Apatheia
Bisognerà turarsi il naso ancora una volta
Match televisivi inutili tra borghesi benestanti
sabato 12 gennaio 2013
9.53
Come sono inutili questi match televisivi tra borghesi benestanti e ridenti che si fanno beffe della disperazione del popolo. Servono solo ad arricchire i mercanti che possono investire in questa o in quella vetrina con la pubblicità ingannevole dei loro prodotti. Sono inutili per il popolo che si distrae parteggiando per l'uno o per l'altro in questi brevi istanti di risa che leniscono i morsi della loro irrisolvibile fame e disperazione, sono inutili per chi ancora vota perché sa già cosa riceverà in cambio del suo voto, se avrà deciso di venderlo, cosa che ormai rende di più. Sono inutili per chi pensa anzi crede di pensare, come me – e lo dico leggendo i vostri commenti su Facebook - perché dite con la stessa enfasi, che è anche la mia, taluni: «Grande Berlusconi lo sta distruggendo» e tal'altri: «Grande Santoro lo sta distruggendo». Fosse utile questa distruzione ma temo non lo sia. Com'è inutile ostinarsi a voler vivere questa prosopopea.
Un pensiero va a Hitler, dopotutto anche lui aveva cavalcato il malcontento diffuso in Germania in quel periodo. Anche lui gesticolava, gridava, faceva significative smorfie con il viso, anche lui non faceva ridere ed, ancora oggi, mi mette un'ansia inspiegabile quando la sua faccia irrompe nella mia poco considerata televisione.
La pena è la spettacolarità che si fa della fame come della sazietà. La pena sono i mercanti che si frugano le mani per ogni occhio sgranato e per ogni pensiero obnubilato. La pena è la distinzione fuorviante passata come ideologica mentre a nessuno passa per la mente la totale assenza di morale. La pena è sentir dire che il lavoro sommerso sia normale e la mafia sia ininfluente. La pena è che si sentono potenti e non lo sarebbero ma lo sono come anche resteranno impuniti. La pena è scriverne mentre sono sul mare e dei gabbiani danzano nel cielo. Anche loro, sembra lo facciano disinteressatamente, per arte mentre in realtà ansimano alla ricerca di cibo. Il terrore è che dovrò spiegarlo a mio figlio un giorno e sarà difficile non provare vergogna.
Un pensiero va all'arancione, trovo abominevole scolorire delle idee, l'adattamento ad una certa epoca è l'antitesi della rivoluzione, è questo l'oppio dei popoli ma ho letto parte dei loro programmi e, se fossero rispettati, non mi sono sembrati molto scoloriti.
Tra mari e monti sono troppo preoccupato per restare indifferente. Bisognerà fare di nuovo come suggerì Montanelli.
Un pensiero va a Hitler, dopotutto anche lui aveva cavalcato il malcontento diffuso in Germania in quel periodo. Anche lui gesticolava, gridava, faceva significative smorfie con il viso, anche lui non faceva ridere ed, ancora oggi, mi mette un'ansia inspiegabile quando la sua faccia irrompe nella mia poco considerata televisione.
La pena è la spettacolarità che si fa della fame come della sazietà. La pena sono i mercanti che si frugano le mani per ogni occhio sgranato e per ogni pensiero obnubilato. La pena è la distinzione fuorviante passata come ideologica mentre a nessuno passa per la mente la totale assenza di morale. La pena è sentir dire che il lavoro sommerso sia normale e la mafia sia ininfluente. La pena è che si sentono potenti e non lo sarebbero ma lo sono come anche resteranno impuniti. La pena è scriverne mentre sono sul mare e dei gabbiani danzano nel cielo. Anche loro, sembra lo facciano disinteressatamente, per arte mentre in realtà ansimano alla ricerca di cibo. Il terrore è che dovrò spiegarlo a mio figlio un giorno e sarà difficile non provare vergogna.
Un pensiero va all'arancione, trovo abominevole scolorire delle idee, l'adattamento ad una certa epoca è l'antitesi della rivoluzione, è questo l'oppio dei popoli ma ho letto parte dei loro programmi e, se fossero rispettati, non mi sono sembrati molto scoloriti.
Tra mari e monti sono troppo preoccupato per restare indifferente. Bisognerà fare di nuovo come suggerì Montanelli.