Apatheia
Acqua liscia o tassata?
L'idea del ministro mi ha fatto venire in mente Marx
martedì 4 settembre 2012
Questa mattina al bar la battuta del giorno era: "Acqua liscia o tassata"? In realtà c'è ben poco da ridere. Tasse su bibite gasate, alcol e fumo. Ma cos'hanno in comune tra di loro? La salute, anzi il ministro della salute. La povertà.
La balda idea del ministro della salute mi ha fatto venire in mente Marx. In primavera inoltrata, nel 1875, scrisse una lettera per rivolgere una critica al programma proposto dal partito operaio tedesco. Marx, oltre a criticare l'inguaribile tendenza a considerare i lavoratori solo come forza lavoro, deumanizzati, uguali e con gli stessi bisogni, non accetta che si voglia retribuire i lavoratori, nell'ambito di uno stato socialista, in base a quello che loro producono, metodo tipicamente capitalistico, mentre è giusto dare ad ognuno secondo il suo bisogno. È vero che in una prima fase di comunismo, detto appunto "rozzo", postrivoluzionario, ci saranno inevitabili strascichi capitalistici difficili da rimuovere, logiche di divisione e di proprietà stampate a livello cromosomico per cui il lavoratore potrà ricevere in base a quanto avrà dato ma in una fase auspicabile, successiva, finale di comunismo "superiore", "ciascuno darà secondo le proprie capacità, mentre a ciascuno sarà dato secondo i propri bisogni".
Un giorno un amico al capezzale di suo fratello morente per un cancro ai polmoni quando gli domandai, da ex fumatore preoccupato, se fumasse, mi rispose, evidentemente stupito per la mia sfrontatezza e con l'aria di chi non abbia il minimo interesse al colloquio senza senso, che sì fumava una quarantina di sigarette perché era ansioso, pieno di preoccupazioni. Ansia e preoccupazioni che gli avevano causato il tumore, aggiunse con un'espressione sempre più distante, ex professo.
Le tasse salva salute non salvano nessuno ma tolgono altri soldi alle famiglie, alle famiglie più povere, di un sostrato ovvio, debole, famiglie piene di ansie e preoccupazioni e che, perdincibacco, capita che fumano quaranta sigarette, bevono alcol per alleviare il dolore della povertà se non addirittura il freddo della strada e brindano, quando capita di esser felici la sera, con la coca cola. Tolgono soldi ai bambini, ai figli di questi ansiosi e preoccupati, non riducono le sigarette o le bollicine. Bisogna investire sulla cultura, sull'informazione per quanto difficile possa essere far capire a chi non ha i mezzi, perché nessuno gliel'ha dati, bisogna insistere nel dare e non nel togliere, spiegare non punire con una tassa che affamerà maggiormente e che, per l'ansia e la preoccupazione, sortirà l'effetto contrario. In qualunque modo anche con quelle foto drammatiche di moribondi sofferenti sui pacchetti di sigarette e sulle bottiglie di superalcolici ma sono la cultura e l'informazione le strade giuste da seguire a tutti i costi non le tasse. E poi l'esempio. Se riuscissimo a non farci vedere dai nostri figli mentre trasgrediamo sulla nostra salute, mentre giochiamo a fare gli uomini duri fumandoci le nostre incertezze, mentre beviamo uno scotch alla John Wayne o le bollicine di Vasco Rossi, chissà come ci ringrazierebbero domani. O forse l'immagine dell'uomo morente di tumore sulle sigarette non conviene perché le sigarette fanno comunque guadagnare tanto ed è meglio tassarle per guadagnare di più, tanto qualcuno muore improvvisamente senza gravare sulla spesa sanitaria e senza sperpero di denaro pubblico. Senza saperlo. Siamo tanti, troppi sulla terra e conviene tassare più che educare, punire più che insegnare.
Ciascuno "farà" secondo le proprie capacità, mentre a ciascuno "bisognerà dirgli" secondo i propri mezzi.
La balda idea del ministro della salute mi ha fatto venire in mente Marx. In primavera inoltrata, nel 1875, scrisse una lettera per rivolgere una critica al programma proposto dal partito operaio tedesco. Marx, oltre a criticare l'inguaribile tendenza a considerare i lavoratori solo come forza lavoro, deumanizzati, uguali e con gli stessi bisogni, non accetta che si voglia retribuire i lavoratori, nell'ambito di uno stato socialista, in base a quello che loro producono, metodo tipicamente capitalistico, mentre è giusto dare ad ognuno secondo il suo bisogno. È vero che in una prima fase di comunismo, detto appunto "rozzo", postrivoluzionario, ci saranno inevitabili strascichi capitalistici difficili da rimuovere, logiche di divisione e di proprietà stampate a livello cromosomico per cui il lavoratore potrà ricevere in base a quanto avrà dato ma in una fase auspicabile, successiva, finale di comunismo "superiore", "ciascuno darà secondo le proprie capacità, mentre a ciascuno sarà dato secondo i propri bisogni".
Un giorno un amico al capezzale di suo fratello morente per un cancro ai polmoni quando gli domandai, da ex fumatore preoccupato, se fumasse, mi rispose, evidentemente stupito per la mia sfrontatezza e con l'aria di chi non abbia il minimo interesse al colloquio senza senso, che sì fumava una quarantina di sigarette perché era ansioso, pieno di preoccupazioni. Ansia e preoccupazioni che gli avevano causato il tumore, aggiunse con un'espressione sempre più distante, ex professo.
Le tasse salva salute non salvano nessuno ma tolgono altri soldi alle famiglie, alle famiglie più povere, di un sostrato ovvio, debole, famiglie piene di ansie e preoccupazioni e che, perdincibacco, capita che fumano quaranta sigarette, bevono alcol per alleviare il dolore della povertà se non addirittura il freddo della strada e brindano, quando capita di esser felici la sera, con la coca cola. Tolgono soldi ai bambini, ai figli di questi ansiosi e preoccupati, non riducono le sigarette o le bollicine. Bisogna investire sulla cultura, sull'informazione per quanto difficile possa essere far capire a chi non ha i mezzi, perché nessuno gliel'ha dati, bisogna insistere nel dare e non nel togliere, spiegare non punire con una tassa che affamerà maggiormente e che, per l'ansia e la preoccupazione, sortirà l'effetto contrario. In qualunque modo anche con quelle foto drammatiche di moribondi sofferenti sui pacchetti di sigarette e sulle bottiglie di superalcolici ma sono la cultura e l'informazione le strade giuste da seguire a tutti i costi non le tasse. E poi l'esempio. Se riuscissimo a non farci vedere dai nostri figli mentre trasgrediamo sulla nostra salute, mentre giochiamo a fare gli uomini duri fumandoci le nostre incertezze, mentre beviamo uno scotch alla John Wayne o le bollicine di Vasco Rossi, chissà come ci ringrazierebbero domani. O forse l'immagine dell'uomo morente di tumore sulle sigarette non conviene perché le sigarette fanno comunque guadagnare tanto ed è meglio tassarle per guadagnare di più, tanto qualcuno muore improvvisamente senza gravare sulla spesa sanitaria e senza sperpero di denaro pubblico. Senza saperlo. Siamo tanti, troppi sulla terra e conviene tassare più che educare, punire più che insegnare.
Ciascuno "farà" secondo le proprie capacità, mentre a ciascuno "bisognerà dirgli" secondo i propri mezzi.