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A dar lo schiaffo comincia tu
Il Consiglio tra gag, risate e una busta di taralli
giovedì 23 maggio 2013
9.05
Dopo Totò e Peppino a Palazzo Palmieri, non poteva mancare la gag dello schiaffone nell'altro luogo deputato alla vita dell'istituzione politica tranese, Palazzo di Città. Da palazzo a palazzo, l'esilarante vita dei nostri rappresentanti, sciaguratamente eletti dagli inermi cittadini, non si smentisce. Da gag a gag, da risata a risata, alla faccia di noi giornalisti, che tra interviste e talk vari, ci ostiniamo a trattare con serietà queste macchiette. Lo schiaffone fa parte del repertorio: da Bud Spencer e Terence Hill, dal mitico colpo di D'Agostino a Sgarbi (vedi YouTube), con volo di occhiali.
Sembra che si siano messi d'accordo per apparire come iconoclasti di quella immagine che il sindaco cerca di dare ad ogni apparizione: più quello è impeccabile nei toni e nel modo di porgersi, con quella buona educazione che rasenta l'affettazione, più quelli gliene combinano di tutti i colori: uno sale sui banchi, un altro parte con lo schiaffone, un altro si cimenta col vernacolo in pieno consiglio, altri mangiano taralli: bella l'immagine nell'ultimo consiglio... Sotero (che si dia una calmata, vabbè che c'è la telecamera, ma non può muoversi e smaniare ogni secondo, chiamare al telefonino, buttarsi con la testa all'indietro, sfottere Bartolo Maiullari, consigliere UDC, portare i taralli, si dia un contegno!).
A proposito di taralli: appena arriva una busta sul banco della giunta, nell'ultimo consiglio, tutti si avvicinano come piccioni affamati in piazza San Marco per prenderne due, tre quattro. A proposito di schiaffoni: forte, anche se senza mano, quello di Ugo Operamolla (bentornato nell'agone mediatico) al sindaco: a furia di parlare di rivoluzione silenziosa è arrivata la battuta cha a tutti veniva in mente, ma nessuno aveva detto ancora pubblicamente. Ugo Scarface ha scaricato i pallettoni, anzi i paccheroni, per restare in tema: «E' talmente silenziosa che non l'ha sentita nessuno». Per la serie: Riserbato se l'è cercata. Gli slogan di don Giggino non sono proprio il suo forte: le "incrostazioni" mandarono su tutte le furie un ramo di PDL, quello ancora fedele a Pinuccio il feisbucchiano (ormai parla solo su FB, con andata verso il futuro senza ritorno), la lavagna pulita era uno slogan da sgobbone, ora la rivoluzione silenziosa, che gli attira la stilettata di Ugo O..
Intanto Pasquale De Toma continua a far crescere i suoi capelli, ormai ci ricorda uno dei tre Bee Gees. Dopo la vincita Amet, si aggira con aria trionfante tra palazzo Palmieri e palazzo di Città. Anche se dopo le ultime notizie Amet, non sarei così trionfante... "Gaiardo Pasuqale", direbbero a Roma.
Sembra che si siano messi d'accordo per apparire come iconoclasti di quella immagine che il sindaco cerca di dare ad ogni apparizione: più quello è impeccabile nei toni e nel modo di porgersi, con quella buona educazione che rasenta l'affettazione, più quelli gliene combinano di tutti i colori: uno sale sui banchi, un altro parte con lo schiaffone, un altro si cimenta col vernacolo in pieno consiglio, altri mangiano taralli: bella l'immagine nell'ultimo consiglio... Sotero (che si dia una calmata, vabbè che c'è la telecamera, ma non può muoversi e smaniare ogni secondo, chiamare al telefonino, buttarsi con la testa all'indietro, sfottere Bartolo Maiullari, consigliere UDC, portare i taralli, si dia un contegno!).
A proposito di taralli: appena arriva una busta sul banco della giunta, nell'ultimo consiglio, tutti si avvicinano come piccioni affamati in piazza San Marco per prenderne due, tre quattro. A proposito di schiaffoni: forte, anche se senza mano, quello di Ugo Operamolla (bentornato nell'agone mediatico) al sindaco: a furia di parlare di rivoluzione silenziosa è arrivata la battuta cha a tutti veniva in mente, ma nessuno aveva detto ancora pubblicamente. Ugo Scarface ha scaricato i pallettoni, anzi i paccheroni, per restare in tema: «E' talmente silenziosa che non l'ha sentita nessuno». Per la serie: Riserbato se l'è cercata. Gli slogan di don Giggino non sono proprio il suo forte: le "incrostazioni" mandarono su tutte le furie un ramo di PDL, quello ancora fedele a Pinuccio il feisbucchiano (ormai parla solo su FB, con andata verso il futuro senza ritorno), la lavagna pulita era uno slogan da sgobbone, ora la rivoluzione silenziosa, che gli attira la stilettata di Ugo O..
Intanto Pasquale De Toma continua a far crescere i suoi capelli, ormai ci ricorda uno dei tre Bee Gees. Dopo la vincita Amet, si aggira con aria trionfante tra palazzo Palmieri e palazzo di Città. Anche se dopo le ultime notizie Amet, non sarei così trionfante... "Gaiardo Pasuqale", direbbero a Roma.