Apatheia
Cucù il posto fisso non c’è più
Lettera all’ex Partito Comunista
mercoledì 29 ottobre 2014
7.45
Caro ex Partito Comunista, nato sull'ideologia marxista e leninista, partito che fu dei lavoratori, ch'ebbe l'onore di fregiarsi per emblema della falce dei contadini ed del martello degli operai, che adorna le sue sedi con le effigi color seppia di Berlinguer e Guevara, quello del materialismo dialettico, delle lotte contro le ingiustizie e gli abusi dei padroni, sei diventato in breve, con Renzi celebrato alla Leopolda, il partito degli imprenditori, delle camicie bianche, il partito che dichiara, ardito, battaglia ai sindacati, quello del beffardo monito: cucù il posto fisso non c'è più. Quale ineluttabile spasimo mi procura la tua trasfigurazione, caro ex PCI, la perduta originaria prerogativa e predisposizione a batterti per i lavoratori, i pensionati e i disoccupati. Gli imprenditori che si trastullano del pregevole aforisma sul posto fisso, male dell'universo, oltre a bamboleggiarsi del fatto che i lavoratori senza posto fisso non hanno più la certezza del futuro, del fatto che sono più ricattabili e che più facilmente rinunceranno a far valere i loro diritti, avranno anche preso in considerazione che quei lavoratori senza posto fisso sono quelli che non acquisteranno i loro prodotti, le loro case, le loro auto? Giacché nessun lavoratore può acquistare in contante alcuno dei loro beni, quale lavoratore precario rischierà di contrarre un mutuo non avendo la certezza di poterne pagare le rate? Quale banca concederà un mutuo a chi ha un lavoro a tempo determinato. Quale slancio per l'economia intravedono? Quale famiglia investirà sui figli nell'incertezza di poter garantire loro una vita quantomeno dignitosa? E infine mi domando addolorato: Gramsci si sarebbe mai aspettato questa ingloriosa fine per il suo PCI?
Mi domando ancora: perché si tenta di risolvere i problemi del paese guardando sempre ai lavoratori ed ai loro diritti come se fossero il devastante contenuto del vaso di Pandora mentre non si considerano mai gli stipendi e le pensioni dei politici e dei dirigenti, la corruzione, i falsi in bilancio e l'evasione? L'ultima domanda: ma perché questi signori che nulla hanno a che fare con i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, si dichiarano di sinistra? Questi impavidi stanno mettendo un'ipoteca sul nostro futuro e su quello dei nostri figli. Cosa possiamo e dobbiamo fare?
Infine, sempre più addolorato, faccio un appello accorato agli uomini di sinistra, quelli veri, che ancora militano nel PD nazionale e soprattutto tranese perché sono convinto che non vivano serenamente le scelte politiche poco anzi per niente di sinistra dell'intraprendente fiorentino ex vincitore della ruota della fortuna e li esorto ad avere un moto di orgoglio e di amore prendendo da lui le distanze, riappropriandosi della storia e delle tradizioni del glorioso partito che è del popolo, mettendosi come hanno sempre fatto, dalla parte dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati e di quei cittadini per i diritti dei quali il PCI ha sempre onoratamente lottato.
Mi domando ancora: perché si tenta di risolvere i problemi del paese guardando sempre ai lavoratori ed ai loro diritti come se fossero il devastante contenuto del vaso di Pandora mentre non si considerano mai gli stipendi e le pensioni dei politici e dei dirigenti, la corruzione, i falsi in bilancio e l'evasione? L'ultima domanda: ma perché questi signori che nulla hanno a che fare con i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, si dichiarano di sinistra? Questi impavidi stanno mettendo un'ipoteca sul nostro futuro e su quello dei nostri figli. Cosa possiamo e dobbiamo fare?
Infine, sempre più addolorato, faccio un appello accorato agli uomini di sinistra, quelli veri, che ancora militano nel PD nazionale e soprattutto tranese perché sono convinto che non vivano serenamente le scelte politiche poco anzi per niente di sinistra dell'intraprendente fiorentino ex vincitore della ruota della fortuna e li esorto ad avere un moto di orgoglio e di amore prendendo da lui le distanze, riappropriandosi della storia e delle tradizioni del glorioso partito che è del popolo, mettendosi come hanno sempre fatto, dalla parte dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati e di quei cittadini per i diritti dei quali il PCI ha sempre onoratamente lottato.