Apatheia
Le primarie
È la stessa situazione del 2012 eccetto un'unica differenza
domenica 15 febbraio 2015
7.20
Le primarie mi fanno venire in mente quelle coppie che si trascinano stancamente senza amarsi, mangiano insieme cose poco appetitose comprate per dispetto, dormono insieme ma senza fare sesso, restano insieme solo perché non hanno soldi per vivere in due case, non possono permettersi di divorziare o non divorziano perché credono erroneamente di farlo per il bene dei figli. Così, su consiglio di un amico intraprendente o del prete che li ha confessati, si rivolgono ad uno psicologo esperto in separazioni coniugali per tentare di salvare il salvabile. Non funziona quasi mai, il rancore e le incomprensioni sono talmente inveterate che difficilmente i due tornerebbero sui propri passi.
Le primarie oltre ad essere il segno del fallimento di partiti che hanno ormai perso la loro funzione primaria che è quella di unire persone che abbiano una stessa ideologia, madre di programmi e progetti da mettere al servizio della comunità, provocano una sola drammatica conseguenza che è quella di dividere ulteriormente ciò che non si può più unire. L'ideologia che accomuna un partito può dividere i suoi iscritti su certi aspetti formali, per questo, abitualmente, si convocano riunioni su riunioni e alla fine si raggiunge un accordo condiviso dalla maggioranza, poi il famoso centralismo democratico suggerisce di adeguarsi a quella linea comune, se non altro perché la maggioranza ha evidentemente meno possibilità di intraprendere strade intricate rispetto alla minoranza se non addirittura rispetto ad una sola persona.
La situazione che si va delineando a Trani per le prossime amministrative è la stessa del 2012 eccetto un'unica differenza. Nel 2012 Operamolla non ha voluto partecipare all'avanspettacolo delle primarie mentre questa volta Bottaro sembra voglia salire su questo palcoscenico. La costante è Ferrante, incrollabile sostenitore delle primarie. Da questa constatazione ne deriva un fatto curioso: nel 2012 avevamo da una parte il PD e gli altri (si può affermare che quegli altri fossero piuttosto disomogenei ma probabilmente erano uniti da un candidato che sarebbe stato certamente garanzia di trasparenza), contro Uniti per Ferrante, questa volta potremmo avere da una parte il PD di Ferrante e dall'altra gli altri: Uniti contro Ferrante. È curioso ma una spiegazione ci dovrà pur essere se non si riesce a raggiungere l'unità del centro-sinistra. Non posso certo pensare che uno sia giusto e tutti gli altri siano sbagliati, è più probabile che uno si sbagli e tra tutti gli altri alcuni si sbaglino ed altri no. Perdonatemi ma non riesco a pensare che uno abbia ragione e tutti gli altri no. Soprattutto ritengo sia saggio, ogni tanto, riconoscere i propri errori, io ho sbagliato e con questo, ovviamente, non dico d'esser saggio. Comunque alea iacta est o almeno credo.
Rebus sic stantibus, noi di sinistra, dobbiamo ancora una volta e nostro malgrado, andare a votare per le primarie con la speranza di diventare una volta per tutte Uniti per la Sinistra e non per Tizio o per Caio, uniti per il popolo e per la nostra città.
Alle primarie quindi ma senza emozione. Mi viene in mente l'emozione e l'ansia delle primipare. Ci fossero le primipare.
Le primarie oltre ad essere il segno del fallimento di partiti che hanno ormai perso la loro funzione primaria che è quella di unire persone che abbiano una stessa ideologia, madre di programmi e progetti da mettere al servizio della comunità, provocano una sola drammatica conseguenza che è quella di dividere ulteriormente ciò che non si può più unire. L'ideologia che accomuna un partito può dividere i suoi iscritti su certi aspetti formali, per questo, abitualmente, si convocano riunioni su riunioni e alla fine si raggiunge un accordo condiviso dalla maggioranza, poi il famoso centralismo democratico suggerisce di adeguarsi a quella linea comune, se non altro perché la maggioranza ha evidentemente meno possibilità di intraprendere strade intricate rispetto alla minoranza se non addirittura rispetto ad una sola persona.
La situazione che si va delineando a Trani per le prossime amministrative è la stessa del 2012 eccetto un'unica differenza. Nel 2012 Operamolla non ha voluto partecipare all'avanspettacolo delle primarie mentre questa volta Bottaro sembra voglia salire su questo palcoscenico. La costante è Ferrante, incrollabile sostenitore delle primarie. Da questa constatazione ne deriva un fatto curioso: nel 2012 avevamo da una parte il PD e gli altri (si può affermare che quegli altri fossero piuttosto disomogenei ma probabilmente erano uniti da un candidato che sarebbe stato certamente garanzia di trasparenza), contro Uniti per Ferrante, questa volta potremmo avere da una parte il PD di Ferrante e dall'altra gli altri: Uniti contro Ferrante. È curioso ma una spiegazione ci dovrà pur essere se non si riesce a raggiungere l'unità del centro-sinistra. Non posso certo pensare che uno sia giusto e tutti gli altri siano sbagliati, è più probabile che uno si sbagli e tra tutti gli altri alcuni si sbaglino ed altri no. Perdonatemi ma non riesco a pensare che uno abbia ragione e tutti gli altri no. Soprattutto ritengo sia saggio, ogni tanto, riconoscere i propri errori, io ho sbagliato e con questo, ovviamente, non dico d'esser saggio. Comunque alea iacta est o almeno credo.
Rebus sic stantibus, noi di sinistra, dobbiamo ancora una volta e nostro malgrado, andare a votare per le primarie con la speranza di diventare una volta per tutte Uniti per la Sinistra e non per Tizio o per Caio, uniti per il popolo e per la nostra città.
Alle primarie quindi ma senza emozione. Mi viene in mente l'emozione e l'ansia delle primipare. Ci fossero le primipare.