Avviso di chiamata
Don Giggino contro le tette al vento
Il paladino del nuovo puritanesimo tranese
giovedì 21 giugno 2012
Dopo Don Chisciotte contro i mulini a vento, ora possiamo parlare di Don Gigi I contro le tette al vento. Mi si passi l'accostamento che allontana l'eventuale ipotesi di licenziosità o cattivo gusto in virtù della citazione letteraria (Cervantes). Eccolo, il giovane cavaliere e paladino del nuovo puritanesimo tranese. Sulla carta il provvedimento riguardante l'abbigliamento a Palazzo non fa una piega. Teoricamente dovremmo vestire tutti in modo decoroso, ma non possiamo fare a meno di immaginarci lì presenti, nei giorni scorsi, dopo il pruriginoso riferimento ai decolté, alle gambe accavallate nei corridoi senza nemmeno le scarpe, e speriamo solo senza quelle, non come Sharon Stone in Basic Instinct. Dopo l'immagine degli abiti succinti, magari con sguardo allupato e linguetta da fuori alla Fantozzi, da parte degli impiegati che guardano cosce, seni prosperosi e lati b. E che è? Ci mancava solo qualche bambola gonfiabile scoperta nei sottoscala! Dopo la linguetta però è giunto lo sdegno. Sono già aperte le scommesse su chi siano stati gli indignati impiegati che si sono recati in sacrestia da don Giggino e gli abbiano esposto la situazione. Mica come quando c'era Re Pinuccio il gaudente, che a Palazzo i sudditi allungavano le mani sulle donne delle pulizie.
Come quando da giovane, l'ex Presidente Scalfaro, negli anni 50, schiaffeggiò una donna troppo scollacciata, ora, nel 2012, Re Gigi il Puritano bacchetta i vestiti troppo succinti. Un inizio da devoto moralista, come quei giovanotti della borghesia d'un tempo che si presentavano alla futura suocera dicendo di essere un persona "perbene". Come quei siciliani dei film anni 50, tipo Tiberio Murgia (che in verità era sardo), che intimavano alla consorte audacemente scollacciata : "Coprite sveggoggnata!". Pare che ora, in linea con la svolta puritana, a Palazzo i messi si chiameranno "messére". Bandite parolacce, vernacolo e impiegati fischiettanti tra i corridoi. L'età riserbatiana – vittoriana è appena cominciata e sinceramente, dopo l'andamento piatto dei giorni scorsi, con la nomina di una giunta alquanto grigia, a parte la magnifica abbronzatura di Sotero, temevamo di doverci attenere ai tristi bollettini della stampa locale e di un altro bel po' di ordinaria amministrazione. Questa novella crociata contro le gonne a vento ( a proposito,chi misurerà la lunghezza del giusto decoro?), ci ha risvegliato dall'attacco di sonno che già ci stava cogliendo.
Ancora, a proposito, Gigi R. questa settimana ha proprio deciso di "sballarsi": prima del provvedimento pro decoro, aveva convocato pure Carlo Avantario per sondare una sua disponibilità ad essere votato come presidente del consiglio comunale. Il noto ginecologo ha risposto che avrebbe dovuto confrontarsi col suo partito, il PD e che gli avrebbe fatto sapere. Nel frattempo resta sempre vivo il nome di Fabrizio Ferrante, che non prenderà certo bene questa nuova ipotesi. Ma don Giggino ha forse capito che due secondi dopo l'eventuale nomina di Fabri alla poltrona in questione, potrebbe scatenarsi un fuoco di fila, di retro pensieri, cattivi pensieri e dietrologie da tutte le parti, dopo le rocambolesche vicende elettorali. Avantario sarebbe certo l'espressione di quella corrente operamolliana al cui vertice c'è colui il quale, nonno Ugo, sarebbe l'unico a poter ambire a quella poltrona, in seno alla minoranza, essendo, di fatto, il personaggio politico del centro – sinistra più suffragato. Ma se nonno Ugo non fosse disponibile, ecco spuntare fuori la figura dell'ex baffo d'oro della sinistra (ex in quanto ha tagliato i baffi), espressione analoga per principi e modo di essere e pensare a quella dell'avvocato. Ecco spiegata, secondo il nostro punto di vista, l'inaspettata chiamata di don Gigi, che tende a sparigliare quel pericoloso tavolo.
Chiudiamo con una nuova star del cinema tranese: Ninni De Toma. Ormai non lo ferma più nessuno. Dopo aver letto il suo comunicato di fuoco contro un piccolo sindacato presente in Amet, dà l'impressione di chi voglia sparare col bazooka anche i moscerini. Si aggira coi suoi occhi di brace a caccia di vittime da stendere. Mi ricorda Joe Pesci in un memorabile personaggio di un grande film di Martin Scorsese degli anni 90 "Quei bravi ragazzi". Ormai è calato nella parte del killer di professione, più che in quella di presidente Amet. Quando l'ho stuzzicato con la storia del bazooka e del moscerino ha infatti risposto con la seguente frase: " Quando i moscerini si travestono da mosconi che hanno sette vite bisogna usare l'artiglieria pesante". Ragazzi, Ninni nostro è da Oscar. È il nuovo Joe Pesci. Scorsese è avvisato.
Come quando da giovane, l'ex Presidente Scalfaro, negli anni 50, schiaffeggiò una donna troppo scollacciata, ora, nel 2012, Re Gigi il Puritano bacchetta i vestiti troppo succinti. Un inizio da devoto moralista, come quei giovanotti della borghesia d'un tempo che si presentavano alla futura suocera dicendo di essere un persona "perbene". Come quei siciliani dei film anni 50, tipo Tiberio Murgia (che in verità era sardo), che intimavano alla consorte audacemente scollacciata : "Coprite sveggoggnata!". Pare che ora, in linea con la svolta puritana, a Palazzo i messi si chiameranno "messére". Bandite parolacce, vernacolo e impiegati fischiettanti tra i corridoi. L'età riserbatiana – vittoriana è appena cominciata e sinceramente, dopo l'andamento piatto dei giorni scorsi, con la nomina di una giunta alquanto grigia, a parte la magnifica abbronzatura di Sotero, temevamo di doverci attenere ai tristi bollettini della stampa locale e di un altro bel po' di ordinaria amministrazione. Questa novella crociata contro le gonne a vento ( a proposito,chi misurerà la lunghezza del giusto decoro?), ci ha risvegliato dall'attacco di sonno che già ci stava cogliendo.
Ancora, a proposito, Gigi R. questa settimana ha proprio deciso di "sballarsi": prima del provvedimento pro decoro, aveva convocato pure Carlo Avantario per sondare una sua disponibilità ad essere votato come presidente del consiglio comunale. Il noto ginecologo ha risposto che avrebbe dovuto confrontarsi col suo partito, il PD e che gli avrebbe fatto sapere. Nel frattempo resta sempre vivo il nome di Fabrizio Ferrante, che non prenderà certo bene questa nuova ipotesi. Ma don Giggino ha forse capito che due secondi dopo l'eventuale nomina di Fabri alla poltrona in questione, potrebbe scatenarsi un fuoco di fila, di retro pensieri, cattivi pensieri e dietrologie da tutte le parti, dopo le rocambolesche vicende elettorali. Avantario sarebbe certo l'espressione di quella corrente operamolliana al cui vertice c'è colui il quale, nonno Ugo, sarebbe l'unico a poter ambire a quella poltrona, in seno alla minoranza, essendo, di fatto, il personaggio politico del centro – sinistra più suffragato. Ma se nonno Ugo non fosse disponibile, ecco spuntare fuori la figura dell'ex baffo d'oro della sinistra (ex in quanto ha tagliato i baffi), espressione analoga per principi e modo di essere e pensare a quella dell'avvocato. Ecco spiegata, secondo il nostro punto di vista, l'inaspettata chiamata di don Gigi, che tende a sparigliare quel pericoloso tavolo.
Chiudiamo con una nuova star del cinema tranese: Ninni De Toma. Ormai non lo ferma più nessuno. Dopo aver letto il suo comunicato di fuoco contro un piccolo sindacato presente in Amet, dà l'impressione di chi voglia sparare col bazooka anche i moscerini. Si aggira coi suoi occhi di brace a caccia di vittime da stendere. Mi ricorda Joe Pesci in un memorabile personaggio di un grande film di Martin Scorsese degli anni 90 "Quei bravi ragazzi". Ormai è calato nella parte del killer di professione, più che in quella di presidente Amet. Quando l'ho stuzzicato con la storia del bazooka e del moscerino ha infatti risposto con la seguente frase: " Quando i moscerini si travestono da mosconi che hanno sette vite bisogna usare l'artiglieria pesante". Ragazzi, Ninni nostro è da Oscar. È il nuovo Joe Pesci. Scorsese è avvisato.