Avviso di chiamata
Comunista così
La bagarre su Ferrante è stata come una tempesta in un bicchiere d'acqua
giovedì 6 febbraio 2014
9.06
Prima di tutto auguri a Biagino Fanelli per la nomina di addetto stampa a Palazzo; per lui un "ritorno", dopo esperienze con le amministrazioni Avantario e Tarantini, qualche anno fa, nello stesso ruolo. Biagio è stato per me un ottimo direttore: mai una censura subita, massima libertà e carta bianca senza limiti, senza manie accentratrici, anzi, con la volontà di valorizzare le collaborazioni (l'idea del fortunato Cordialmente fu sua, ad esempio) Buon lavoro Biagio! In effetti oggi, in qualsiasi ente istituzionale, Comune, Regione, associazione, istituto scolastico che sia, la figura dell'esperto di comunicazione e rapporti con la stampa è vitale: chi non l'ha capito è sostanzialmente fuori dai giochi.
La bagarre su Ferrante è stata come una tempesta in un bicchiere d'acqua: questa politica assorbe tutto velocemente e questo gioca a favore degli attori coinvolti sul proscenio, a cominciare dal primo cittadino, per continuare con figure spesso molto discusse come Ferrante stesso. Ci chiediamo perché a Bisceglie nessuno ha bombardato uno come Napoletano che all'indomani dell'elezione di Spina, è diventato presidente del consiglio, dopo essere stato candidato sindaco contro lo stesso vincitore? Le rappresaglie contro Ferrante, che pure noi spesso e volentieri non abbiamo risparmiato, beccandoci gli insulti dei suoi nobili seguaci, non sono state fatte nella vicina Bisceglie? Perché a quello sì e a quell'altro no? E' un dubbio che ci ha assalito nelle ultime ore e a suo tempo. Anche lì uno di sinistra, anzi un "comunista così", come recitava Mario Brega nel film di Carlo Verdone, si è messo a fare il presidente del consiglio coi voti della maggioranza, che lo ha eletto. Avremmo voluto una mezza bagarre pure lì. Invece vedo il roseo F. Napoletano che gode di numerosi supporters anche qui a Trani (perciò l'esempio è richiamato con particolare piacere) e nella vicina ridente Bisceglie la vita procede tranquilla, salvo venire a sapere che nelle ultime ore starebbero crescendo, da voci di corridoio, le probabilità che Spina cambi ancora partito: pronto un ingresso in pompa magna nel Nuovo Centro Destra, sempre più Nuovo Salone dell'Usato, pronto probabilmente, per esigenze legate alla nuova legge elettorale, a ritornare sotto l'ala berlusconiana. In questi giorni Angelino ha già messo le mani (e pure le pinne e le squame) avanti dicendo ai suoi alleati di partito: "Ragazzi, così mi spingete di nuovo tra le braccia di Berlusconi".
Dopo Fabbretti, Martello (civatiano), ed un pugno di giovani volenterosi, lascia il PD tranese anche un personaggio storico e scomodo: sbatte la porta anche Antonio Corraro, che, al di là degli scontri interni, ha costituito una risorsa e tanto bene ha fatto attraverso l'associazione Auser Anziani. Il nostro parla di "aria irrespirabile", nonostante il nuovo segretario abbia imposto dieta in bianco per tutti, ferrantiani compresi e ventole aspira odori. Intanto l'avvocato Ventura, (già impegnato in prima persona nella rocambolesca e sfortunata campagna elettorale pro Operamolla, con qualche mugugno interno ancora vivo sulla gestione dell'ultima parte della stessa, fino al ballottaggio), diventa vicesegretario cittadino, dopo il no di Vincenzo De Simola. Come da noi anticipato dunque i ferrantiani hanno rinunciato ad ogni nomina, credendo in tal modo probabilmente, di incamerare bonus e crediti per futuri movimenti, fuori dalla mischia tranese, che al di là di Ferrante, possa lanciare qualche altra figura a livello istituzionale. Tutto giusto, ma intanto il PD perde pezzi, ed alcuni stanno pure passando a SEL.
Torniamo a parlare di servizi sociali e assistenziali a Trani. Fioccano le segnalazioni di famiglie o singoli soggetti che, realmente poco abbienti o no, girano settimanalmente tutte le parrocchie e gli enti, Comune compreso, per racimolare viveri. "Spesso",- da quello che ci viene raccontato da un cittadino volontario impegnato nella distribuzione dei "pacchi",- "si tratta di persone che non ne avrebbero realmente bisogno e fanno giri continui a destra e manca, pur di racimolare il più possibile. Spesso dopo aver ricevuto il pacco guardano all'interno, pronti sempre a lamentarsi perché c'è poca roba". Ci chiediamo, e giriamo l'interrogativo alla Diocesi, pur molto impegnata con l'evento del Sinodo, se nel frattempo non sia possibile creare un elenco generale ad hoc di famiglie realmente bisognose, per poi smistare i gruppi di persone e nuclei familiari alle singole realtà di volontariato, parrocchie, Caritas, San Vincenzo, in modo tale che, per dirla con linguaggio grillino "uno varrebbe uno": ossia un povero per ogni ente, un nucleo per ogni realtà associativa, con rigoroso controllo di documenti e situazione del reddito. Razionalizzare la distribuzione dei viveri contrasterebbe lo sperpero e la proliferazione di furbi. Una volta che si raccoglie da una parte, non ci si potrebbe rivolgere anche ad un'altra.
La bagarre su Ferrante è stata come una tempesta in un bicchiere d'acqua: questa politica assorbe tutto velocemente e questo gioca a favore degli attori coinvolti sul proscenio, a cominciare dal primo cittadino, per continuare con figure spesso molto discusse come Ferrante stesso. Ci chiediamo perché a Bisceglie nessuno ha bombardato uno come Napoletano che all'indomani dell'elezione di Spina, è diventato presidente del consiglio, dopo essere stato candidato sindaco contro lo stesso vincitore? Le rappresaglie contro Ferrante, che pure noi spesso e volentieri non abbiamo risparmiato, beccandoci gli insulti dei suoi nobili seguaci, non sono state fatte nella vicina Bisceglie? Perché a quello sì e a quell'altro no? E' un dubbio che ci ha assalito nelle ultime ore e a suo tempo. Anche lì uno di sinistra, anzi un "comunista così", come recitava Mario Brega nel film di Carlo Verdone, si è messo a fare il presidente del consiglio coi voti della maggioranza, che lo ha eletto. Avremmo voluto una mezza bagarre pure lì. Invece vedo il roseo F. Napoletano che gode di numerosi supporters anche qui a Trani (perciò l'esempio è richiamato con particolare piacere) e nella vicina ridente Bisceglie la vita procede tranquilla, salvo venire a sapere che nelle ultime ore starebbero crescendo, da voci di corridoio, le probabilità che Spina cambi ancora partito: pronto un ingresso in pompa magna nel Nuovo Centro Destra, sempre più Nuovo Salone dell'Usato, pronto probabilmente, per esigenze legate alla nuova legge elettorale, a ritornare sotto l'ala berlusconiana. In questi giorni Angelino ha già messo le mani (e pure le pinne e le squame) avanti dicendo ai suoi alleati di partito: "Ragazzi, così mi spingete di nuovo tra le braccia di Berlusconi".
Dopo Fabbretti, Martello (civatiano), ed un pugno di giovani volenterosi, lascia il PD tranese anche un personaggio storico e scomodo: sbatte la porta anche Antonio Corraro, che, al di là degli scontri interni, ha costituito una risorsa e tanto bene ha fatto attraverso l'associazione Auser Anziani. Il nostro parla di "aria irrespirabile", nonostante il nuovo segretario abbia imposto dieta in bianco per tutti, ferrantiani compresi e ventole aspira odori. Intanto l'avvocato Ventura, (già impegnato in prima persona nella rocambolesca e sfortunata campagna elettorale pro Operamolla, con qualche mugugno interno ancora vivo sulla gestione dell'ultima parte della stessa, fino al ballottaggio), diventa vicesegretario cittadino, dopo il no di Vincenzo De Simola. Come da noi anticipato dunque i ferrantiani hanno rinunciato ad ogni nomina, credendo in tal modo probabilmente, di incamerare bonus e crediti per futuri movimenti, fuori dalla mischia tranese, che al di là di Ferrante, possa lanciare qualche altra figura a livello istituzionale. Tutto giusto, ma intanto il PD perde pezzi, ed alcuni stanno pure passando a SEL.
Torniamo a parlare di servizi sociali e assistenziali a Trani. Fioccano le segnalazioni di famiglie o singoli soggetti che, realmente poco abbienti o no, girano settimanalmente tutte le parrocchie e gli enti, Comune compreso, per racimolare viveri. "Spesso",- da quello che ci viene raccontato da un cittadino volontario impegnato nella distribuzione dei "pacchi",- "si tratta di persone che non ne avrebbero realmente bisogno e fanno giri continui a destra e manca, pur di racimolare il più possibile. Spesso dopo aver ricevuto il pacco guardano all'interno, pronti sempre a lamentarsi perché c'è poca roba". Ci chiediamo, e giriamo l'interrogativo alla Diocesi, pur molto impegnata con l'evento del Sinodo, se nel frattempo non sia possibile creare un elenco generale ad hoc di famiglie realmente bisognose, per poi smistare i gruppi di persone e nuclei familiari alle singole realtà di volontariato, parrocchie, Caritas, San Vincenzo, in modo tale che, per dirla con linguaggio grillino "uno varrebbe uno": ossia un povero per ogni ente, un nucleo per ogni realtà associativa, con rigoroso controllo di documenti e situazione del reddito. Razionalizzare la distribuzione dei viveri contrasterebbe lo sperpero e la proliferazione di furbi. Una volta che si raccoglie da una parte, non ci si potrebbe rivolgere anche ad un'altra.