Apatheia
Nebbia
Intervento in rime di Rino Negrogno
martedì 24 aprile 2012
Quando i giorni si trovano dove siamo ora,
nel profumo acre di finestre biancastre,
tra occhi che levigano sculture di pianto,
la tua voce è un ricordo di ebano nero.
Girovaghiamo intorno ai rumori afosi
dei nostri pensieri stridenti,
attenti a non straripare anime,
fiumi che lambiscono i contorni.
I bambini stupiti dei pertugi cupi
anche quando brillavano le luci.
Me lo chiedo tra ogni respiro
se c'è ancora qualcosa da dire
quando ormai non c'è più niente da fare.
Abbiamo bisogno di rivedere la strada
che nei pomeriggi di agosto sbiadisce
ricordi freddi ancora irrisolti,
la noia di distese infinite,
seduti uno contro l'altro
a non dirci niente.
Abbiamo bisogno di ritrovare la strada
infatuati da una nebbia invisibile,
vogliosi di dolori consueti
e di altre foglie avvizzite
che resteranno sul cortile
tra i bambini dell'ultima partita.
Quando i giorni finiscono come oggi
vorrei non essere qui
ma in una notte di tempesta
e non per saltare il giro
ma per non vedere i tuoi occhi
che scrutano paure di strade polverose,
per non sentire la tua voce
e non doverti dire la mia.
Stiamo per essere vecchi e la favola
di una campagna con un pozzo
dove ci specchiavamo sorpresi
e lasciavamo cadere la pietra
ritorna fragorosa, tuonante, infame.
Ci sto provando, anche se non ti sembra,
ci sto provando, sto cercando.
Domani, lo so, diventerà un giorno diverso.
nel profumo acre di finestre biancastre,
tra occhi che levigano sculture di pianto,
la tua voce è un ricordo di ebano nero.
Girovaghiamo intorno ai rumori afosi
dei nostri pensieri stridenti,
attenti a non straripare anime,
fiumi che lambiscono i contorni.
I bambini stupiti dei pertugi cupi
anche quando brillavano le luci.
Me lo chiedo tra ogni respiro
se c'è ancora qualcosa da dire
quando ormai non c'è più niente da fare.
Abbiamo bisogno di rivedere la strada
che nei pomeriggi di agosto sbiadisce
ricordi freddi ancora irrisolti,
la noia di distese infinite,
seduti uno contro l'altro
a non dirci niente.
Abbiamo bisogno di ritrovare la strada
infatuati da una nebbia invisibile,
vogliosi di dolori consueti
e di altre foglie avvizzite
che resteranno sul cortile
tra i bambini dell'ultima partita.
Quando i giorni finiscono come oggi
vorrei non essere qui
ma in una notte di tempesta
e non per saltare il giro
ma per non vedere i tuoi occhi
che scrutano paure di strade polverose,
per non sentire la tua voce
e non doverti dire la mia.
Stiamo per essere vecchi e la favola
di una campagna con un pozzo
dove ci specchiavamo sorpresi
e lasciavamo cadere la pietra
ritorna fragorosa, tuonante, infame.
Ci sto provando, anche se non ti sembra,
ci sto provando, sto cercando.
Domani, lo so, diventerà un giorno diverso.