato il mestiere dai "comacini" venuti a Trani ad edificare e ornare la cattedrale. Il Comune e la Provincia devono provvedere alla costituzione almeno di una sottosezione di scuola d'arte capace di formare ogni anno dei giovani. Senza manodopera capace di riprodurre un antico rosone di chiesa si è fuori dal giro dell'attività di recupero monumentale. L'Amministrazione in questa direzione può fare molto se però abbandona la posizione di disinteresse fin ora dimostrato nei confronti dei problemi del settore, ma pure gli imprenditori la devono smettere di fare le vittime.