Agorà
Ritrovarsi insieme
Per camminare su una strada dritta
domenica 25 settembre 2011
Dietro questa crisi si nasconde una nuova voglia di politica. Quando i mercati escono dai libri hanno un bisogno vitale di istituzioni, di regole, di nuove persone. In questa crisi si sente tanto la mancanza di una classe dirigente che sia di nuovo capace di bene comune, da qui la forte domanda di nuova politica che nasce dalla gente. Il punto è che questa nuova domanda non sta incontrando l'offerta. Per quali ragioni?
Un economista americano nel 1970 dimostrò che in molte situazioni reali il mercato non premia i migliori nè il merito ma, se lasciato a se stesso, tende ad attrarre e selezionare i peggiori o, nelle sue parole, i «lemons» («bidoni»). Il messaggio di questa teoria è semplice ed importante: in un mondo reale e quindi imperfetto un'istituzione o un'organizzazione attrae un tipo di persone o un altro in base ai segnali che essa emette. Quando allora una società, come la nostra, ci rappresenta quotidianamente una classe dirigente, da destra a sinistra, caratterizzata da privilegi, denaro e vantaggi, inevitabilmente tende ad attrarre verso la politica individui interessati, più della media, a quei privilegi e vantaggi e, conseguentemente, poco motivati al bene comune. Se oggi la politica vuole rinnovarsi, a Trani come in Italia, deve iniziare a dare segnali diversi, soprattutto ai giovani.
Una comunità per svilupparsi e crescere bene ha bisogno di tanto in tanto di momenti di autentica rinascita etica e ideale. Il miracolo economico e civile del dopoguerra fu anche il frutto di politici che furono all'altezza dei loro tempi, perchè provenivano dalla parte più viva e ideale della società civile. A distanza di sessant'anni i partiti e loro classi dirigenti si sono eccessivamente ed inevitabilmente istituzionalizzati, perdendo così capacità di vera innovazione civile. Per questo a Trani, come in tutta Italia, è necessario chiamare con forza a un nuovo protagonismo ed impegno tra le persone, nella gente che ha dei doni, delle persone con del carisma. Non uscireno bene da questa crisi senza un nuovo protagonismo di queste persone. A Trani come altrove.
C'è da capire, da accompagnare e guardare con simpatia un mondo per evitare che si innesti una reazione più convincente e del dialogo alla cultura dello scontro e della confluittualità. Chi ricopre ruoli di responsabilità - il sindaco ed i suoi consiglieri - rappresenta la città, la governa ed è tenuto a svolgere il suo servizio in modo disciplinato, onorevole, senza doppi fini e senza inseguire l'orticello personale. Continuare a sguazzare come se nulla fosse è lasciare che lo sguazzo continui. Per questo bisogna riaggregare persone di buon profilo e che, nella propria vita, siano già stati testimoni di aver fatto qualcosa di buono.
Delatori, ambiziosi, vanagloriosi: questi sono i ritratti che mi vengono in mente a ripensare agli ultimi 20 anni nella nostra città, soprattutto nella parte finale della gionata, prima di andare a dormire, quando gli stessi pensieri e gli stessi problemi ci rendono tutti uguali.
Noi cristiani ci reputiamo credenti, ma siamo sterili di opere buone. Cristiani di facciata o di sostanza? E' centrale non perdere credibilità e per riuscirci il primo passo è riconoscere la realtà delle cose. Intanto c'è da resistere il più possibile alla tentazione del disimpegno. Cosa che costa e non è solo un modo di dire. Forza e coraggio, allora, a quei dieci amici. Ci siamo già ritrovati insieme a riflettere. A breve potremmo essere venti. Ritrovarsi insieme per camminare su questa strada dritta. Abbiamo bisogno di persone animate da disinteresse e coraggio, al servizio della nostra città. E' il momento delle convergenze possibili, delle priorità chiare, delle scelte trasparenti e delle proposte pulite. Qualche nome? Si accettano suggerimenti utili.
Un economista americano nel 1970 dimostrò che in molte situazioni reali il mercato non premia i migliori nè il merito ma, se lasciato a se stesso, tende ad attrarre e selezionare i peggiori o, nelle sue parole, i «lemons» («bidoni»). Il messaggio di questa teoria è semplice ed importante: in un mondo reale e quindi imperfetto un'istituzione o un'organizzazione attrae un tipo di persone o un altro in base ai segnali che essa emette. Quando allora una società, come la nostra, ci rappresenta quotidianamente una classe dirigente, da destra a sinistra, caratterizzata da privilegi, denaro e vantaggi, inevitabilmente tende ad attrarre verso la politica individui interessati, più della media, a quei privilegi e vantaggi e, conseguentemente, poco motivati al bene comune. Se oggi la politica vuole rinnovarsi, a Trani come in Italia, deve iniziare a dare segnali diversi, soprattutto ai giovani.
Una comunità per svilupparsi e crescere bene ha bisogno di tanto in tanto di momenti di autentica rinascita etica e ideale. Il miracolo economico e civile del dopoguerra fu anche il frutto di politici che furono all'altezza dei loro tempi, perchè provenivano dalla parte più viva e ideale della società civile. A distanza di sessant'anni i partiti e loro classi dirigenti si sono eccessivamente ed inevitabilmente istituzionalizzati, perdendo così capacità di vera innovazione civile. Per questo a Trani, come in tutta Italia, è necessario chiamare con forza a un nuovo protagonismo ed impegno tra le persone, nella gente che ha dei doni, delle persone con del carisma. Non uscireno bene da questa crisi senza un nuovo protagonismo di queste persone. A Trani come altrove.
C'è da capire, da accompagnare e guardare con simpatia un mondo per evitare che si innesti una reazione più convincente e del dialogo alla cultura dello scontro e della confluittualità. Chi ricopre ruoli di responsabilità - il sindaco ed i suoi consiglieri - rappresenta la città, la governa ed è tenuto a svolgere il suo servizio in modo disciplinato, onorevole, senza doppi fini e senza inseguire l'orticello personale. Continuare a sguazzare come se nulla fosse è lasciare che lo sguazzo continui. Per questo bisogna riaggregare persone di buon profilo e che, nella propria vita, siano già stati testimoni di aver fatto qualcosa di buono.
Delatori, ambiziosi, vanagloriosi: questi sono i ritratti che mi vengono in mente a ripensare agli ultimi 20 anni nella nostra città, soprattutto nella parte finale della gionata, prima di andare a dormire, quando gli stessi pensieri e gli stessi problemi ci rendono tutti uguali.
Noi cristiani ci reputiamo credenti, ma siamo sterili di opere buone. Cristiani di facciata o di sostanza? E' centrale non perdere credibilità e per riuscirci il primo passo è riconoscere la realtà delle cose. Intanto c'è da resistere il più possibile alla tentazione del disimpegno. Cosa che costa e non è solo un modo di dire. Forza e coraggio, allora, a quei dieci amici. Ci siamo già ritrovati insieme a riflettere. A breve potremmo essere venti. Ritrovarsi insieme per camminare su questa strada dritta. Abbiamo bisogno di persone animate da disinteresse e coraggio, al servizio della nostra città. E' il momento delle convergenze possibili, delle priorità chiare, delle scelte trasparenti e delle proposte pulite. Qualche nome? Si accettano suggerimenti utili.