Avviso di chiamata
E il faraone Peppino li pietrificò
Avviso di chiamata per Di Marzio (e Pina Chiarello)
giovedì 26 gennaio 2012
Alla fine deve averli fissati col suo sguardo a metà strada tra il faraone onnipotente e l'enigmatica Sfinge, pietrificandoli senza pietà. Da Pinuccio, ai tre Saggi del Mercante in Fiera, ai tre cavalieri della Tavola Tarlata, che s'erano illusi di correre per le simil-primarie, come le borse dei cinesi in simil-pelle. Sul tavolino della politica tranese si siede con autorità e con l'aria di chi l'ha sempre saputo: questa candidatura s'ha da fare. Certo Peppino Ramses Di Marzio è stato il politico che meno ha parlato in questi mesi. Il politico che come già anticipato in questa rubrica, si avvicinava silenziosamente, in perfetto stile Prima Repubblica, all'obiettivo della candidatura solitaria, che ora passerà dalla strettoia delle Primarie. In verità la strettoia è un'illusione ottica per noi spettatori, poiché quella candidatura s'ha da fare e si farà. Certo uno con lo sguardo da sfinge e faraone, almeno in questa rubrica, non può essere chiamato Peppino; uno che pietrifica i nemici, per ora interni, e che avanza sicuro verso la preda, deve farsi chiamare in altro modo; magari Giuseppe II, visto l'obiettivo di diventare sindaco per la seconda volta. Mi sembra più adatto.
Questo politico viene da lontano: divenne primo cittadino quando quest'ultimo veniva eletto direttamente dai consiglieri comunali (sembra roba della preistoria e invece non sono passati nemmeno trent'anni); come già scritto recentemente, l'ultimo pietrificato tra quelli che politicamente hanno incrociato il suo sguardo è stato proprio il prossimo competitor di Giuseppe DM alle simil-primarie della destra: quel Riserbato consigliere più suffragato alle ultime elezioni, aspettava l'investitura a presidente del Consiglio comunale tranese. Invece quella poltrona fu assegnata al Ramses tranese. Piccoli segnali di potere effettivo e avvolgente. Come quelle anaconda spietate, insomma. Certo, l'ultima esperienza come assessore ai lavori pubblici della provincia in simil pelle, anzi proprio in acrilico, non ha lasciato grandi segni. Questo anche per l'assoluto immobilismo ed inutilità della stessa, con un ruolo tranese già da tempo molto sottodimensionato e dal quale non hanno certo beneficiato i politici tranesi stessi coinvolti nell'azione di governo. Il grande cavallo di battaglia di Giuseppe DM assessore, l'allargamento della provinciale Andria Trani, pur con tutta la buona volontà dimostrata e gli impegni e le dichiarazioni alla stampa, è sempre lì, pericolosa e fatale. Certo ci sono state le resistenze baresi ( su passaggi di consegne territoriali) e la burocrazia e i problemi sugli espropri, ma, ad oggi, pur con le ultime rassicuranti notizie sul futuro allargamento, la fatal stradaccia è ancora lì, così com'è da quarant'anni.
Ora, intorno alla figura di Giuseppe DM dovrà nascere un dibattito serio nel PDL, o in quello che ne rimane: come si concilia questa candidatura, al di là delle simil-Primarie, con le dichiarazioni pro Riserbato, solo di qualche mese fa, sparate da noti esponenti del PDL, consiglieri compresi? Come nella sinistra è nata una spaccatura tra generazioni, gruppi e partiti discendente dal dissidio Ferrante e Operamolla, potrebbe nascerne una nella destra, indipendentemente dall'esito delle primarie. Perché prima delle primarie conta il cittadino, poi comunque, nelle stanze del potere, i politici se ne strafottono del parere popolare e fanno di testa loro. Il voto vero, quello di maggio, sarà inficiato da queste divisioni: insomma le truppe dell'eventuale sconfitto, ipotizzo, giocheranno sporco e voteranno per altri e non per il vincitore delle primarie, indebolendo comunque la loro parte. Anche a sinistra mi rifiuto di pensare che in un eventuale ballottaggio che veda protagonista Nonno Ugo, gli accaniti seguaci di Fabri Sfibra vadano a votare per lui (se ne staranno a casa a chattare) e viceversa, con Fabri eventualmente in finale, i supportes di Ugo O. se ne staranno a casa in pantofole a guardarsi la tv. Buona fortuna Trani, e buonanotte.
Questo politico viene da lontano: divenne primo cittadino quando quest'ultimo veniva eletto direttamente dai consiglieri comunali (sembra roba della preistoria e invece non sono passati nemmeno trent'anni); come già scritto recentemente, l'ultimo pietrificato tra quelli che politicamente hanno incrociato il suo sguardo è stato proprio il prossimo competitor di Giuseppe DM alle simil-primarie della destra: quel Riserbato consigliere più suffragato alle ultime elezioni, aspettava l'investitura a presidente del Consiglio comunale tranese. Invece quella poltrona fu assegnata al Ramses tranese. Piccoli segnali di potere effettivo e avvolgente. Come quelle anaconda spietate, insomma. Certo, l'ultima esperienza come assessore ai lavori pubblici della provincia in simil pelle, anzi proprio in acrilico, non ha lasciato grandi segni. Questo anche per l'assoluto immobilismo ed inutilità della stessa, con un ruolo tranese già da tempo molto sottodimensionato e dal quale non hanno certo beneficiato i politici tranesi stessi coinvolti nell'azione di governo. Il grande cavallo di battaglia di Giuseppe DM assessore, l'allargamento della provinciale Andria Trani, pur con tutta la buona volontà dimostrata e gli impegni e le dichiarazioni alla stampa, è sempre lì, pericolosa e fatale. Certo ci sono state le resistenze baresi ( su passaggi di consegne territoriali) e la burocrazia e i problemi sugli espropri, ma, ad oggi, pur con le ultime rassicuranti notizie sul futuro allargamento, la fatal stradaccia è ancora lì, così com'è da quarant'anni.
Ora, intorno alla figura di Giuseppe DM dovrà nascere un dibattito serio nel PDL, o in quello che ne rimane: come si concilia questa candidatura, al di là delle simil-Primarie, con le dichiarazioni pro Riserbato, solo di qualche mese fa, sparate da noti esponenti del PDL, consiglieri compresi? Come nella sinistra è nata una spaccatura tra generazioni, gruppi e partiti discendente dal dissidio Ferrante e Operamolla, potrebbe nascerne una nella destra, indipendentemente dall'esito delle primarie. Perché prima delle primarie conta il cittadino, poi comunque, nelle stanze del potere, i politici se ne strafottono del parere popolare e fanno di testa loro. Il voto vero, quello di maggio, sarà inficiato da queste divisioni: insomma le truppe dell'eventuale sconfitto, ipotizzo, giocheranno sporco e voteranno per altri e non per il vincitore delle primarie, indebolendo comunque la loro parte. Anche a sinistra mi rifiuto di pensare che in un eventuale ballottaggio che veda protagonista Nonno Ugo, gli accaniti seguaci di Fabri Sfibra vadano a votare per lui (se ne staranno a casa a chattare) e viceversa, con Fabri eventualmente in finale, i supportes di Ugo O. se ne staranno a casa in pantofole a guardarsi la tv. Buona fortuna Trani, e buonanotte.