Avviso di chiamata
A Renzi facce ride!
Mentre a Trani salgono il Divo Musci e il Fattore C di Gigi R.
giovedì 11 ottobre 2012
Fortunatamente non ero presente alla performance di Matteo Renzi a Palazzo San Giorgio. Avrei pure dovuto aspettare due ore per vedere quel sagoma in camicia bianca, stile simpatico cameriere battutista. Ascoltando o leggendo i resoconti della stampa o delle emittenti private, che spero non siano state prevenute per il gran rifiuto di concedere interviste (capirai… e chi è? Jimmy il Fenomeno?) sembra che il nuovo che avanza non abbia tutti questi alettanti contenuti specifici da offrire. Ripeto, mi baso su resoconti altrui e spero che non siano inficiati dalle tristi scene viste in tv: tipo onorati colleghi della stampa che pur di strappare una dichiarazione al labbro leporino più famoso d'Italia, piroettavano su se stessi, mentre il Renzi passava avanti incurante di tanto sbracciarsi, coi guardaspalle Ferrante& Laurora. Quest'ultimo era fantastico nella parte, come Kevin Costner con Whitney Houston in un famoso film, The Bodyguard. Una volta dentro il Palazzo, inutile sottolineare le espressioni estasiaste, con occhio fisso e perso mentre il Rottamatore parlava di cose già dette da altri. Ma vuoi mettere, con quell'accento fiorentino, può dire quello che vuole… Comunque, in ottica futura Renzi mi piace: se diventa premier qualche altra barzelletta ci scappa. Le signore e signorine in platea sono una spia importante del target che sta per rastrellare: vedove di Emilio Fede, zitelle in cerca di principe azzurro politico, ex fan di Silvio che non vogliono rassegnarsi a perdere l'omino carismatico che le faccia sognare un po' al di fuori delle loro vite grame.
Ma veniamo alle cose di casa nostra: da quando Maurizio Musci, capogruppo PDL, ha inforcato una nuova montatura d'occhiali color nero, presenta un'imbarazzante somiglianza con un Andreotti prima maniera. Il fatto è che pure lui si è calato nella parte alla grande: afferma di essere colui che sta cercando di trovare un bandolo nella complicata matassa della questione della nomina del Presidente del Consiglio: veste i panni del grande tessitore ma prima ancora, meno andreottianamente, aveva candidamente affermato che non ci si poteva nascondere dietro un dito e l'accordo non era stato trovato; era nudo coi suoi occhiali, e speriamo senza impermeabile bianco e tutta l'inconsistenza di un partito in decomposizione come il PDL. Mano male che ci ha pensato Beppe Corrado, che deve aver capito che non c'è definitivamente più trippa per gatti, anzi per lui, uno dei gatti del PDL che rischia di rimanere a bocca asciutta, a picchiare duro su questa snervante incapacità della maggioranza a trovare un accordo. Nel frattempo, meglio poter, con un bel cavillo, trovare la possibilità di riunire le Commissioni consiliari, così si comincia a mettere da parte qualche bel soldino. Visti i tempi grami che ci sono.
Non si capisce cosa pensi di questo immobilismo il sindaco Luigi Riserbato, che in campagna elettorale aveva fatto dello spirito pimpante e concreto (tutto fieno in cascina e legna da fare) un suo marchio di fabbrica. Il fieno appare sparso per la masseria e la legna sembra che stia marcendo. Meno male che il suo fattore C sembra essere ancora bello preponderante (vedi rinvio del termine per l'approvazione dei bilanci, dal 31 agosto al 31 ottobre), se no staremmo già per preparaci all'ennesimo commissariamento. Spiace comunque che il governo di un sindaco giovane, a proposito di Renzi e di questioni anagrafiche, sia caratterizzato da una serie di problemi che sembrano sommarsi di mese in mese, di settimana in settimana. Ci si mettono pure segnali che non dipenderebbero nemmeno dal diretto interessato, ma da tutta una classe politica trasparente, nel senso che non esiste, ma certo, l'ipotesi che Trani, da capoluogo potrebbe finire nella provincia di Foggia è davvero deprimente e non sarebbe un bel ricordo per il Nostro. Meno male che a confortarlo c'è un bel po' di stampa amica (mai visto un tale "silenziatore" su innumerevoli nodi che stanno salendo al pettine), altro innegabile ingrediente del Fattore C.
Ma veniamo alle cose di casa nostra: da quando Maurizio Musci, capogruppo PDL, ha inforcato una nuova montatura d'occhiali color nero, presenta un'imbarazzante somiglianza con un Andreotti prima maniera. Il fatto è che pure lui si è calato nella parte alla grande: afferma di essere colui che sta cercando di trovare un bandolo nella complicata matassa della questione della nomina del Presidente del Consiglio: veste i panni del grande tessitore ma prima ancora, meno andreottianamente, aveva candidamente affermato che non ci si poteva nascondere dietro un dito e l'accordo non era stato trovato; era nudo coi suoi occhiali, e speriamo senza impermeabile bianco e tutta l'inconsistenza di un partito in decomposizione come il PDL. Mano male che ci ha pensato Beppe Corrado, che deve aver capito che non c'è definitivamente più trippa per gatti, anzi per lui, uno dei gatti del PDL che rischia di rimanere a bocca asciutta, a picchiare duro su questa snervante incapacità della maggioranza a trovare un accordo. Nel frattempo, meglio poter, con un bel cavillo, trovare la possibilità di riunire le Commissioni consiliari, così si comincia a mettere da parte qualche bel soldino. Visti i tempi grami che ci sono.
Non si capisce cosa pensi di questo immobilismo il sindaco Luigi Riserbato, che in campagna elettorale aveva fatto dello spirito pimpante e concreto (tutto fieno in cascina e legna da fare) un suo marchio di fabbrica. Il fieno appare sparso per la masseria e la legna sembra che stia marcendo. Meno male che il suo fattore C sembra essere ancora bello preponderante (vedi rinvio del termine per l'approvazione dei bilanci, dal 31 agosto al 31 ottobre), se no staremmo già per preparaci all'ennesimo commissariamento. Spiace comunque che il governo di un sindaco giovane, a proposito di Renzi e di questioni anagrafiche, sia caratterizzato da una serie di problemi che sembrano sommarsi di mese in mese, di settimana in settimana. Ci si mettono pure segnali che non dipenderebbero nemmeno dal diretto interessato, ma da tutta una classe politica trasparente, nel senso che non esiste, ma certo, l'ipotesi che Trani, da capoluogo potrebbe finire nella provincia di Foggia è davvero deprimente e non sarebbe un bel ricordo per il Nostro. Meno male che a confortarlo c'è un bel po' di stampa amica (mai visto un tale "silenziatore" su innumerevoli nodi che stanno salendo al pettine), altro innegabile ingrediente del Fattore C.