Agorà
Superiamo il bipolarismo
Per una nuova stagione politica
domenica 22 gennaio 2012
Tre situazioni diverse, in ambiti diversi, che mi sono capitate queste settimana, mi danno lo spunto di questo articolo.
La prima: andando alla stazione (cosa che non faccio spesso) per prendere un treno, un amico mi diceva che hanno soppresso molti treni e che viaggiare non risulta più agevole come una volta. Causa delle soppresssioni: il contenimento dei costi. La seconda: nella riunione del consiglio di istituto (di cui faccio parte, per la componente genitori) della scuola media che frequenta mio figlio, si è approvata una decisione relativa alla problematica del ridimensionamento della rete scolastica. La decisione assunta (che io stesso ho votato) è stata considerata il male minore. Causa del tutto: il contenimento dei costi. La terza: nella nostra città si sta ridimensionando l'ospedale cittadino riducendolo a modesto e piccolo ambulatorio. Causa del tutto: il contenimento dei costi. Non faccio cenno a ciò che succede nel mio mondo lavorativo (la banca) perchè a qualcuno potrebbe venire la pella d'oca. Causa delle cause dei problemi: il conteniemtno dei costi, anche in un ambito, quello bancario, dove sinora si continuano a produrre utili per gli stakeholders.
Facendo una semplicistica e rapida sintesi credo che bisognerebbe essere ciechi per non essere capaci di vedere e fare questa chiara e trasparente affermazione: l'economia (anzi il denaro che non c'è) la fa da padrona. Grande è l'assenza della politica. E, di conseguenza, più grande appare l'assenza di una classe dirigente politica all'altezza dei compiti a cui viene chiamata ed alle risposte ai bisogni che deve essere in grado di dare.
L'uomo politico non è un essere astratto dietro il quale non esiste una vita personale, di cui rendere conto prima di tutto a se stesso e poi al pubblico che guarda e giudica. Un uomo deve saper scegliere i principi di onestà politica, di fede nelle proprie oponioni, di costanza nel portare a termine il lavoro senza perdersi di coraggio per le difficoltà. Credo che tanti, cattolici e non, ne siano consapevoli, ma non sono esentati - oggi più di ieri - dal dare il proprio contributo.
A me preme soprattutto esaminare la mia coscienza e chiedermi se di tanto degrado non sia anch'io in qualche modo responsabile. La testa che puzza sono i politici o non forse io stesso (e non so quanti altri) che con il mio voto mando - anche nella mia città - gente (per fortuna non tutti) che non merita la mia fiducia? E' vero che è quanto mai urgente cambiare l'attuale legge elettorale che ha tolto il sacrosanto diritto di scegliere i nostri rappresentanti (soprattutto a livello nazionale) ma anche quando l'abbiamo fatto, ci siamo lamentati ugualmente. Non è il caso, quando si va a votare, di andarci con maggiore consapevolezza e si tenga ben presente il bene comune e non il proprio interesse personale?
Sono da tempo convinto che di fronte a questa situazione, i cattolici non possono continuare a rimanere nel loro recinto se si desidera veramente inaugurare una nuova stagione. Non serve nemmeno, come l'esperienza ha dimostrato, che i cattolici in politica siano presenti nelle diverse formazioni come una specie di lievito o di sale in grado di trasformare la massa. Questo si è rilevato, alla prova dei fatti, illusorio. Il lievito e il sale si sono dispersi nella massa senza saperla trasformare. Il tentativo di divisioni di ruoli tra l'impegno cattolico nel sociale e la delega per la politica ad altre realtà non funziona. Occorre trovare un comune denominatore che va riscoperto con i grandi valori dello sviluppo, della solidarietà, del bene comune. Il momento mi sembra proprizio, anche nella nostra città. Sono certo che un ciclo politico sta per chiudersi e non dobbiamo indulgere nel mostrarci attivi come laici credenti per una nuova stagione etica della politica.
E' indispensabile dare avvio a una costituente che si ponga come obiettivo finale il superamento del bipolarismo perchè la maggior parte dei cittadini si caratterizza per uno spirito moderato. Il bipolarismo si è dimostrato incapace di raccogliere il consenso necessario. Per aggregare e allargare il consenso occorre partire dal centro perchè, come si è ampiamente sperimentato da diversi anni. Spingendo sui due poli, a destra e a sinistra, si spacca la città (ed anche l'Italia), rendendo necessario il ricorso a marchingegni elettorali per creare artificiosamente maggioranze fragili che non sono in grado di assolvere al compito, oggi sempre più gravoso e complesso. E' evidente che tutti i moderati, indipendentemente dal loro credo religioso, possono entrare a pieno titolo in questo grande polo che sarà in grado di raccogliere un ampio consenso in modo stabile e duraturo. Questo impegno, amici miei, lo dobbiamo in primis, ai giovani, speranza di un mondo migliore.
Servono come il pane uomini e donne capaci di nuova democrazia, consapevole di essere minoranza umile e operosa, ma critica e attiva, per dare voce a chi non ha voce. Il futuro dipende da un cambiamento culturale. Si gioca sulla cultura diffusa tra i cittadini e nei contesti territoriali, su una cultura che guida l'azione politica per stare dalla parte della democrazia. Tutto questo sarà vero finchè non si potrà tornare a votare persone di fiducia. Servono persone adulte, capaci di dimostrare, con semplicità, continuità, libertà, rispetto, autentico spirito e stile di servizio civile. Ovviamente non ci sono le persone buone per tutte le stagioni. Si apre una nuova stagione.
Il tempo è arrivato per assumere con gioia il compito di testimoniare coraggiosamente i valori di una minoranza responsabile che in politica rifiuta di imporsi con la violenza e la disonestà intellettuale. Impegnarsi politicamente per rimuovere le cause dei problemi sociali, per una politica non più subalterna all'economia ed ai suoi giochi perversi.
La prima: andando alla stazione (cosa che non faccio spesso) per prendere un treno, un amico mi diceva che hanno soppresso molti treni e che viaggiare non risulta più agevole come una volta. Causa delle soppresssioni: il contenimento dei costi. La seconda: nella riunione del consiglio di istituto (di cui faccio parte, per la componente genitori) della scuola media che frequenta mio figlio, si è approvata una decisione relativa alla problematica del ridimensionamento della rete scolastica. La decisione assunta (che io stesso ho votato) è stata considerata il male minore. Causa del tutto: il contenimento dei costi. La terza: nella nostra città si sta ridimensionando l'ospedale cittadino riducendolo a modesto e piccolo ambulatorio. Causa del tutto: il contenimento dei costi. Non faccio cenno a ciò che succede nel mio mondo lavorativo (la banca) perchè a qualcuno potrebbe venire la pella d'oca. Causa delle cause dei problemi: il conteniemtno dei costi, anche in un ambito, quello bancario, dove sinora si continuano a produrre utili per gli stakeholders.
Facendo una semplicistica e rapida sintesi credo che bisognerebbe essere ciechi per non essere capaci di vedere e fare questa chiara e trasparente affermazione: l'economia (anzi il denaro che non c'è) la fa da padrona. Grande è l'assenza della politica. E, di conseguenza, più grande appare l'assenza di una classe dirigente politica all'altezza dei compiti a cui viene chiamata ed alle risposte ai bisogni che deve essere in grado di dare.
L'uomo politico non è un essere astratto dietro il quale non esiste una vita personale, di cui rendere conto prima di tutto a se stesso e poi al pubblico che guarda e giudica. Un uomo deve saper scegliere i principi di onestà politica, di fede nelle proprie oponioni, di costanza nel portare a termine il lavoro senza perdersi di coraggio per le difficoltà. Credo che tanti, cattolici e non, ne siano consapevoli, ma non sono esentati - oggi più di ieri - dal dare il proprio contributo.
A me preme soprattutto esaminare la mia coscienza e chiedermi se di tanto degrado non sia anch'io in qualche modo responsabile. La testa che puzza sono i politici o non forse io stesso (e non so quanti altri) che con il mio voto mando - anche nella mia città - gente (per fortuna non tutti) che non merita la mia fiducia? E' vero che è quanto mai urgente cambiare l'attuale legge elettorale che ha tolto il sacrosanto diritto di scegliere i nostri rappresentanti (soprattutto a livello nazionale) ma anche quando l'abbiamo fatto, ci siamo lamentati ugualmente. Non è il caso, quando si va a votare, di andarci con maggiore consapevolezza e si tenga ben presente il bene comune e non il proprio interesse personale?
Sono da tempo convinto che di fronte a questa situazione, i cattolici non possono continuare a rimanere nel loro recinto se si desidera veramente inaugurare una nuova stagione. Non serve nemmeno, come l'esperienza ha dimostrato, che i cattolici in politica siano presenti nelle diverse formazioni come una specie di lievito o di sale in grado di trasformare la massa. Questo si è rilevato, alla prova dei fatti, illusorio. Il lievito e il sale si sono dispersi nella massa senza saperla trasformare. Il tentativo di divisioni di ruoli tra l'impegno cattolico nel sociale e la delega per la politica ad altre realtà non funziona. Occorre trovare un comune denominatore che va riscoperto con i grandi valori dello sviluppo, della solidarietà, del bene comune. Il momento mi sembra proprizio, anche nella nostra città. Sono certo che un ciclo politico sta per chiudersi e non dobbiamo indulgere nel mostrarci attivi come laici credenti per una nuova stagione etica della politica.
E' indispensabile dare avvio a una costituente che si ponga come obiettivo finale il superamento del bipolarismo perchè la maggior parte dei cittadini si caratterizza per uno spirito moderato. Il bipolarismo si è dimostrato incapace di raccogliere il consenso necessario. Per aggregare e allargare il consenso occorre partire dal centro perchè, come si è ampiamente sperimentato da diversi anni. Spingendo sui due poli, a destra e a sinistra, si spacca la città (ed anche l'Italia), rendendo necessario il ricorso a marchingegni elettorali per creare artificiosamente maggioranze fragili che non sono in grado di assolvere al compito, oggi sempre più gravoso e complesso. E' evidente che tutti i moderati, indipendentemente dal loro credo religioso, possono entrare a pieno titolo in questo grande polo che sarà in grado di raccogliere un ampio consenso in modo stabile e duraturo. Questo impegno, amici miei, lo dobbiamo in primis, ai giovani, speranza di un mondo migliore.
Servono come il pane uomini e donne capaci di nuova democrazia, consapevole di essere minoranza umile e operosa, ma critica e attiva, per dare voce a chi non ha voce. Il futuro dipende da un cambiamento culturale. Si gioca sulla cultura diffusa tra i cittadini e nei contesti territoriali, su una cultura che guida l'azione politica per stare dalla parte della democrazia. Tutto questo sarà vero finchè non si potrà tornare a votare persone di fiducia. Servono persone adulte, capaci di dimostrare, con semplicità, continuità, libertà, rispetto, autentico spirito e stile di servizio civile. Ovviamente non ci sono le persone buone per tutte le stagioni. Si apre una nuova stagione.
Il tempo è arrivato per assumere con gioia il compito di testimoniare coraggiosamente i valori di una minoranza responsabile che in politica rifiuta di imporsi con la violenza e la disonestà intellettuale. Impegnarsi politicamente per rimuovere le cause dei problemi sociali, per una politica non più subalterna all'economia ed ai suoi giochi perversi.