Apatheia
E’ passato Natale
Ora svegliamoci, protestiamo, facciamoci sentire
martedì 27 dicembre 2011
Ogni tanto, i padroni di ogni genere e grado, si dimenticano che il popolo sa lottare e capovolgere. Certo, lascia fare per un po' ma alla fine, chi lo opprime, lo destabilizza, lo priva dei diritti conquistati fa, prima o poi, una brutta fine. La lotta di classe si ferma in certi momenti della storia dell'uomo perché nascono dei poveri illusi che pensano di poter cambiare il loro destino alleandosi con il padrone e aspirando a diventare come lui.
Il nostro compito, il compito di chi, per primo, si desta dal sogno ingannevole, è svegliare il popolo dal torpore, dall'incubo e mostrargli la verità, ridargli la sua coscienza, fargli capire che quello che i governanti ci raccontano e dispongono per noi, anche se lo fanno con aria sicura e serena o l'aria di un affranto e a volte piangente pater familias, non è per il nostro bene. Del resto loro non sono il popolo, i loro privilegi non sono gli stessi del popolo e la loro miseria non è quella del popolo. Piuttosto rappresentano perfettamente il contrario del popolo e di quello che ad esso chiedono. Basti guardare al problema delle pensioni, agli anni di lavoro ai quali è condannato un normale lavoratore per poi percepire una misera pensione rispetto agli anni di duro lavoro dei governanti per la loro cospicua pensione. Questo è solo uno dei numerosi controsenso, arte in cui sono abilissimi maestri. Chiedono sacrifici senza fare nessuna rinuncia loro, restando con i loro numerosi privilegi. Tutti, anche quelli che si professano difensori del popolo.
Come si può pensare di rilanciare l'economia se non si danno delle garanzie ai lavoratori? Il lavoro precario per combattere la precarietà del lavoro, il licenziamento facile per assumere facilmente, le esternalizzazioni per sconfiggere il lavoro nero, innalzamento dell'età pensionabile per combattere la disoccupazione. Non c'è un solo discorso che fili, che abbia un senso logico, causa-effetto. Sicuramente non sono dei geni. Mio figlio di 4 anni qualche giorno fa mi ha detto: «Papà, ma se Babbo Natale porta i regali solo a Natale, come fa per tutto il resto dell'anno?». Naturalmente a mio figlio interessa solo l'aspetto dei regali che sarebbe meglio ricevere tutto l'anno ma si può anche dedurre, dalla sua preoccupazione, che anche un bambino non concepisce il lavoro saltuario di Babbo Natale. Anche un bambino sa che se uno non ha la certezza del lavoro non spende ed il padrone lo licenzia facilmente perché non vende. È uno stramaledettissimo ciclo viziato, chiuso, dal quale, con questi geni tecnici, non se ne viene fuori più.
L'altro punto ugualmente importante, sia a livello nazionale che locale, è quello della costruzione di case popolari a prezzi equi, accessibili. Costruire case popolari darebbe doppiamente slancio all'economia sia perché si darebbe lavoro alle imprese costruttrici e sia perché una casa con un prezzo giusto permetterebbe maggiore stabilità e possibilità di investimenti per i cittadini. Dobbiamo pretenderlo con tutte le nostre forze, non possiamo accettare il costo delle case che la politica attuale ha permesso di raggiungere ed imporre.
Natale è passato. È stato bello. Le luci, i presepi, la messa, i regali (per chi ha potuto, spero almeno per i bambini), quella gioia inspiegabile che pervade anche chi è in un situazioni drammatiche, anche me da quando ho un bambino.
Ora prendiamo coscienza, informiamoci, non lasciamo i governanti soli con loro stessi. Non posso tollerare che ogni volta che qualcuno, di qualunque parte politica sia, organizza una manifestazione, un incontro, una protesta, vi partecipano solo quattro gatti come se tutti gli altri non avessero nessun problema. Non possiamo restare ignavi di fronte alla sorte nostra e dei nostri figli.
Natale è passato, le luci sono spente, ci siamo voluti più bene. Ora svegliamoci, protestiamo, facciamoci sentire.
Il nostro compito, il compito di chi, per primo, si desta dal sogno ingannevole, è svegliare il popolo dal torpore, dall'incubo e mostrargli la verità, ridargli la sua coscienza, fargli capire che quello che i governanti ci raccontano e dispongono per noi, anche se lo fanno con aria sicura e serena o l'aria di un affranto e a volte piangente pater familias, non è per il nostro bene. Del resto loro non sono il popolo, i loro privilegi non sono gli stessi del popolo e la loro miseria non è quella del popolo. Piuttosto rappresentano perfettamente il contrario del popolo e di quello che ad esso chiedono. Basti guardare al problema delle pensioni, agli anni di lavoro ai quali è condannato un normale lavoratore per poi percepire una misera pensione rispetto agli anni di duro lavoro dei governanti per la loro cospicua pensione. Questo è solo uno dei numerosi controsenso, arte in cui sono abilissimi maestri. Chiedono sacrifici senza fare nessuna rinuncia loro, restando con i loro numerosi privilegi. Tutti, anche quelli che si professano difensori del popolo.
Come si può pensare di rilanciare l'economia se non si danno delle garanzie ai lavoratori? Il lavoro precario per combattere la precarietà del lavoro, il licenziamento facile per assumere facilmente, le esternalizzazioni per sconfiggere il lavoro nero, innalzamento dell'età pensionabile per combattere la disoccupazione. Non c'è un solo discorso che fili, che abbia un senso logico, causa-effetto. Sicuramente non sono dei geni. Mio figlio di 4 anni qualche giorno fa mi ha detto: «Papà, ma se Babbo Natale porta i regali solo a Natale, come fa per tutto il resto dell'anno?». Naturalmente a mio figlio interessa solo l'aspetto dei regali che sarebbe meglio ricevere tutto l'anno ma si può anche dedurre, dalla sua preoccupazione, che anche un bambino non concepisce il lavoro saltuario di Babbo Natale. Anche un bambino sa che se uno non ha la certezza del lavoro non spende ed il padrone lo licenzia facilmente perché non vende. È uno stramaledettissimo ciclo viziato, chiuso, dal quale, con questi geni tecnici, non se ne viene fuori più.
L'altro punto ugualmente importante, sia a livello nazionale che locale, è quello della costruzione di case popolari a prezzi equi, accessibili. Costruire case popolari darebbe doppiamente slancio all'economia sia perché si darebbe lavoro alle imprese costruttrici e sia perché una casa con un prezzo giusto permetterebbe maggiore stabilità e possibilità di investimenti per i cittadini. Dobbiamo pretenderlo con tutte le nostre forze, non possiamo accettare il costo delle case che la politica attuale ha permesso di raggiungere ed imporre.
Natale è passato. È stato bello. Le luci, i presepi, la messa, i regali (per chi ha potuto, spero almeno per i bambini), quella gioia inspiegabile che pervade anche chi è in un situazioni drammatiche, anche me da quando ho un bambino.
Ora prendiamo coscienza, informiamoci, non lasciamo i governanti soli con loro stessi. Non posso tollerare che ogni volta che qualcuno, di qualunque parte politica sia, organizza una manifestazione, un incontro, una protesta, vi partecipano solo quattro gatti come se tutti gli altri non avessero nessun problema. Non possiamo restare ignavi di fronte alla sorte nostra e dei nostri figli.
Natale è passato, le luci sono spente, ci siamo voluti più bene. Ora svegliamoci, protestiamo, facciamoci sentire.