Apatheia

Il proletariato e la nuova classe invisibile

Perché tante persone sullo stesso palcoscenico?

I poveri, i disoccupati, i precari, i senzatetto ed aggiungerei purtroppo anche i giovani, i nostri figli a differenza di quelli del passato sembrano non avere la coscienza del loro stato, nonostante questa classe si stia sempre più espandendo, stia diventando, senza nessun processo rivoluzionario, quella che Marx chiamava la classe universale, mantiene un atteggiamento simile a quello della ripugnante vanità borghese. Quando mi fermo a parlare con i giovani mi rendo conto di quanto siano delusi, arrabbiati, non hanno speranze, hanno una percezione del futuro disastrosa, tetra, un futuro dove non c'è nessuno spazio per loro, il futuro non c'è e loro non esistono.

Raccontano le immense difficoltà per trovare un lavoro e, quando lo trovano, spesso a nero, di esser costretti ad continue ingiustizie, soprusi ed umiliazioni di ogni genere. Un po' per la disperazione derivante dalla lotta per la sopravvivenza ormai dilagante ma soprattutto per l'assenza di una coscienza collettiva, (distrutta in questi ultimi decenni prima dall'ottundimento provocato dal concetto di speranza di una vita migliore soprannaturale collegata ed ottenibile a condizione di votare certi uomini e partiti politici e poi dall'estasi provocata da pubblicità, bambine da favole, comici-profeti, politici che hanno sostituito la massima mens sana in corpore sano con noi ce l'abbiamo duro, affabulatori capaci di aver creato il nuovo superuomo che è tale se truffa e prevarica il prossimo) l'uomo è solo con sé stesso e non riesce più a sentirsi parte di una società che deve emanciparsi collettivamente, insieme senza lasciare dietro di sé nessuno dei suoi individui.

Oggi, questa classe auspicabile non può chiamarsi più neanche proletariato che deriva da proles, figli, che possiede solo figli, perché l'attuale sistema economico, politico e sociale non permette nemmeno di desiderarla la nascita di un figlio. Per una coppia in condizioni economiche discrete che può permettersi di crescere un solo figlio ne esistono centinaia che non possono fare nemmeno questo. Nella Roma antica un uomo nullatenente non veniva neanche censito fino a quando non avesse almeno un figlio, ecco perché questa nuova classe emergente e sempre più numerosa, potremmo chiamarla classe invisibile. Se per Marx il proletario è colui che non possiede i mezzi di produzione del capitalista ma vive vendendo la propria forza lavoro per un salario, la nuova classe invisibile vive umiliata, sopraffatta e sfruttata svendendo non la propria forza lavoro ma il proprio futuro.

La classe invisibile non ha una coscienza sociale collettiva ma ha una vanità individuale che spinge l'individuo sempre di più nella solitudine rendendolo un essere alienato, debole e condizionabile dalle forze economiche e politiche. Un uomo non più in grado di analizzare e scegliere, come un animale a cui basta dare dei piccoli premi per farlo saltare da un trampolino all'altro. Finché sarà così potranno dirci di tutto, potranno farci credere di tutto potranno spiegarci che l'ideologia di destra e di sinistra sono obsolete e salire sul palcoscenico uomini con idee diverse o senza idee, non è importante, perché la nostra coscienza è spenta come una luce e quindi al buio non potremo vedere e capire perché tante persone salgono con forza ed unite sullo stesso palcoscenico e che spettacolo ci propineranno.
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La rubrica di Rino Negrogno

Indice rubrica
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