Apatheia
I comici, la disperazione e l'alieno Sant’Orsola
La rivoluzione si può anche cominciare da Trani
martedì 19 febbraio 2013
11.26
Ve lo ricordate Totò? «Ma mi faccia il piacere!» Quante risate. Fa ridere ancora e farà ridere sempre. I comici di oggi che già nel pieno del loro splendore non fanno molto ridere, continuano a parlar male di Monti e Berlusconi che lo so già da me quel che sono, non ho bisogno di pagare un canone ad un servizio pubblico per poter elargire loro cospicui compensi. Se non fanno più battute su Monti e Berlusconi, dopo un po' di anni smettono di fare i comici, diventano seri anzi tristi, non fanno più ridere anzi fanno piangere. Così fanno film seri, riflessivi, depressi, tristi oppure imparano la Divina Commedia e ce la spiegano. Nei casi più gravi, più disperati, diventano politici anzi messia ed in questi casi fanno di nuovo ridere, almeno all'inizio, parlano di nuovo di Monti e di Berlusconi - infatti i loro comizi non sono altro che spettacoli gratis - poi si ammalano di purezza, divismo, diventano gli unici possessori della verità e dell'onestà, sono quasi unti e anche loro non fanno più ridere e, quel che è peggio, siccome lo spettacolo è gratis, riempiono le piazze come se questa caratteristica fosse le misura del bene, come se poi non esistessero anche i piazzali che si riempiono come le piazze.
L'ospedale chiude, le aziende chiudono, i giovani hanno poche speranze di trovare un posto di lavoro, pura fantascienza è pensare ad un lavoro adatto alle loro competenze e quando ci riescono siccome la domanda è spropositata rispetto all'offerta, il ricatto storico della revisione dei diritti del lavoratore in cambio della speranza, il ricatto della disperazione e della paura distrugge silenziosamente i diritti conquistati in secoli di lotte. La nostra nazione muore uccisa a volte dall'incapacità dei politici ma più spesso dalla loro avidità cosicché, per soddisfare i loro interessi personali diventano complici di un sistema, quello capitalistico, che si perpetra inarrestabile quasi come la volontà cieca di Schopenhauer. Questi politici, approfittando della fame, della disperazione del popolo, possono ormai "convincere" con pochi "discorsi" a dar loro il voto, la disperazione spinge il popolo a credere che sia meglio un "discorso" da mettere nel piatto oggi che una rivoluzione domani. Così, infatti, i politici son sempre gli stessi con le loro facce satolle e sardoniche. La nostra città muore ed è tra le prime a morire, basta guardarla, all'ombra del "campanale" che ancora scalda il cuore dei nostri vecchi, un panorama poco entusiasmante, già mi vedo, nei primi mesi caldi, rotolare sospinti dal vento, dei tumbleweed o rotolacampo (pianta erbacea, la salsola, il cui cespuglio, seccato dal sole, rotola nei deserti) in viale Padre Pio dove un tempo era quasi un sogno parcheggiare una bici, in via Barletta dove un tempo camion carichi di merce ti costringevano a procedere a passo d'uomo, in via Andria dove un tempo si sentiva l'odore della colla. Stesso deserto la scena politica. Chi votare? Non votare? L'ho già detto, i comici non mi fanno ridere, mi rendono triste, ai monti preferisco il mare, preferisco la stabilità del lavoratore a quella delle banche, preferisco il sudore al pianto brutto e preficale, alle favole del buontempone preferisco la prigione (non mia).
A Trani il candidato più in alto in posizione è Santorsola, 12° in SEL, 12° in così pochi mesi di avventura politica. La posizione anche se definita di non eleggibilità, mi fa pensare che SEL stia costruendo qualcosa di serio per/con Santorsola. SEL non è il mio partito e molte scelte non le condivido ma solo un alieno, come l'ha felicemente chiamato il professor Ronco, poteva in così poco tempo piazzarsi così. Sant'Orsola, non è un alieno ed io lo conosco bene avendoci lavorato insieme, è una persona per bene che disinteressatamente ed appassionatamente, così come fa da sempre il suo lavoro, vuol fare una piccola rivoluzione. Certo, io non dovrei parlare così, da trotzkista, guevarista e soprattutto internazionalista quale sono, ora mi metto a votare il tranese solo perché è tranese. Si ma che tranese! Lo avevate mai visto un consigliere comunale così? Abbiamo il dovere di dare un futuro ai nostri figli, possiamo fare i nichilisti a vent'anni non con l'affanno.
La rivoluzione si può anche cominciare da Trani, saltando sui banchi per farsi sentire.
L'ospedale chiude, le aziende chiudono, i giovani hanno poche speranze di trovare un posto di lavoro, pura fantascienza è pensare ad un lavoro adatto alle loro competenze e quando ci riescono siccome la domanda è spropositata rispetto all'offerta, il ricatto storico della revisione dei diritti del lavoratore in cambio della speranza, il ricatto della disperazione e della paura distrugge silenziosamente i diritti conquistati in secoli di lotte. La nostra nazione muore uccisa a volte dall'incapacità dei politici ma più spesso dalla loro avidità cosicché, per soddisfare i loro interessi personali diventano complici di un sistema, quello capitalistico, che si perpetra inarrestabile quasi come la volontà cieca di Schopenhauer. Questi politici, approfittando della fame, della disperazione del popolo, possono ormai "convincere" con pochi "discorsi" a dar loro il voto, la disperazione spinge il popolo a credere che sia meglio un "discorso" da mettere nel piatto oggi che una rivoluzione domani. Così, infatti, i politici son sempre gli stessi con le loro facce satolle e sardoniche. La nostra città muore ed è tra le prime a morire, basta guardarla, all'ombra del "campanale" che ancora scalda il cuore dei nostri vecchi, un panorama poco entusiasmante, già mi vedo, nei primi mesi caldi, rotolare sospinti dal vento, dei tumbleweed o rotolacampo (pianta erbacea, la salsola, il cui cespuglio, seccato dal sole, rotola nei deserti) in viale Padre Pio dove un tempo era quasi un sogno parcheggiare una bici, in via Barletta dove un tempo camion carichi di merce ti costringevano a procedere a passo d'uomo, in via Andria dove un tempo si sentiva l'odore della colla. Stesso deserto la scena politica. Chi votare? Non votare? L'ho già detto, i comici non mi fanno ridere, mi rendono triste, ai monti preferisco il mare, preferisco la stabilità del lavoratore a quella delle banche, preferisco il sudore al pianto brutto e preficale, alle favole del buontempone preferisco la prigione (non mia).
A Trani il candidato più in alto in posizione è Santorsola, 12° in SEL, 12° in così pochi mesi di avventura politica. La posizione anche se definita di non eleggibilità, mi fa pensare che SEL stia costruendo qualcosa di serio per/con Santorsola. SEL non è il mio partito e molte scelte non le condivido ma solo un alieno, come l'ha felicemente chiamato il professor Ronco, poteva in così poco tempo piazzarsi così. Sant'Orsola, non è un alieno ed io lo conosco bene avendoci lavorato insieme, è una persona per bene che disinteressatamente ed appassionatamente, così come fa da sempre il suo lavoro, vuol fare una piccola rivoluzione. Certo, io non dovrei parlare così, da trotzkista, guevarista e soprattutto internazionalista quale sono, ora mi metto a votare il tranese solo perché è tranese. Si ma che tranese! Lo avevate mai visto un consigliere comunale così? Abbiamo il dovere di dare un futuro ai nostri figli, possiamo fare i nichilisti a vent'anni non con l'affanno.
La rivoluzione si può anche cominciare da Trani, saltando sui banchi per farsi sentire.