Apatheia
Due motivi ma ve ne dico uno solo
Perché nel 2012 ha vinto questa destra
sabato 3 gennaio 2015
7.36
C'è da aggiungere un'altra cosa a tutto questo ordinato e consunto zibaldone. La destra a Trani, in quel dannato maggio del 2012, ha vinto solo per due motivi: uno dei due non lo scrivo perché si evince agevolmente, l'altro è: la colpa grave della sinistra. La sinistra o presunta tale, insomma, quella cosa che si opponeva alla destra, per cause ancora da accertare, al momento ci sono solo delle ipotesi tipo gli eccessivi personalismi, il defunto centralismo democratico, la mancanza di ideologie comuni, il non essere accomunati dall'interesse per il bene comune, in poche parole, il non essere realmente di sinistra, si è divisa ed ha inevitabilmente perso, perso di poco, quel poco che rende la sconfitta più drammatica ma nel contempo specchio dell'attuale sconcertante situazione. Ci sono solo delle ipotesi, tipo l'inesperienza dilagante come la mia, ma anche il non essere propriamente di sinistra come taluni, quel tanto di sinistra da poter dire - in un momento di crisi così devastante e dove, senza aver letto Gentile ed Evola, è più conveniente essere di destra perché devi preoccuparti solo per una razza, devi preoccuparti solo per la tua patria che è fatta di famiglie per bene con un unico Dio e dove è indubbiamente più facile salvarsi ma solo per chi riesce a salire sulle scialuppe rimaste - essere di sinistra dovrebbe antropologicamente concretizzarsi nel lottare senza se e senza ma, senza personalismi e senza egoismi, per dei valori talmente ineccepibili ed improcrastinabili da dover risultare quasi impossibile confondersi o disperdersi.
Ma magari fosse così, magari la destra si preoccupasse di razza, patria, Dio e famiglia. Magari! Adesso non ci troveremmo qui, attoniti intorno alla giostra per assistere dei bambini capricciosi che alla fine di ogni giro pretendono di farne un altro. Ti arzigogolano di quelle trovate, giurano e spergiurano che sarà l'ultimo giro. Mi viene in mente la giostra dei seggiolini volanti detta anche giostra del calcinculo, non a caso. Ve la ricordate? C'era un tizio che maneggiava con grande perizia un palo dov'era issato un fiocco avvicinandolo o allontanandolo dai seggiolini per facilitarne o ostacolarne la presa. Il tizio s'avvedeva circospetto dove vi fossero più bimbi nella stessa famiglia prevedendo artatamente che se uno di quelli avesse agguantato il trofeo che avrebbe concesso il diritto ad un altro giro gratuito, tutti gli altri avrebbero preteso di farne ancora ed il genitore sprovveduto sarebbe stato costretto a pagare il biglietto per tutti gli altri. Mio padre non ci cascava, diceva: «Bravo hai preso il fiocco ma non si fanno altri giri. L'importante è lottare. A casa.» Ma la maggior parte dei bimbi si ancorava alle poltrone come le cozze, ai seggiolini volevo dire.
Voi li immaginate gli uomini di destra del passato? Tipo Galeazzo il 25 luglio che si becca una prevedibile condanna a morte ma si assume le sue responsabilità e con lui raggiungono i diciotto voti. Voi li immaginate gli uomini di sinistra del passato? Gramsci, che il pubblico ministero durante il processo disse: «Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare» e se ne va dritto in galera. Ve li immaginate ora?
C'è da aggiungere solo una cosa dicevo a tutto questo, perdonatemi le digressioni romantiche, solo una curiosità. Il silenzio della destra è comprensibile, il nemico li ascolta. A sinistra invece abbiamo onorato Giambattista Vico: come eravamo divisi in campagna elettorale, siamo divisi ora in questa palude desolante ed apparentemente senza via d'uscita. Qualcuno ci ripensa, capisce e riconosce gli errori, qualcun altro, chi dovrebbe per la sua posizione istituzionale, preferisce non farlo, preferisce vivere.
Va bene così? Vedremo, per ora è solo la speranza a diventare sempre più fioca. Speriamo bene e soprattutto speriamo nella buona memoria dei posteri.
Ma magari fosse così, magari la destra si preoccupasse di razza, patria, Dio e famiglia. Magari! Adesso non ci troveremmo qui, attoniti intorno alla giostra per assistere dei bambini capricciosi che alla fine di ogni giro pretendono di farne un altro. Ti arzigogolano di quelle trovate, giurano e spergiurano che sarà l'ultimo giro. Mi viene in mente la giostra dei seggiolini volanti detta anche giostra del calcinculo, non a caso. Ve la ricordate? C'era un tizio che maneggiava con grande perizia un palo dov'era issato un fiocco avvicinandolo o allontanandolo dai seggiolini per facilitarne o ostacolarne la presa. Il tizio s'avvedeva circospetto dove vi fossero più bimbi nella stessa famiglia prevedendo artatamente che se uno di quelli avesse agguantato il trofeo che avrebbe concesso il diritto ad un altro giro gratuito, tutti gli altri avrebbero preteso di farne ancora ed il genitore sprovveduto sarebbe stato costretto a pagare il biglietto per tutti gli altri. Mio padre non ci cascava, diceva: «Bravo hai preso il fiocco ma non si fanno altri giri. L'importante è lottare. A casa.» Ma la maggior parte dei bimbi si ancorava alle poltrone come le cozze, ai seggiolini volevo dire.
Voi li immaginate gli uomini di destra del passato? Tipo Galeazzo il 25 luglio che si becca una prevedibile condanna a morte ma si assume le sue responsabilità e con lui raggiungono i diciotto voti. Voi li immaginate gli uomini di sinistra del passato? Gramsci, che il pubblico ministero durante il processo disse: «Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare» e se ne va dritto in galera. Ve li immaginate ora?
C'è da aggiungere solo una cosa dicevo a tutto questo, perdonatemi le digressioni romantiche, solo una curiosità. Il silenzio della destra è comprensibile, il nemico li ascolta. A sinistra invece abbiamo onorato Giambattista Vico: come eravamo divisi in campagna elettorale, siamo divisi ora in questa palude desolante ed apparentemente senza via d'uscita. Qualcuno ci ripensa, capisce e riconosce gli errori, qualcun altro, chi dovrebbe per la sua posizione istituzionale, preferisce non farlo, preferisce vivere.
Va bene così? Vedremo, per ora è solo la speranza a diventare sempre più fioca. Speriamo bene e soprattutto speriamo nella buona memoria dei posteri.