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Gigi ferito, Trani morta
Nemici ovunque, Parentopoli e lo "sportello Ferrante"...e la città muore
venerdì 29 agosto 2014
7.23
Il motto "meglio che ferito che morto", conosce qui a Trani un'odiosa distorsione, un paradossale incrocio, che porta ad avere la peggio il secondo termine di paragone: Trani. Da una parte un sindaco che prosegue la sua "traversata nel deserto", in condizioni di precarietà politica e con una povertà di contenuti e risultati, che ben richiama l'immagine del deserto, poc'anzi utilizzata. Gigi Riserbato prosegue la sua traversata, nel "deserto" che egli stesso ha creato attraverso la scelta di suoi collaboratori, stretti e fidati, per quanto si vuole, ma che sembra non operino per il raggiungimento di risultati ed atti amministrativi, utili alla città, ma piuttosto per una distruzione scientifica, studiata, dei cosiddetti "nemici", veri o presunti, reali o immaginari, del sindaco. Nemici che sembra si materializzino, per Riserbato ed il suo gruppo ristretto di collaboratori, ad ogni angolo, ad ogni svolta di via in città, ad ogni svolta di corridoio dell'infido "Palazzo". Chi è riconducibile al recente passato amministrativo è nemico. Chi muove una critica sui forum è nemico. Chi non ha votato il sindaco fin dalle primarie è nemico. Chi mette i "mi piace" sul tristo Facebook sotto i commenti di chi muove critiche al sindaco e all'amministrazione è nemico, la stampa che non occulta, che non lecca i piedi, che fa non finta che certi problemi non esistano è nemica, l'assessore trombato in malo modo e che potrebbe diventare un possibile oppositore, seppur implicito od occulto, è nemico. Insomma, una paradossale e spompante azione politica, sicuramente dispendiosa delle energie e del tempo di questi nostri amministratori, volta ad un obiettivo di cui al cittadino, compresi gli ignari che avevano votato per questo sindaco e questi suoi compagni d'avventura, non frega una beneamata mazza.
Il numero rabberciato che sembra dover accompagnare l'azione e le votazioni dei prossimi provvedimenti, le faide ormai ridicole, non più drammatiche o sanguinose, ma cabarettistiche, esilaranti e misere all'interno di Forza Italia, la fame atavica di poltrone, il familismo ed il clientelismo straripanti, ormai ai limiti della Parentopoli (vedi accuse d'incompatibilità, soprattutto alla luce delle ultime nomine dei revisori delle municipalizzate), la conta degli assessori in "capo" al sindaco, che ormai ha raggiunto un numero inversamente proporzionale rispetto alla volontà di partenza di avere una giunta politica. Alcuni componenti della maggioranza, starebbero ragionando così, stando alle voci di Palazzo: "Non aiutiamo questi "graziati", questi beneficiari di manna che non ci capiscono una mazza del ramo affidatogli senza aver fatto (un aggravante dello sprezzo) un giorno di gavetta, e quando andranno a schiantarsi, e faranno figure di merda, chi se ne frega, saranno sempre quelli del sindaco". Viva il gioco di squadra insomma.
Tutto questo fa di Gigi Riserbato un sindaco vivo, ma ferito; sopravvissuto alle ondate di odio fra i partiti della maggioranza e della fame stracciona di molti dei suoi componenti, con livelli di bassa politica, bassa cucina e finanche picchi di meschinità da parte di chi era pronto sempre a vendersi (occhio Gigi, chi lo era ieri, lo sarà anche domani per il miglior offerente) per un piatto di lenticchie, uno straccio di revisore, una busta di monetine, tipo quelle raccolte nelle offerte della Messa. L'immagine della "ferita" politica di questa amministrazione, (che potrebbe, grazie all'imprevedibilità di qualche suo elemento propenso a "vendersi" o a vendicarsi per l'ennesima richiesta non accontentata, tramutarsi in quella del "ferito a morte" utilizzata da Raffaele La Capria in un suo celebre romanzo), sovrasta una città che, rapportata a quella "ferita", non trova alcun soccorso per i suoi singoli cittadini (quelli non hanno un revisore da regalare od un assessorato da scambiare). Il sindaco, soccorso dalla cura lenitiva delle poltrone e delle nomine, può tirare a campare, seppur ferito. La città, nel suo humus culturale annullato, nella consegna di se stessa al potere politico di "peso" (in termini di rappresentanza) andriese e barlettano, nelle voglie velleitarie di chi vuol fare il sindaco o l'amministratore perché "se lo hanno fatto questi lo faccio pure io", senza avere uno straccio di curriculum politico o d'esperienza, nella sua ormai cronica destrutturazione, nella sua incapacità d'essere e avere rappresentanti coerenti o competenti, muore dissanguata, senza che nessuno possa lenire le sue ferite. Quello è ferito ma slavo, questa, ferita e oltraggiata dall'incompetenza, muore.
Meno male che ha aperto da qualche settimana lo "sportello Ferrante". Dopo aver detto di dover essere super partes a destra e manca, pure alle basole vie di Mario Pagano, ora chiama i cittadini a raccolta perché gli segnalino problemi da risolvere; ma questo non dovrebbe essere il ruolo dei vari assessori o consiglieri? O addirittura del sindaco? Trani è un mondo rovesciato dove il portaborse decide, l'istituzione riempie la borsa (vedi ultime tasse monstre), senza offrire uno straccio di servizio, il messo media, l'assessore … (questa la lasciamo vuota perché, specie per alcuni, -omettiamo per il momento il nome per carità cristiana- non abbiamo ancora capito che caspita ci stiano a fare lì), il presidente del consiglio fa l'assessore tutto fare, a ciambotto. SCD: Siamo un Caso Disperato.
Il numero rabberciato che sembra dover accompagnare l'azione e le votazioni dei prossimi provvedimenti, le faide ormai ridicole, non più drammatiche o sanguinose, ma cabarettistiche, esilaranti e misere all'interno di Forza Italia, la fame atavica di poltrone, il familismo ed il clientelismo straripanti, ormai ai limiti della Parentopoli (vedi accuse d'incompatibilità, soprattutto alla luce delle ultime nomine dei revisori delle municipalizzate), la conta degli assessori in "capo" al sindaco, che ormai ha raggiunto un numero inversamente proporzionale rispetto alla volontà di partenza di avere una giunta politica. Alcuni componenti della maggioranza, starebbero ragionando così, stando alle voci di Palazzo: "Non aiutiamo questi "graziati", questi beneficiari di manna che non ci capiscono una mazza del ramo affidatogli senza aver fatto (un aggravante dello sprezzo) un giorno di gavetta, e quando andranno a schiantarsi, e faranno figure di merda, chi se ne frega, saranno sempre quelli del sindaco". Viva il gioco di squadra insomma.
Tutto questo fa di Gigi Riserbato un sindaco vivo, ma ferito; sopravvissuto alle ondate di odio fra i partiti della maggioranza e della fame stracciona di molti dei suoi componenti, con livelli di bassa politica, bassa cucina e finanche picchi di meschinità da parte di chi era pronto sempre a vendersi (occhio Gigi, chi lo era ieri, lo sarà anche domani per il miglior offerente) per un piatto di lenticchie, uno straccio di revisore, una busta di monetine, tipo quelle raccolte nelle offerte della Messa. L'immagine della "ferita" politica di questa amministrazione, (che potrebbe, grazie all'imprevedibilità di qualche suo elemento propenso a "vendersi" o a vendicarsi per l'ennesima richiesta non accontentata, tramutarsi in quella del "ferito a morte" utilizzata da Raffaele La Capria in un suo celebre romanzo), sovrasta una città che, rapportata a quella "ferita", non trova alcun soccorso per i suoi singoli cittadini (quelli non hanno un revisore da regalare od un assessorato da scambiare). Il sindaco, soccorso dalla cura lenitiva delle poltrone e delle nomine, può tirare a campare, seppur ferito. La città, nel suo humus culturale annullato, nella consegna di se stessa al potere politico di "peso" (in termini di rappresentanza) andriese e barlettano, nelle voglie velleitarie di chi vuol fare il sindaco o l'amministratore perché "se lo hanno fatto questi lo faccio pure io", senza avere uno straccio di curriculum politico o d'esperienza, nella sua ormai cronica destrutturazione, nella sua incapacità d'essere e avere rappresentanti coerenti o competenti, muore dissanguata, senza che nessuno possa lenire le sue ferite. Quello è ferito ma slavo, questa, ferita e oltraggiata dall'incompetenza, muore.
Meno male che ha aperto da qualche settimana lo "sportello Ferrante". Dopo aver detto di dover essere super partes a destra e manca, pure alle basole vie di Mario Pagano, ora chiama i cittadini a raccolta perché gli segnalino problemi da risolvere; ma questo non dovrebbe essere il ruolo dei vari assessori o consiglieri? O addirittura del sindaco? Trani è un mondo rovesciato dove il portaborse decide, l'istituzione riempie la borsa (vedi ultime tasse monstre), senza offrire uno straccio di servizio, il messo media, l'assessore … (questa la lasciamo vuota perché, specie per alcuni, -omettiamo per il momento il nome per carità cristiana- non abbiamo ancora capito che caspita ci stiano a fare lì), il presidente del consiglio fa l'assessore tutto fare, a ciambotto. SCD: Siamo un Caso Disperato.