Apatheia

Il porto degli assassini

Le storie che mi piacerebbe raccontare al contrario

Molte storie che ci commuovono, ci fanno arrabbiare e ci fanno diventare improvvisamente partecipi della realtà collettiva mi piacerebbe raccontarvele al contrario, scambiando le caratteristiche dei protagonisti, i loro colori. Prendere il cattivo che spesso è brutto e renderlo bello - bello come siamo belli noi che abbiamo la passione innata del giudizio, la predisposizione alla purezza ed al divino, la propensione a catalogare quel che osserviamo senza troppe riflessioni - e scaraventarlo laggiù nella storia dove quelli che abbiamo a tutti i costi difeso ed amato, son diventati orrendi e, soprattutto, diversi da noi.

Così nella mia storia capovolta, il cittadino extracomunitario, drogato e violento del porto, quello brutto, negro e sporco, che minaccia di sparare ad un gruppo di adolescenti carini, benvestiti e profumanti che si godevano la loro meritata festa diventa un madornale errore di stampa. In realtà vi era sul porto un locale, da poco aperto, una sorta di Gomorra di certi extracomunitari dove erano soliti ritrovarsi loro, i loro simili ed altri stranieri. Nella mia storia capovolta accade che a tarda ora un gruppo di giovinastri negri, intenti a festeggiare non so cosa e cosa poi abbiano da festeggiare certi elementi, si dimenavano disordinatamente facendo un baccano insopportabile. Un povero vecchietto sfinito da cotal scempio e non potendo dormire si recava a cotesta Gomorra minacciando di spararli tutti.

Spesso il nostro giudizio è labile ed instabile, è influenzato dai colori, dai profumi, soprattutto dalla puzza, dalla somiglianza al nostro mondo, dai suoni, dalle parole, dalla lingua. Così il pazzo resta un pazzo da sedare anche quando è agitato non per i suoi fantasmi ma perché ama o soffre, il negro resta negro anche quando arrossisce per la timidezza o sbianca per la paura, l'assassino resta assassino e lo diventa anche suo figlio, suo nipote e tutte la sua stirpe a meno che non abbia anche rubato così tanto da essere una persona rispettabile. Bisognerebbe giudicare facendo come si fa finta di fare in certi concorsi. Si dovrebbe metter in una busta la storia senza protagonisti, chiudere la busta e metterla in un'altra insieme ad un'altra ancora contenente un foglio dove si descrivono i protagonisti. Si apre la busta con la storia, si riflette, si elabora un'opinione, si scrive l'articolo sul giornale ed eventualmente, sempre con lo stesso sistema, si commenta coraggiosamente ed anonimamente nei forum e poi si apre la busta con il foglio dove sono indicati i protagonisti.

Naturalmente non si spara e né si minaccia di farlo in un locale sia che si festeggi la laurea sia che si festeggi la pasquetta e sia che si festeggi la fine del ramadan. Ed è brutto e cattivo sia che lo faccia il vecchietto, sia l'extracomunitario, sia il drogato sia quello che ha preso il tavor. Se partissimo da qui, se ci liberassimo dai preconcetti, dalle paure imposte e precostituite forse cominceremmo a creare un mondo migliore.
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