Apatheia
Inter-detto tra noi
Da oggi mi vergogno un po' meno di essere italiano
martedì 25 giugno 2013
10.52
Sicuramente vi aspettate che vi parli di Berlusconi. Può darsi anzi, quasi quasi. Due frasi mi hanno molto colpito in riferimento a questa triste vicenda tipicamente italiana - da altre parti sarebbe finita prima se mai si fosse avverata - e sono: «Solo così la sinistra poteva vincerlo» e «Se è interdetto lui siamo nove milioni di italiani interdetti». Le due affermazioni mi hanno colpito perché sono drammaticamente vere.
Berlusconi rappresenta da più di vent'anni il prestanome delle virtù degli italiani, le virtù agognate e pubblicizzate alla televisione, il desiderio escatologico di ognuno, rappresenta la ricchezza raggiunta costi quel che costi, le belle donne senza distinzione di razza ed età che si possono avere sempre, anche quando si invecchia, altro che aver paura della morte tra un nipotino che piange ed uno che ha fatto la cacca. Berlusconi ha preso su di se tutti i desideri del mondo ed ha dato i suoi figli per la sua salvezza.
Cari compagni frustrati, non è lui il colpevole, capisco il disagio nel vedere crocifisso il messia del benessere personale, senza sensi di colpa ma non mi spiego la preoccupazione. Il nostro popolo, ex popolo di navigatori, di santi, poeti ed eroi, non ci metterà molto a trovare una nuova capra espiatoria, un altro maestro di vita. Ma sarà di nuovo un innocente da sacrificare in nome di un popolo che partorisce figli con immensi ed eclettici desideri tra il fare la velina ed il fare il calciatore per diventare ricco e famoso.
Che ci siano svariati milioni di italiani con il desiderio di diventare subito ricchi senza troppi intoppi non mi stupisce, se a questi milioni si aggiunge qualche altro milione di italiani che guardano la D'Urso che piange, Fede che bestemmia ed altri discepoli, la frittata è fatta. È più faticoso studiare, essere coerenti, rispettare gli altri, sperare nell'uguaglianza sociale e che nessuno resti indietro, solo e abbandonato. Meglio partecipare alla selezione per diventare velina, avere Berlusconi come faro e, se Papa Francesco non la smette di fare quello che diceva Gesù, tra un po' anche la chiesa finisce insieme ai giudici comunisti.
Da oggi non cambia niente, restiamo italiani. Fuori dalla nostra Italia, quando ci riconosceranno, non diranno più con quel sorriso sardonico: «italiano? Berlusconi?» Torneranno a dirci: «Italiano? Pizza e mandolino?».
Da oggi, sconfitto e amareggiato perché la sinistra non ha battuto Berlusconi sul campo e per non far parte di quei nove milioni di perseguitati, però, tutto sommato, con un senso di vergogna, che mi portò addosso insieme al debito pubblico, diminuito.
Sì, da oggi, mi vergogno un po' meno di essere italiano.
Berlusconi rappresenta da più di vent'anni il prestanome delle virtù degli italiani, le virtù agognate e pubblicizzate alla televisione, il desiderio escatologico di ognuno, rappresenta la ricchezza raggiunta costi quel che costi, le belle donne senza distinzione di razza ed età che si possono avere sempre, anche quando si invecchia, altro che aver paura della morte tra un nipotino che piange ed uno che ha fatto la cacca. Berlusconi ha preso su di se tutti i desideri del mondo ed ha dato i suoi figli per la sua salvezza.
Cari compagni frustrati, non è lui il colpevole, capisco il disagio nel vedere crocifisso il messia del benessere personale, senza sensi di colpa ma non mi spiego la preoccupazione. Il nostro popolo, ex popolo di navigatori, di santi, poeti ed eroi, non ci metterà molto a trovare una nuova capra espiatoria, un altro maestro di vita. Ma sarà di nuovo un innocente da sacrificare in nome di un popolo che partorisce figli con immensi ed eclettici desideri tra il fare la velina ed il fare il calciatore per diventare ricco e famoso.
Che ci siano svariati milioni di italiani con il desiderio di diventare subito ricchi senza troppi intoppi non mi stupisce, se a questi milioni si aggiunge qualche altro milione di italiani che guardano la D'Urso che piange, Fede che bestemmia ed altri discepoli, la frittata è fatta. È più faticoso studiare, essere coerenti, rispettare gli altri, sperare nell'uguaglianza sociale e che nessuno resti indietro, solo e abbandonato. Meglio partecipare alla selezione per diventare velina, avere Berlusconi come faro e, se Papa Francesco non la smette di fare quello che diceva Gesù, tra un po' anche la chiesa finisce insieme ai giudici comunisti.
Da oggi non cambia niente, restiamo italiani. Fuori dalla nostra Italia, quando ci riconosceranno, non diranno più con quel sorriso sardonico: «italiano? Berlusconi?» Torneranno a dirci: «Italiano? Pizza e mandolino?».
Da oggi, sconfitto e amareggiato perché la sinistra non ha battuto Berlusconi sul campo e per non far parte di quei nove milioni di perseguitati, però, tutto sommato, con un senso di vergogna, che mi portò addosso insieme al debito pubblico, diminuito.
Sì, da oggi, mi vergogno un po' meno di essere italiano.