Apatheia
La fotomodella è incinta o non lo è?
Telegiornale, edizione straordinaria
venerdì 28 settembre 2012
Per favore nessuno ingravidi la fotomodella, nessun macchinista si distragga tanto da far piccoli tamponamenti con il suo treno, nessuno fotografi le tette della principessa o il pisello del principe, nessuno uccida, nessuno rubi, nessuno si suicidi almeno per un giorno, così vediamo cosa si inventano i telegiornali per nascondere quello che realmente accade. Nessuno compri partite di calcio, nessuno inciampi nelle sfilate di moda, nessuna velina sia raccomandata e soprattutto nessuno si inventi di essere Angela Celentano perché una storia più triste di questa non si può vivere, non si può escogitare, una madre che la cerca per 16 anni e ad un tratto si sente dire dalla presunta figlia bella e cresciuta che sta bene dove sta. Per un attimo anch'io mi sono dimenticato del tasso attuale del 25% di disoccupazione al Sud, degli scontri in Spagna e di tutta una serie di cose futili ed insignificanti.
I politici, come gli uomini del resto, sono regolati dagli ormoni. C'è una prima fase, quella della campagna elettorale, in cui vi è una discreta increzione dell'ormone detto del "combattimento e della fuga", l'adrenalina. In questa fase infatti l'homo politicus è affabile, passeggia per le vie del centro per venticinque ore al giorno, promette mari e monti anzi mari senza monti, lavoro per tutti, case per tutti, onestà e santità sembrano essere le qualità che più gli si addicono. Poi c'è la fase della vittoria elettorale, una fase di rilassamento e riflessione caratterizzata da increzione abbondante di serotonina nota anche come "ormone del buonumore". Questa è una fase che può divenire anche patologica e durare parecchi mesi costringendo il politico a non frequentare più le vie del centro, interrompere il dialogo con gli elettori e soprattutto non incontrare altri politici per dare vita a pericolose assemblee per decidere le sorti del paese.
C'è una fase che mi sta più a cuore perché non è di facile comprensione ed è quella che chiamerei "fase del festino sfrenato". Questa è una situazione patologica grave ed acuta fin dai primi segni della sua comparsa anzi già nel periodo di incubazione può essere fatale. Ebbene non riesco a spiegarmi quale iperincrezione di quale ormone possa spingere l'homo politicus a pensare di restare per sempre impunito nonostante i festini, l'uso privato della res publica, dei soldi del cittadino e soprattutto della sua stanca intelligenza. Mi sembrano tanti Ser Ciappelletto del Boccaccio che dopo aver passato la vita tra svariate empietà, prima di morire, in confessione, riferisce tante di quelle bugie da far credere al confessore di essere l'uomo più buono e più timorato di Dio, tanto da convincere il religioso a venerarlo come santo. I politici preda di questa fase, distratti dai festini e da quantità spropositate di denaro si lasciano trascinare in questi abissi dionisiaci perché, in cuor loro, sanno che prima o poi confesseranno i loro peccati e puliranno la loro coscienza restando impuniti. Se le cose non vanno come i loro piani, non si dimettono restando attaccati come cozze alla poltrona o si dimettono ma accusano i loro amici, le loro cattive compagnie, loro non sapevano. E mentre in Italia si scoprono festini, soldi rubati, ritorni di fiamma e telegiornali rosa, negli altri paesi si indignano sul serio.
I politici, come gli uomini del resto, sono regolati dagli ormoni. C'è una prima fase, quella della campagna elettorale, in cui vi è una discreta increzione dell'ormone detto del "combattimento e della fuga", l'adrenalina. In questa fase infatti l'homo politicus è affabile, passeggia per le vie del centro per venticinque ore al giorno, promette mari e monti anzi mari senza monti, lavoro per tutti, case per tutti, onestà e santità sembrano essere le qualità che più gli si addicono. Poi c'è la fase della vittoria elettorale, una fase di rilassamento e riflessione caratterizzata da increzione abbondante di serotonina nota anche come "ormone del buonumore". Questa è una fase che può divenire anche patologica e durare parecchi mesi costringendo il politico a non frequentare più le vie del centro, interrompere il dialogo con gli elettori e soprattutto non incontrare altri politici per dare vita a pericolose assemblee per decidere le sorti del paese.
C'è una fase che mi sta più a cuore perché non è di facile comprensione ed è quella che chiamerei "fase del festino sfrenato". Questa è una situazione patologica grave ed acuta fin dai primi segni della sua comparsa anzi già nel periodo di incubazione può essere fatale. Ebbene non riesco a spiegarmi quale iperincrezione di quale ormone possa spingere l'homo politicus a pensare di restare per sempre impunito nonostante i festini, l'uso privato della res publica, dei soldi del cittadino e soprattutto della sua stanca intelligenza. Mi sembrano tanti Ser Ciappelletto del Boccaccio che dopo aver passato la vita tra svariate empietà, prima di morire, in confessione, riferisce tante di quelle bugie da far credere al confessore di essere l'uomo più buono e più timorato di Dio, tanto da convincere il religioso a venerarlo come santo. I politici preda di questa fase, distratti dai festini e da quantità spropositate di denaro si lasciano trascinare in questi abissi dionisiaci perché, in cuor loro, sanno che prima o poi confesseranno i loro peccati e puliranno la loro coscienza restando impuniti. Se le cose non vanno come i loro piani, non si dimettono restando attaccati come cozze alla poltrona o si dimettono ma accusano i loro amici, le loro cattive compagnie, loro non sapevano. E mentre in Italia si scoprono festini, soldi rubati, ritorni di fiamma e telegiornali rosa, negli altri paesi si indignano sul serio.