Apatheia
Centro destra, centro sinistra o dove capita
In Sicilia ha vinto l’astensione
martedì 30 ottobre 2012
Quale travagliato percorso interiore attraverserà un uomo che sia stato investito dall'arduo compito di rappresentare i cittadini in un governo quand'egli deciderà di trapassar da una sponda all'altra è per me un mistero. Mi fa sovvenir quelle anime in attesa d'esser traghettate sulla trista riviera d'Acheronte, soltanto non si vede, purtroppo, venir per nave un vecchio bianco per antico pelo gridando: "Guai a voi anime prave!" prima di menarli all'altra riva. Le anime son così pronte da tempo a trapassar lo rio che la tema si volve in disio.
I due polinomi centro-destra e centro-sinistra hanno in comune un monomio che essendo il massimo comune divisore è quel che consente il raccoglimento a fattor comune: il centro. Da sempre il centro mi ha creato non poco disagio. Ero un bimbo spensierato e costretto dai miei a frequentare le parrocchie quando i preti terrorizzavano le bizzoche nelle loro omelie profetizzando terribili sciagure per chi non avesse votato per la democrazia cristiana o addirittura scomuniche e fiamme dell'inferno per chi avesse votato i comunisti. Anni prima erano andati d'accordo con i nazisti, i fascisti e gli sterminatori. Oggi i tempi sono finalmente cambiati. I preti evitano apparenti e farneticanti omelie da tribuna politica ma il centro continua ad imbarazzarmi con la nuova formula magica: siamo moderati, ci vuole un polo moderato di larghe intese e via discorrendo. "Larghe intese" mi terrorizza più di quanto, da bambino, non mi terrorizzasse l'inferno. Moderati vuol dire : nella giusta misura. Ma nella giusta misura di chi e di cosa? Dalla parte di chi? Non mi si risponda di tutti perché non credo più a Babbo Natale da un pezzo. Come possono stare senza nessun imbarazzo a volte alleati con il centro-destra ed altre con il centro-sinistra? Oltre a Dio, famiglia, volemoci tutti bene (mi perdoni il Sindaco e mi lasci passare la forma dialettale, voglio dire volemoci non voglio dire Sel) ed altre cose commuoventi del genere, quali ideali hanno? Sono liberisti o per un'economia pianificata? Sono per i diritti di tutti i peccatori e non o solo per i diritti delle famiglie sposate e dei i santi? Sono per i monti o sono per i mari? Da dove veniamo e dove andiamo? Eccetera.
Comunque nella nostra città il centro sta a sinistra, centro-sinistra anzi per essere più precisi, in una parte di sinistra. Effettivamente l'affermazione appena scritta sembra un ossimoro e per me lo è con tutta la sua forza. Ma torniamo al quesito iniziale però questa volta dal punto di vista dell'elettore: cosa prova, quale sofferenza interiore prova un elettore che onora un uomo in cui crede delegandolo, con il suo voto, a rappresentarlo in un governo se questi viene eletto in una lista di centro-sinistra, quindi teoricamente con ideali di sinistra tipo socialismo, abolizioni delle classi, uguaglianza e giustizia sociale (perdonatemi l'attacco di utopia acuto) e poi, come un Caronte qualunque, questi traghetta tutti i voti da una sponda all'altra?
In Sicilia ha vinto l'astensione. Lo credo bene.
I due polinomi centro-destra e centro-sinistra hanno in comune un monomio che essendo il massimo comune divisore è quel che consente il raccoglimento a fattor comune: il centro. Da sempre il centro mi ha creato non poco disagio. Ero un bimbo spensierato e costretto dai miei a frequentare le parrocchie quando i preti terrorizzavano le bizzoche nelle loro omelie profetizzando terribili sciagure per chi non avesse votato per la democrazia cristiana o addirittura scomuniche e fiamme dell'inferno per chi avesse votato i comunisti. Anni prima erano andati d'accordo con i nazisti, i fascisti e gli sterminatori. Oggi i tempi sono finalmente cambiati. I preti evitano apparenti e farneticanti omelie da tribuna politica ma il centro continua ad imbarazzarmi con la nuova formula magica: siamo moderati, ci vuole un polo moderato di larghe intese e via discorrendo. "Larghe intese" mi terrorizza più di quanto, da bambino, non mi terrorizzasse l'inferno. Moderati vuol dire : nella giusta misura. Ma nella giusta misura di chi e di cosa? Dalla parte di chi? Non mi si risponda di tutti perché non credo più a Babbo Natale da un pezzo. Come possono stare senza nessun imbarazzo a volte alleati con il centro-destra ed altre con il centro-sinistra? Oltre a Dio, famiglia, volemoci tutti bene (mi perdoni il Sindaco e mi lasci passare la forma dialettale, voglio dire volemoci non voglio dire Sel) ed altre cose commuoventi del genere, quali ideali hanno? Sono liberisti o per un'economia pianificata? Sono per i diritti di tutti i peccatori e non o solo per i diritti delle famiglie sposate e dei i santi? Sono per i monti o sono per i mari? Da dove veniamo e dove andiamo? Eccetera.
Comunque nella nostra città il centro sta a sinistra, centro-sinistra anzi per essere più precisi, in una parte di sinistra. Effettivamente l'affermazione appena scritta sembra un ossimoro e per me lo è con tutta la sua forza. Ma torniamo al quesito iniziale però questa volta dal punto di vista dell'elettore: cosa prova, quale sofferenza interiore prova un elettore che onora un uomo in cui crede delegandolo, con il suo voto, a rappresentarlo in un governo se questi viene eletto in una lista di centro-sinistra, quindi teoricamente con ideali di sinistra tipo socialismo, abolizioni delle classi, uguaglianza e giustizia sociale (perdonatemi l'attacco di utopia acuto) e poi, come un Caronte qualunque, questi traghetta tutti i voti da una sponda all'altra?
In Sicilia ha vinto l'astensione. Lo credo bene.