Apatheia

Ripartiamo dagli uomini, non dalle banche

Spread btp-bund... una brutta parola?

Spread btp-bund può sembrare una brutta parola ma in realtà lo è. Quanti l'hanno sentita in televisione ed hanno pensato: «Non è roba per me». Cose tecniche che devono gestire i tecnici e speriamo bene. Invece no, cerchiamo di capire cosa vuol dire questa brutta parola. Siccome in Italia non abbiamo brutte parole, facciamo ricorso alle parole straniere anche perché le parole straniere o quelle in latino, per chi non le conosce, tuonano altisonanti ed incutono sempre un certo timore reverenziale. Chi le pronuncia è come se dicesse: «E' così e basta». Don Abbondio che parla in latino per non farsi capire da Renzo, per intimorirlo. Era una tecnica largamente utilizzata nel passato quella di non farsi capire dal popolo per raggirarlo ed oggi è tornata di moda. Anche se non siamo degli economisti, da quando in televisione e sui giornali la parolaccia dilaga, avremmo dovuto fare tutti delle ricerche e cercare di capire. Spero che questa mia nota possa essere utile a chi non ha molto tempo e risorse a disposizione.

Spread è un termine inglese che significa differenza. Btp significa buoni del tesoro poliennali, Titoli di credito emessi dal Tesoro dello Stato italiano a medio lungo termine con scadenza pluriennale, che danno un rendimento legato all'andamento del mercato, quindi quanto più è lungo il termine di scadenza del titolo maggiore sarà il rischio che innalzandosi i tassi di mercato caleranno i prezzi dei Btp. I bund sono i titoli tedeschi. Lo spread btp-bund, quindi, è la differenza tra i rendimenti dei btp ed i bund. Si calcola il rendimento a scadenza di un btp a 10 anni, il rendimento a scadenza di un bund a 10 anni e con la differenza di questi due rendimenti si ottiene lo spread. Naturalmente maggiore è il rendimento di un titolo più elevato sarà il livello di rischio che l'emittente non paghi il rendimento e non rimborsi il capitale alla scadenza. Al contrario, minore sarà il rendimento e minore sarà il rischio di perdere l'investimento. Quindi, da questo concetto, possiamo dedurre che se lo spread cioè la differenza tra btp e bund aumenta, il rendimento del btp sta aumentano rispetto al bund, ragion per cui il bund risulta essere più sicuro del btp, il mercato percepisce il btp come titolo di Stato meno sicuro del bund tedesco, il mercato, quindi, ritiene che il rischio di fallimento sia maggiore per l'Italia e la giudica meno affidabile.

Sembrano problemi lontani per il popolo, per i lavoratori, per quelli che non arrivano a fine mese, per i pensionati, per i disoccupati ma in realtà non lo sono. Quando lo spread aumenta, per i btp si riduce il prezzo e quindi rendono di più, il governo per indurre gli acquirenti ad acquistare, offre rendimenti più elevati e chi ha i soldi può speculare acquistando il più possibile ma in questo modo aumenta il deficit dello Stato. Gli acquirenti, ovviamente non sono i lavoratori, i disoccupati, i poveri che non possono sfamare sufficientemente i figli, che comprano un paio di scarpe piuttosto che un btp, che continueranno a vivere in uno Stato sempre più in crisi in questo ciclo viziato e fallimentare. Si finirà male se si continua su questa strada.

La strada da intraprendere è quella che gira intorno all'uomo e non intorno al capitale, dare valore alle risorse umane con nuovi percorsi formativi, non valore a strumenti per produrre denaro per chi il denaro già lo possiede e tra l'altro a discapito del paese, quindi di tutti. Il sacrificio sì, si deve fare ma bisogna farlo tutti ed in proporzione alle proprie ricchezze o povertà. Lo spread tra un parlamentare che dopo soli 5 anni di legislatura percepisce una lauta pensione ed un cittadino che deve lavorare fino a 70 anni per ritrovasi una pensione inconsistente è elevato. Lo spread tra lo stipendio di un dirigente e quello di un lavoratore è elevato. Lo spread tra il costo di una missione militare e quello per il mantenimento di un ospedale è elevato. Lo spread tra un disoccupato e suo padre è purtroppo elevato.

Bisogna ridurre lo spread, bisogna annullare le differenze per ripartire. Bisogna partire dall'uomo e non dalla banca.

Spero di averlo detto bene.
  • Crisi economica
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La rubrica di Rino Negrogno

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La telefonata 6 marzo 2015 La telefonata
Le primarie 15 febbraio 2015 Le primarie
Il professore di Trani 25 gennaio 2015 Il professore di Trani
Terra mia 13 gennaio 2015 Terra mia
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