Apatheia
I movimenti apolitici
Per essere delle brave persone bisogna non far parte di nessun partito
domenica 21 luglio 2013
16.00
Mi sembra di capire che per essere delle brave persone basti non far parte di nessun partito politico, essere né di destra e né di sinistra, non aspettare che cambino le stagioni e sperare nel bel tempo quando è rosso di sera. Se poi crei un movimento di protesta anzi uno per ogni cosa che non funziona allora oltre ad essere una brava persona, sei anche un emerito rappresentante della società civile.
Ovviamente un movimento per essere perfetto deve essere un movimento né di destra e né di sinistra, un movimento super partes quasi come una divinità. Movimento per il mare, movimento per l'ospedale, movimento per i rifiuti e dovrebbero fare anche il movimento per le buche sulle strade, il movimento per le cacche sui marciapiedi, il movimento per chi non sa che movimento fare, eccetera. Con questo non voglio dire che non condivido l'impegno di chi si aggrega per combattere, soprattutto se combatte per davvero. Ci credo nel movimentismo spontaneo ma non nell'enfatizzazione, nel disperato tenersi alla larga dalla politica, peraltro disperata fuga più dal termine che dal significato. Mi sembra quantomeno snob, se non culturalmente ingiustificata, questa presunzione nel sentirsi apolitici a tutti i costi ergo perfetti, anche perche politica, infondo, è amore per la polis, per la città. Nemmeno Berlusconi, per quanto uomo famoso e potente, può cambiare il significato di una parola. Nomina sunt consequentia rerum (et non personarum, perdonatemi l'aggiunta spero esatta alla massima di Giustiniano). Il sillogismo in voga oggi: i politici sono farabutti quindi la politica è sporca non è corretto, sarebbe più giusto il sillogismo: i farabutti fanno politica, noi li votiamo quindi noi siamo dei farabutti, ma ci piace tirarci fuori, fare i movimenti post elettorali e dire che sono apolitici quindi onesti. Un'equazione dalla proprietà transitiva indotta. Non capisco bene però perché poi vincono le votazioni sempre le stesse persone di cui poi ci lamentiamo, facciamo i movimenti contro, poi le rivotiamo e così via. La parola "politico" ci fa inorridire senza sapere nemmeno cosa egli pensi o se sia o non sia una persona per bene, la parola "movimento" ci fa eccitare alla sola vista senza neanche sapere per cosa l'assise si movimenti.
Un male subdolo che a volte si insinua nei movimenti, nonostante la loro dichiarata e sprezzante idiosincrasia per la politica, è che essi diventano spesso fonte battesimale ove alcuni esponenti vengono battezzati ed iniziati per nuovi e non disparati partiti politici caratterizzati da purezza, esperienza e nènèismo (parola coniata da me che significa né di destra e né di sinistra oppure, per estensione, la botte piena e la moglie ubriaca). Peggio ancora, in alcuni casi, questi iper/apolitici movimenti fungono da veri e propri purgatori dove vecchi politici in disuso o consunti, transitano in stato pseudo escatologico per purificarsi moralmente e spiritualmente prima di accedere al paradiso di codesti partiti.
Il movimento va benissimo, ci sta e ci sta tutto, sarei venuto anch'io alla manifestazione se non fossi stato occupato per lavoro ma alla fine qualcuno, tra una manifestazione e l'altra, deve anche governare, deve ben governare per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Per questo, oltre a dar segno di essere una società civile quando ci uniamo e creiamo movimenti per quella o quell'altra cosa che non funziona, oltre a sfilare per le strade della città fischiando, urlando e cantando slogan contro chi mal governa, cerchiamo di scovare politici onesti e che abbiano a cuore il nostro futuro, cerchiamo di votare - quando silenziosi, senza urlare, senza cantare ed un po' timidamente quasi di nascosto ci rechiamo alle urne - persone degne del nostro voto, persone che non abbiano bisogno di comprarlo il nostro voto ma lo meritano perché ci ispirano fiducia.
Anch'io farò un movimento, lo inaugurerò il 26 luglio.
Ovviamente un movimento per essere perfetto deve essere un movimento né di destra e né di sinistra, un movimento super partes quasi come una divinità. Movimento per il mare, movimento per l'ospedale, movimento per i rifiuti e dovrebbero fare anche il movimento per le buche sulle strade, il movimento per le cacche sui marciapiedi, il movimento per chi non sa che movimento fare, eccetera. Con questo non voglio dire che non condivido l'impegno di chi si aggrega per combattere, soprattutto se combatte per davvero. Ci credo nel movimentismo spontaneo ma non nell'enfatizzazione, nel disperato tenersi alla larga dalla politica, peraltro disperata fuga più dal termine che dal significato. Mi sembra quantomeno snob, se non culturalmente ingiustificata, questa presunzione nel sentirsi apolitici a tutti i costi ergo perfetti, anche perche politica, infondo, è amore per la polis, per la città. Nemmeno Berlusconi, per quanto uomo famoso e potente, può cambiare il significato di una parola. Nomina sunt consequentia rerum (et non personarum, perdonatemi l'aggiunta spero esatta alla massima di Giustiniano). Il sillogismo in voga oggi: i politici sono farabutti quindi la politica è sporca non è corretto, sarebbe più giusto il sillogismo: i farabutti fanno politica, noi li votiamo quindi noi siamo dei farabutti, ma ci piace tirarci fuori, fare i movimenti post elettorali e dire che sono apolitici quindi onesti. Un'equazione dalla proprietà transitiva indotta. Non capisco bene però perché poi vincono le votazioni sempre le stesse persone di cui poi ci lamentiamo, facciamo i movimenti contro, poi le rivotiamo e così via. La parola "politico" ci fa inorridire senza sapere nemmeno cosa egli pensi o se sia o non sia una persona per bene, la parola "movimento" ci fa eccitare alla sola vista senza neanche sapere per cosa l'assise si movimenti.
Un male subdolo che a volte si insinua nei movimenti, nonostante la loro dichiarata e sprezzante idiosincrasia per la politica, è che essi diventano spesso fonte battesimale ove alcuni esponenti vengono battezzati ed iniziati per nuovi e non disparati partiti politici caratterizzati da purezza, esperienza e nènèismo (parola coniata da me che significa né di destra e né di sinistra oppure, per estensione, la botte piena e la moglie ubriaca). Peggio ancora, in alcuni casi, questi iper/apolitici movimenti fungono da veri e propri purgatori dove vecchi politici in disuso o consunti, transitano in stato pseudo escatologico per purificarsi moralmente e spiritualmente prima di accedere al paradiso di codesti partiti.
Il movimento va benissimo, ci sta e ci sta tutto, sarei venuto anch'io alla manifestazione se non fossi stato occupato per lavoro ma alla fine qualcuno, tra una manifestazione e l'altra, deve anche governare, deve ben governare per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Per questo, oltre a dar segno di essere una società civile quando ci uniamo e creiamo movimenti per quella o quell'altra cosa che non funziona, oltre a sfilare per le strade della città fischiando, urlando e cantando slogan contro chi mal governa, cerchiamo di scovare politici onesti e che abbiano a cuore il nostro futuro, cerchiamo di votare - quando silenziosi, senza urlare, senza cantare ed un po' timidamente quasi di nascosto ci rechiamo alle urne - persone degne del nostro voto, persone che non abbiano bisogno di comprarlo il nostro voto ma lo meritano perché ci ispirano fiducia.
Anch'io farò un movimento, lo inaugurerò il 26 luglio.