Agorà
Ripartire dal lavoro che c’è
La proposta di Mauro Spallucci
lunedì 25 giugno 2012
Tra le numerose circostanze che concorrono alla disoccupazione le più comuni sono i continui cambiamenti di produzione che vedono l'avanzare dell'automazione e dell'informatica. Per capire come affrontare il problema bisogna saperne individuare la natura.
Le aziende, in un particolare momento di crisi, digeriscono male un elevato costo della forza lavoro. In un contesto produttivo, sia pure una strada o l'intero quartiere, facilitare i collegamenti e le infrastrutture è un incentivo allo sviluppo. Nella nostra città, come in altre, spesso tutto ciò è affidato al caso o meglio non è ragionato nè strutturato.
Tre strumenti che oggi propongo possono facilitare le opportunità per l'occupazione. Il primo: l'istituzione di una cabina di regia tecnica composta dalle associazioni di categoria imprenditoriali, dal mondo delle banche o istituti finanziari che operano in città e dai sindacati. L'amministrazione comunale dovrà rendersi parte attiva e protagonista di questo strumento. Il secondo: favorire e coordinare misure di sviluppo per le imprese condizionandole a interventi che favoriscano l'inserimento dei giovani o dei soggetti svantaggiati residenti sul territorio (cioè manodopera a chilometro zero). Il terzo: dare la possibilità di far ricadere su più aziende il costo di un singolo lavoratore. In pratica il lavoratore, adeguatamente formato e supportato da un'impresa tutor, potrebbe essere adottato da più aziende ripartendo equamente fra queste il costo.
Sarebbe una nuova via in sperimentazione, comunque meglio di niente. Il tentativo è quello di ricostruire, sommessamente, una normalità che sia dominata non solo dalla fatica ma anche dalla speranza. Per riavviare un percorso di crescita.
Le aziende, in un particolare momento di crisi, digeriscono male un elevato costo della forza lavoro. In un contesto produttivo, sia pure una strada o l'intero quartiere, facilitare i collegamenti e le infrastrutture è un incentivo allo sviluppo. Nella nostra città, come in altre, spesso tutto ciò è affidato al caso o meglio non è ragionato nè strutturato.
Tre strumenti che oggi propongo possono facilitare le opportunità per l'occupazione. Il primo: l'istituzione di una cabina di regia tecnica composta dalle associazioni di categoria imprenditoriali, dal mondo delle banche o istituti finanziari che operano in città e dai sindacati. L'amministrazione comunale dovrà rendersi parte attiva e protagonista di questo strumento. Il secondo: favorire e coordinare misure di sviluppo per le imprese condizionandole a interventi che favoriscano l'inserimento dei giovani o dei soggetti svantaggiati residenti sul territorio (cioè manodopera a chilometro zero). Il terzo: dare la possibilità di far ricadere su più aziende il costo di un singolo lavoratore. In pratica il lavoratore, adeguatamente formato e supportato da un'impresa tutor, potrebbe essere adottato da più aziende ripartendo equamente fra queste il costo.
Sarebbe una nuova via in sperimentazione, comunque meglio di niente. Il tentativo è quello di ricostruire, sommessamente, una normalità che sia dominata non solo dalla fatica ma anche dalla speranza. Per riavviare un percorso di crescita.